La Candelora rivela la missione della famiglia nella Chiesa

La festività della Candelora delinea i tratti essenziali di una famiglia cristiana nella quale è dipinta la missione di ogni suo componente. “Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore.” (Lc 2,22-23)

La vocazione di un genitore è quella di offrire il proprio bambino al Signore. Questa missione si traduce nello trasmettere l’eredità più preziosa in loro possesso, la fede nel Signore Gesù Cristo nella partecipazione alla vita della Chiesa. Questo compito della famiglia è davvero sorprendente, perchè contrasta con la mentalità secolarista dei nostri giorni, la quale presuppone rassicurazioni economiche per dare la vita ad un nascituro. 

Perchè devo mettere al mondo un figlio e poi non gli potrò garantire tutto quello che gli serve sino all’univesità? Perchè devo aprirmi ad accogliere una vita umana se ho un lavoro precario? La risposta a queste domande le offre proprio il Vangelo: “…e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.” (Lc 2,24)

Giuseppe e Maria offrirono le tortore, ossia quello che la Legge prevedeva per i poveri. I genitori non si devono preoccupare di quello che potranno dare ai loro figli. Quel poco, accompagnato da tanto amore, sarà il tutto per i figli. L’educazione, la disciplina e la formazione umana sono doni preziosi che un genitore puà offrire ad un figlio.

Gli altri personaggi bibblici dell’episodio della presentazione al tempio sono Simone ed Anna, che potremmo definire gli anziani della famiglia. Simone è la figura del nonno di famiglia che attende con fiducia e speranza la venuta del Signore. Questo uomo, giusto e timorato di Dio, non ha paura della morte, perchè vive con un atteggiamento di ascolto dello Spirito Santo, che lo invita ad avere fiducia in Dio, avendo la certezza che lo potrà benedire in eterno nella Casa del Padre.

Quanta è preziosa questa testimonianza dei nonni verso i loro nipoti. Nella nostra società la morte è una realtà da nascondere. Quanto è bello invece sentire i nonni quando parlano della loro speranza nella vita eterna, quando raccontano della bontà e della fedeltà del Signore che hanno sperimentato nella loro esistenza, certi che saranno accolti con amore di Padre tra le braccia di Dio.

Questa speranza costituisce per i nonni quasi un lasciapassare per il paradiso, e per i nipoti è testimonianza di fede che gli rivela il vero senso della vita. I nonni hanno vissuto fallimenti, ingiustizie, incomprensioni, delusioni, tutte esperienze che hanno rinforzato la loro fede e gli hanno dato coraggio e speranza nel futuro. La condivisione di queste esperienze di vita sono l’eredità più preziosa che un anziono può offrire ad un giovane, ed è essenziale che questa testimonianza venga passata, perchè essa non è possibile lasciarla dentro un lascito testamentario di un atto notarile. E questo non vale solo per i nonni, ma anche le nonne hanno un ruolo fondamentale.

La protessa Anna, era una donna di ottantaquattro anni, era stata sposata sette anni, e passava tutta la sua vita al tempio “servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere” (Lc 2,37). Le donne trovano un modello di fede e di speranza nella figura di Anna. L’enorme potenzialità delle donne è poco sfruttata all’interno della Chiesa. Molto spesso viene confusa il servizio con la servitù. Alle donne è richiesto sempre di adempiere alle mansioni più umili, ma esse sono chiamate ad una vocazione molto più grande, che è quella di digiunare e pregare per tutta la Chiesa, oltre che a “lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. (Lc 2, 38).

Quattro sono gli elementi cardini della loro missione: digiuno, preghiera, lode, annunzio della redenzione. La Chiesa è donna, in quanto sposa di Cristo, e quanto è importante la presenza delle donne nella Chiesa per vivere con dedizione, dolcezza e fedeltà la relazione con Gesù. Le mamme, le figlie, le nonne, le suore, le vedove, le nubili ed in generale tutte le donne, sono un tesoro irrinunciabile per la comunità cristiana, perchè la loro disponibilità al servizio, la loro sensibilità  d’animo, il loro istinto materno, sono caratteristiche legate al genere femminile di cui la Chiesa non può farne a meno.

Questa solennità della presentazione al tempio di Gesù diventa una ricorrenza non solo per coloro che hanno scelto la vita consacrata, ma anche per tutti i componenti della famiglia che vivono con devozione e spiritualità la missione legata al loro stato di vita. La consacrazione è una offerta totale al Signore che comporta rinunzie (digiuno), ascolto della volontà di Dio (preghiera), ringraziare Dio per la propria vocazione (lode), testimoniare con la propria vita che l’Amore di Dio ci accompagna, ci supera e ci precede (annunzio della salvezza).

Di Osvaldo Rinaldi tratto da Zenit