Guardando in alto – Testimonianza di Giulia Gabrieli

Giulia Gabrieli aveva dodici anni quando le venne diagnosticato un sarcoma al braccio sinistro.

Una ragazza sveglia, allegra, appassionata, con tanti sogni da realizzare.

Era una delle migliori a scuola. Superò brillantemente gli esami di terza media con una tesina sulla Shoah in cui si immedesimava con il dolore vissuto dalle vittime.

Affronta la cura del sarcoma con determinazione. Viene trattata con la chemioterapia, il male sembrava recedere, ma poi ritornò più aggressivo di prima, così Giulia morì  a quattordici anni, il 19 agosto del 2011 .

Ascoltiamo le sue parole:


Un’altra cosa molto importante che sono qui a dirvi è l’importanza della fede. La fede è una cosa che mi sta aiutando più di tutto ad andare avanti. Il pensiero che c’è un Dio che mi protegge e che fa di tutto perché le cose vadano al meglio, mi carica, mi dà questa grandissima forza… E in questo mi sta aiutando molto una ragazza, la beata Chiara Luce Badano: anche lei ha avuto vent’anni fa un tumore e purtroppo vent’anni fa non c’erano ancora i mezzi adeguati per curare. Lei è morta, però ha saputo vivere questa esperienza in modo così luminoso e solare, abbandonandosi alla volontà del Signore, che per me è un grande esempio. 

Voglio imparare a seguirla, a fare quello che lei è riuscita a fare nonostante la malattia. La malattia non è stato un modo per allontanarsi dal Signore, ma per avvicinarsi a Lui e al suo grande amore.

La sera quando magari sto male. Ho tutti i miei problemi dati dalle terapie, il pensiero che è accanto a me, che c’è Lui ogni giorno, che ci guida sulla nostra strada, sul nostro cammino, passo dopo passo assieme alla Madonna, la nostra mamma, il pensiero che Lui è accanto a me, che mi starà sicuramente coccolando, mi fa venire un sorriso e mi aiuta a stare meglio…

La prima cosa da guarire è dentro, è il cuore… Io mi ricordo quando ho fatto la Cresima: il don ci aveva spiegato che quando noi riceviamo il Sacramento della Cresima dobbiamo essere pronti ad essere servi del Signore, a fare la sua volontà, a ricevere i sette doni della Spirito Santo, essere degni di ricevere questi doni, di portarli come li hanno portati i discepoli. A me questa cosa continuava a frugare nella testa: cosa deve fare per essere la serva del Signore? Cosa posso fare? E di lì a due mesi si è presentata la malattia. Io la malattia l’ho vissuta proprio come impegno da cresimanda e la sto portando avanti anche adesso. Infatti ogni giorno le mie sofferenze e anche le mie gioie le affido tutte al Signore, perché so che lì sono nelle mani giuste e le offro a tante persone. Un giorno le offro alle persone che stanno con me, un altro giorno a tutti i non credenti, perché tutti abbiamo bisogno di preghiere, di sostegno. Ognuno ha un Dio. Dio c’è per tutti.

Potete farlo anche voi, ragazzi! Offrite le vostre giornate a tanti altri ragazzi che soffrono perché non hanno la fede, hanno un grande vuoto. Dio ci dà questa grandissima forza: potete costruire grattacieli, scalare le montagne.

Molti ragazzi, ne conosco tanti anch’io, pensano che non andare più a Messa sia un modo per essere più grandi, che andare a Messa sia una barba. Pensano di essere autonomi, di non avere più bisogno di Dio. No, no. State facendo una caccia al tesoro senza tesoro… Ma come, Lui ci mette un tappeto rosso sotto i piedi e ci guida, ci tratta come delle star e noi poi lo snobbiamo?

Questi ragazzi non sanno quello che si perdono: il fatto che Gesù ci ospita nella sua casa, ogni domenica. Andarlo a trovare, riceverlo nel nostro corpo attraverso l’Eucaristia, è proprio una cosa speciale per me. Si stanno perdendo veramente tanto…

Io ora so che la mia storia può finire solo in due modi: o, grazie a un miracolo, con la completa guarigione, che io chiedo al Signore perché ho tanti progetti da realizzare, a partire da un gruppo di preghiera per i giovani. E li vorrei realizzare proprio io. Oppure incontro al Signore, che è una bellissima cosa.

Sono entrambi due bei finali, l’importante è che, come dice Chiara Luce, sia fatta la volontà di Dio.  

Giulia Gabrieli

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