Non merito di essere chiamato tuo figlio e tuo schiavo – 2° incontro 2017

Oggi ci parla suor Clarissa della Fraternità Arca di Maria.

Com’è iniziata la consacrazione a Maria?

Chi ha compiuto il primo passo per questo? Gesù.

Dove è accaduto questo? Ai piedi della Croce, lì Gesù ha consegnato Giovanni (e in Giovanni tutti noi) a Maria e ha consegnato Maria a noi. Se vogliamo mettere un fondamento biblico a quello che facciamo è proprio questo momento sotto la Croce (cfr. Gv 19,25-27).

Continuando la lettura del Vangelo leggiamo: “da quel momento il discepolo l’accolse nella sua casa”.

Giovanni ha risposto a quella consacrazione e ha accolto Maria nella sua casa, nella sua vita di ogni giorno.

Prima di parlare sulla consacrazione in sé, è importante porci una domanda: qual è il senso della mia vita? Perché io sono qui? Perché sono nato? C’è uno scopo, Dio non mi ha messo nel mondo a caso. E noi, sappiamo qual è lo scopo della nostra vita? Conoscere Dio? Amarlo? Rendere lode a Dio? Preparaci alla vita futura? Sì, è tutto questo ma facciamo una dimostrazione: prendiamo un foglio e diciamo che questo foglio è la nostra vita e non sempre nella vita mettiamo le cose al posto giusto. Sappiamo che la nostra vita è un foglio in bianco dove scriviamo noi oppure lasciamo che Dio scriva. Pensiamo a quello che oggi è molto importante nella nostra vita: il sogno di fare una famiglia, di avere una casa grande, molti figli, un buon lavoro oppure pensiamo che i figli, il marito o la moglie sono la cosa più importante della nostra vita e a volte dimentichiamo che loro sono sì importanti ma prima di loro c’è Dio.

Può darsi che cerchiamo di riempire la nostra vita con i bene materiali (macchina, cellulare, computer, ecc.), perché in verità tutti noi cerchiamo qualcosa che dia senso alla nostra vita, che ci renda felici. Per trovare questo senso è necessario togliere qualcosa, cambiare idea, ci vuole una metanoia (cambiamento nel modo di pensare, di giudicare), un nuovo modo di vedere la  vita. Dobbiamo avere chiaro dentro di noi che Dio ci ha creato innanzitutto per amore e perché il suo principale progetto su di noi è farci come Lui. Dio ha creato te perché tu sia come Lui, come dice il catechismo della Chiesa Cattolica: per conoscere, amare e servire Dio. Il senso della nostra vita è fare comunione con il Signore, avere una relazione con Lui perché Dio non è un’idea è Qualcuno con il quale noi ci relazioniamo.

Una volta fatta la rinuncia qualsiasi sia, noi troviamo il senso della nostra vita!  Colui che ha dato la sua vita per noi sulla Croce è il senso della nostra vita! Qui Maria Vergine assume un ruolo importante perché è Lei che ci fa capire il senso della nostra vita, la necessità di avere una relazione vera con il Signore. Infatti capita spesso che noi da soli non capiamo, non abbiamo una relazione intima con Dio ed ecco Maria, colei che conosce Gesù meglio di noi, che ci presenta a Cristo e ci dice: “Io voglio che tu conosca il vero senso della tua vita. Donami tutto e Io ti mostrerò quello che devi vedere”. Questo è lo scopo: la consacrazione a Maria non serve a nient’altro che scoprire il senso della vita e compiere il progetto di Dio su di noi.

Abbiamo modi diversi di relazionarsi con Gesù, con i Santi, con la Madonna. La Chiesa divide tre modi di rendere culto:

– latria (adorazione):  è il culto che si rende a Dio solo.

– Dulia (venerazione):  il culto verso gli angeli e i Santi.

– Iperdulia (maggiore venerazione):  il culto reso alla Vergine Maria.

Non adoriamo la Madonna, adoriamo Dio solo. Maria non è Dio, ma non è uguale ai santi, quindi usiamo una venerazione maggiore di quella che rendiamo ai santi anche se molto lontana dell’adorazione che rendiamo solo a Dio.Il Monfort nel Trattato dice che Dio paragonato a Maria è molto molto grande, dice che Lei dinanzi a Dio è meno di un atomo, è proprio piccola. Ma questo è una visione dall’alto, se noi paragoniamo Maria a noi vediamo che l’atomo siamo noi perché Lei nonostante sia una creatura, è una creatura totalmente santa.

La frase d’inizio del Trattato è un riassunto completo di tutto il libro e riassume ciò che è la consacrazione in sé: “Per mezzo della Santissima Vergine, Gesù Cristo è venuto nel mondo ed è ancora per mezzo di lei che deve regnare nel mondo”(VD 1). Cosa significano queste parole? Gesù, la nostra salvezza, è venuto a noi per mezzo di Maria e noi per arrivare a Lui prendiamo la stessa strada, quella di Maria. E’ una legge circolare: Gesù viene a me per Maria e io torno a Lui sempre per Maria. San Luigi ripete sempre questo nel Trattato e aggiunge la necessità di Maria agli uomini.

Perché Maria è necessaria agli uomini?

Innanzitutto dobbiamo ricordare che Maria è una creatura come noi, certo che pure Gesù si è incarnato ma Lui non era solo uomo era anche Dio. Maria invece non era Dio, era una creatura, perfetta sì, ma sempre una creatura e per questo molto vicina a noi.

Questa necessità per noi di Maria è  voluta da Dio, perché se ci pensiamo bene, Lui nella sua onnipotenza aveva la possibilità di inviare Gesù a noi di un altro modo:  poteva venire già uomo perfetto, senza incarnarsi nel ventre di una donna. Se quindi Lui che è Dio ha scelto Maria sa che era il modo migliore, il modo perfetto e noi, imitando la Sua scelta, scegliamo Maria come mezzo per arrivare a Gesù.

Il Montfort parla di cinque verità fondamentali sulla consacrazione:

1. Gesù Cristo è il fine ultimo della devozione a Maria – su questo San Luigi insiste molto, e noi sentiamo spesso qualcuno che dice: “Queste persone che parlano tanto della Madonna, alla fine non parlano di Cristo, quindi sono tutti idolatri”. Ma questo non è vero: la nostra devozione a Maria è solo perché  vogliamo arrivare a Gesù. Coloro che fanno questo tipo di affermazione non hanno capito nulla: c’è bisogno di spiegare loro che la devozione alla Vergine Santa ha un fine ed è Cristo.

Maria è un mezzo, non è un fine. Tutte le devozioni a Padre Pio, Santa Brigida, Santa Rita, qualsiasi santo hanno senso soltanto se alla fine arriviamo a Gesù: “Se una devozione non ci avvicina a Gesù dobbiamo allontanarci come se fosse una cosa del demonio” scrive S. Luigi, infatti è così. Ci siamo mai accorti di una vera consacrazione a Maria che ci allontana da Gesù? Abbiamo mai visto una persona che era così devota della Madonna che alla fine non ha incontrato Gesù? Se questa devozione è vera, questo non succederà mai! Dobbiamo chiaro nella nostra mente questo: noi abbiamo una meta che è arrivare a Gesù e Maria ci aiuterà a raggiungerlo.

2. Apparteniamo a Gesù e a Maria in qualità di schiavi

3. Dobbiamo svuotarci di ciò che di cattivo è dentro di noi

4. Abbiamo bisogno di un mediatore, presso il Mediatore stesso che è Gesù

5. È molto difficile per noi conservare le grazie e i tesori che abbiamo ricevuto da Dio

Le quattro ultime verità derivano dalla prima che è la più importante e che non possiamo dimenticare: Gesù Cristo è il fine ultimo della devozione a Maria.

Spieghiamo in particolare il 2° punto:  San Luigi nel Trattato dice che vi sono tre specie di schiavitù

1) Schiavitù forzata – sono coloro che non accettano Dio come Signore, però sono creature di Dio e non possono fare oltre quello che Dio permette. Es.: Dannati e demoni.

2)Schiavitù di natura – Tutto quello che esiste nel mondo è sottomesso a Dio perché Lui l’ha creato. Es.: Tutte le creature

3) Schiavitù volontaria – Santi e giusti

La schiavitù volontaria certamente piace di più al Signore perché ogni volta che facciamo un atto d’amore verso Dio questa è una risposta libera al Suo grande amore. Per esempio c’è molta diversità tra quando andiamo a Messa di domenica perché un precetto e quando invece abbiamo coscienza della sua importanza e partecipiamo con amore.

La  parola schiavo non  suona bene a noi, ci sembra un po’ brutto e cattivo.  San Luigi invece quando parla di schiavitù non la intende nel nostro stesso modo: “Essere schiavo è dipendere, è appartenere, perché con il nostro Battesimo siamo diventati schiavi di Dio cioè apparteniamo a Dio”. Nella formula della Consacrazione almeno nove volte San Luigi parla di schiavo/schiavitù perché con questa parola vuole esprimere la consegna totale, libera e irrevocabile di ognuno a Maria Santissima: “Non merito di essere chiamato Tuo Figlio e Tuo schiavo”, leggiamo nella formula di Consacrazione perché uno schiavo riconosce il suo nulla, sa di essere povero e bisognoso di qualcuno che li guidi. Nei momenti difficili della vita è bello ricordare che abbiamo donato la nostra vita a Maria per sempre, liberamente e totalmente. Questo ci da forza per continuare.

E’ importante sapere che quando nella Scrittura troviamo la parola servo è lo stesso che dire schiavo. Hanno la stessa radice. Al tempo di Gesù non c’era differenza tra servo e schiavo. allora quando la Madonna disse: “Ecco sono la serva del Signore” voleva dire che Lei apparteneva totalmente al Suo Signore.

Ma in verità siamo schiavi o figli? Siamo entrambi! Nella parabola del figlio prodigo, quando il figlio minore si pente e vuole tornare dal Padre pensa: Tornerò da mio Padre e gli dirò: “Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te non merito di essere chiamato tuo figlio, trattami dunque come un tuo servo”. Arrivando a casa come si comporta il Padre? Lo tratta come un servo? Non, come un figlio! Quindi ecco il nostro atteggiamento: riconosciamo che siamo nulla, deboli e peccatori e una volta riconosciuto questo il Signore nel Suo grande amore di Padre ci tratta come figli.

Quali sono le caratteristiche di una vera devozione a Maria Santissima?

-interiore: proviene dal cuore e dallo spirito, non è tanto una cosa da fare vedere agli altri, ma è qualcosa che viviamo dentro di noi. Tutti i nostri atti esteriori di devozioni devono provenire da dentro, del nostro interno.

– tenera: piena di fiducia come un bambino che si fida della Mamma.

– santa: come abbiamo detto prima il progetto di Dio è farci come Lui, quindi la vera devozione a Maria deve portarci a una vita di santità.  Ciò non vuol dire che il giorno dopo la Consacrazione saremo Angeli, ma è un cammino che certamente conduce l’anima alla santità.

– costante: ci aiuta a non scoraggiarsi facilmente. Maria ci aiuta ad avere lo sguardo fisso su Gesù in mezzo alle mie difficoltà, sofferenze e lotte.

– disinteressata:  non serviamo per interesse ma per amore.

Per fare la Consacrazione non è assolutamente necessario essere santi, non possiamo aspettare di esserne degni altrimenti non la faremo mai. Dio opera nel nostro nulla, non importa quante volte cadiamo, l’importante è che ci rialziamo e continuiamo il cammino. Secondo S. Luigi dobbiamo:

– essere SINCERAMENTE risoluti ad evitare almeno ogni peccato mortale.

– sforzarsi di non commettere peccati (anche quelli veniali);

– pregare, avere uno spirito penitenziale, ecc. La consacrazione è uno stile di vita, è vedere la vita di un altro modo e per fare questo è necessaria buona volontà e lotta.

La Totale consacrazione a Gesù per Maria è una perfetta rinnovazione dei voti e delle promesse del santo Battesimo. Quale sono queste promesse? Rinunciare al peccato, a satana, alle sue seduzione e credere in tutto quello che c’è nella professione di fede che diciamo ogni domenica.

Perché rinnovare queste promesse? E’ importante rinnovarle perché spesso dimentichiamo questa importante consacrazione che abbiamo fatto nel Battesimo, dimentichiamo il giorno nel quale siamo diventati figli di Dio quindi dimentichiamo anche di ringraziare il Signore per il dono che ci ha dato.

Ecco il cuore della formula della consacrazione: “Io peccatore infedele, rinnovo e riaffermo nelle

Tue mani i voti del mio Battesimo”  (Rinnovo del Battesimo) e la consegna di tutto: “Mi abbandono e consacro, come schiavo, il mio corpo e la mia anima,  i miei beni interiori ed esteriori e il valore stesso delle mie azioni buone, passate, presenti e future”



Il proprio corpo – con tutte le membra e sensi. I nostri occhi sono di Maria e cosa vedono questi occhi, cosa leggiamo? Piace a Maria? Quello che ascoltiamo piace a Maria? Cerchiamo di offrire il caldo o il freddo che sentiamo? Principalmente quando fa caldo dobbiamo fare attenzione di quello che indossiamo (vestirsi con modestia). Una cosa che scoglie i dubbi quando si deve comprare un abbigliamento (principalmente per le donne) è quando ci domandiamo: Maria comprerebbe questo vestito?

La propria anima – Tutto questo deve essere indirizzato al culto e al servizio di Maria, perché Le appartiene. Sentimenti, emozioni, memoria, intelletto e volontà.

I beni materiali – non vuole dire che dobbiamo diventare poveri dando tutto alla Chiesa, ma  quello che abbiamo (cellulare, whatsapp, computer, macchina, casa) sappiamo che deve essere utilizzato in modo da piacere a Maria.

I beni interiori e spirituali –questa è la differenza  tra la Consacrazione di Montfort e le altre consacrazioni: doniamo i meriti, le virtù, e i valori delle nostre buone opere passate, presenti e future a Maria.

Secondo S. Tommaso d’Aquino le nostre buone opere compiute in stato di grazia hanno un valore davanti a Dio, che può essere:

– Soddisfattorio – Soddisfa alla pena dovuta al peccato

– Impetratorio – Ottiene qualche nuova grazia

Meritorio – Merita la gloria eterna.

I valori soddisfattorio e impetratorio sono trasferibili, cioè li diamo perché Maria Santissima li comunichi a chi meglio le sembrerà e per la maggior gloria di Dio. I nostri meriti invece li diamo a Lei perché  li conservi, aumenti e abbellisca. Qualcuno può chiedersi se dopo la Consacrazione non possiamo pregare per i nostri cari, familiari e amici e la risposta è: sì, certamente lo possiamo fare! Maria non abbandonerà le nostre intenzioni perché Lei è generosa e sa di quello che abbiamo bisogno.