O Guida della casa d’Israele

NOVENA DI NATALE

3° giorno

Venite, adoriamo il Re nostro Signore che sta per venire! 

Lettura

Es 3,3-15

Mosè pensò: Voglio avvicinarmi a vedere questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?. Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto e disse: Mosè, Mosè!. Rispose: Eccomi!. Riprese: Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa!. E disse: Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe. Mosè allora si velò il viso, perché aveva paura di guardare verso Dio. Il Signore disse: Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dalla mano dell’Egitto e per farlo uscire da questo paese verso un paese bello e spazioso, verso un paese dove scorre latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l’Hittita, l’Amorreo, il Perizzita, l’Eveo, il Gebuseo. Ora dunque il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto l’oppressione con cui gli Egiziani li tormentano. Ora và! Io ti mando dal faraone. Fà uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti!. Mosè disse a Dio: Chi sono io per andare dal faraone e per far uscire dall’Egitto gli Israeliti?. Rispose: Io sarò con te. Eccoti il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, servirete Dio su questo monte. Mosè disse a Dio: Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro?. Dio disse a Mosè: Io sono colui che sono! Poi disse: Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi. Dio aggiunse a Mosè: Dirai agli Israeliti: “Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione.



Meditazione



Il Natale è l’incontro con Cristo, Figlio di Dio e Figlio di Maria, Unico Salvatore di tutta l’umanità ieri, oggi e sempre. Come accadde a Mosè, nel deserto di Madian, l’ incontro con Dio non è mai fatto di propositi, di entusiasmi, di vicende interessanti. Mosè incontra Dio, perchè Dio vuole incontrarsi con lui. Mosè non se lo aspettava, e, come ogni giorno pascolava le pecore, il suo lavoro di sempre. Tale è, infatti, la caratteristica di ogni incontro con Dio! Noi possiamo non pensare a Dio, ma Dio pensa a noi; noi ci dimentichiamo di Lui ma Lui non si dimentica di noi; noi possiamo fare a meno di Dio nella nostra vita, nelle scelte che facciamo, nel lavoro, nello studio, nel divertimento, Dio non mette mai da parte l’uomo; noi possiamo anche perdere Dio, Dio non perde mai l’uomo.  Dopo l’incontro con Dio le intenzioni di Mosè non sono più le sue intenzioni, i suoi progetti non sono più i propri progetti, la sua storia non sarà più una fuga, un nascondersi continuo per paura di essere scoperto: ora dovrà tornare in Egitto, dove Dio lo manda per liberare i fratelli dalla schiavitù. L’incontro con Dio genera sempre libertà e vita: ti rende capace di fare della tua vita un dono ai fratelli, ti dà la possibilità di vivere la tua storia come vocazione e come missione, protagonista di un piano più grande che ti supera e di cui forse non conosci nemmeno la meta. Sai solo che Dio è con te e questo è ciò che conta per realizzare la tua vocazione.

Rinnoviamo, dunque, la nostra fiducia nel Signore Gesù: con braccio potente viene a liberarci e con la forza guida la Chiesa, nuovo Israele, per la quale è morto e risorto. E’ Lui che porta a compimento l’agire di Dio e la sua opera di liberazione; è Lui che rinnovando la Pasqua, fa compiere a tutti, attraverso il passaggio nelle acque del Battesimo, l’esodo definitivo, quello che fa giungere fino alla Terra Promessa della Gerusalemme celeste.

O Signore, guida della casa d’Israele,

che sei apparso a Mosè nel fuoco del roveto

e sul Sinai gli hai dato la legge,

vieni a liberarci con braccio potente.