La mappa del sacro. Le reliquie del Venerdì Santo (Seconda parte)

Un’altra preziosa reliquia, molto studiata, è quella del titolo della croce, la tavola di legno dove era scritto il motivo della condanna a morte. Il titolo della croce è conservato nella chiesa romana di Santa Croce a Gerusalemme. Aguzzando la vista si può osservare la scritta “Gesù Nazareno Re dei Giudei” scritta in ebraico, greco e latino come riportato dal Vangelo di Giovanni. L’ordine appare invertito visto che nel quarto vangelo leggiamo che la scritta era in ebraico, latino e greco.

Altra differenza col testo evangelico si può trovare nella parola “Nazareno”: nella reliquia sul rigo scritto in greco leggiamo “Nazareno”, mentre nel testo evangelico c’è scritto “Nazoreo” (=l’osservante). Se si osserva poi la “Z” si può notare che è scritta al contrario, questo probabilmente perché chi scriveva era un giudeo, abituato a scrivere da destra verso sinistra.

I vangeli ci parlano dei soldati che si sono spartiti le vesti di Gesù. Solo l’evangelista Giovanni precisa che

 quella tunica era tutta d’un pezzo. Questa tunica si conserva nel Duomo di Treviri (Germania). Secondo la tradizione venne data da Santa Elena ad Agrizio, vescovo di Treviri. Periodicamente la Sacra tunica viene esposta alla venerazione dei fedeli, in modo analogo di come avviene per la sindone. L’ultima pubblica ostensione c’è stata fra il 13 aprile e il 13 maggio del 2012.

La Sacra Lancia, quella che squarciò il petto di Cristo facendone scaturire sangue ed acqua come attestato dal vangelo di Giovanni, si conserva nell’Hofburg di Vienna. Quella che oggi si può vedere è la parte terminale in ferro, mentre l’asta di legno è andata perduta.

Una volta deposto dalla croce Gesù venne avvolto in un lenzuolo, la celeberrima sindone. Il suo capo venne avvolto con una particolare fazzoletto, il sudario. La prima reliquia, quella che ha racchiuso il corpo di Gesù fino al giorno di Pasqua, è conservata a Torino. Da secoli è oggeto di venerazione e di studio. Si presenta come un lungo lenzuolo sul quale è impressa l’immagine di un uomo, senza dubbio crocifisso, che verosimilmente è proprio Gesù di Nazaret.

Il sudario invece è venerato nella città di Oviedo (Spagna). Esso è un fazzoletto di lino che misura 84 cm x 53 cm. Fino al VII veniva venerata a Gerusalemme, ma quando i Persiani conquistarono la città la reliquia venne portata via e, passando per il Nord Africa giunse prima a Toledo e poi a Oviedo dove ancora oggi è oggetto di venerazione per numerosi fedeli. Secondo quanto ricostruito da Vittorio Messori, che si è basato su studi esegetici precedenti, nel suo “Patì

sotto Ponzio Pilato?” questo sudario, dopo la resurrezione di Gesù, rimase con la forma del viso, mentre il sudario si era “afflosciato” a causa scomparsa del corpo di Gesù.

Si conclude così il nostro viaggio alla ricerca delle reliquie che ci parlano delle ultime ore di vita di Gesù. Come abbiamo detto all’inizio la nostra fede non si fonda su di esse, ma se approcciate con giusto spirito possono aiutare a contemplare meglio il mistero della passione di Gesù.