Camilla Bravi – La Maddalena del 19° secolo

 <<Un’infanzia serena, un matrimonio a 18 anni che crolla per le reciproche infedeltà, sponsorizzata dal marito reciterà insieme a Greta Garbo, ma la “dolce vita” ha i suoi risvolti neri e la fa cadere nella depravazione e nel vizio, nelle droghe fino ai tentativi di suicidio… A questo punto solo Dio poteva restituirle fiducia, speranza e amore.>>

Questa è la vita di Camilla Bravi, nata a Prezzate di Mapello il 5 agosto 1895 festa della Madonna della Neve. Il padre, Vittorio, rimasto vedovo con quattro figli, si risposa giungendo a dodici figli, di cui Camilla è l’ottava tra 5 maschi e 6 femmine, morirà, però, quando Camilla ha appena dodici anni. 

Il 15 febbraio 1912 Camilla si sposa, ma tre anni dopo il marito viene chiamato alle armi. La solitudine le offre la possibilità di impegnarsi in una compagnia teatrale di Torino. I successi la portano in altre città d’Italia e finalmente a Roma dove le seduzioni mondane hanno il sopravvento, ma il cuore rimane vuoto. Un primo tentativo di suicidio (2 gennaio 1925) la riporta in famiglia, ma il suo male interiore è inguaribile. Colta da un impeto di disperazione, in un albergo di Bergamo si accinge a gettarsi dalla finestra invocando l’aiuto di Maria. La Madonna ascolta il suo grido, ed essa si riversa sul pavimento della sua stessa camera entrando in uno stato di estasi dalla quale esce completamente trasformata (15 maggio 1925).

Risvegliata dall’estasi in uno stato di consolazione e di gioia indicibile, inizia una vita di piena dedizione a Dio che l’attrae con grazie singolari: impossibile placare la forza del fuoco interiore senza ricorrere a mortificazioni di ogni genere.

Camilla gravita verso l’Eucaristia con una forza irresistibile. Gesù e la Vergine la confortano con apparizioni e doni mistici di primo ordine. Essa si offre come vittima di amore. Dovrà inebriarsi di tanta abbondanza facendone una buona riserva, perché verrà il tempo in cui le sembrerà che Dio si ritiri da lei per lasciarla in preda al demonio e a tutte le tentazioni, in una solitudine desolata, salvo i lampi di luce improvvisa che Dio le manda per illuminare la sua lunga notte: 28 anni di artrosi deformante (dal 1942), 13 anni sempre a letto, lotte interiori, disprezzo, emarginazione, sconforto, ma le verranno in aiuto buone guide spirituali.

Nel 1945 Camilla comincia con lo scrivere alcune poesie ricche d’amore, poi comincia a raccogliere le sue esperienze spirituali in un Diario e quasi contemporaneamente fino al 1957 sarà occupata nella stesura del racconto della sua vita come espressamente richiesto dal suo padre spirituale. La domestica di lui però, lo getta alle fiamme, e Camilla dovrà ricominciare tutto da capo.

La vittoria della Vergine sul comunismo è nota a Camilla tramite le profezie di Fatima ma già dal 1928
essa ha la visione delle masse agitate contro la Chiesa da due forze colossali: la massoneria e il comunismo
. Nella stessa occasione Camilla viene a sapere che l’Assunzione della Vergine sarà dichiarata dogma di fede(come avverrà il 1° novembre 1950 per iniziativa di Pio XII), e che ella dovrà offrirsi a Dio per tale avvenimento.

Gesù le predice grandi sofferenze di vittima offerta per i disegni celesti. Camilla all’epoca in cui scrive ha già sperimentato la puntualità delle predizioni del Signore, e vive il suo voto di «abbandono perpetuo» (MS 41). Ma le estasi intellettuali e le locuzioni celesti confortano il suo impegno di amore. Dal 1958 la paralisi la ridurrà per 13 anni nel suo letto di dolore alla mercé di persone non sempre comprensive.

Scrive Camilla nel suo diario:

– Ora ti sembra tutto facile per il fervore e le grazie che ti concedo – ribattè Gesù. – Io ti dico che soffrirai tanto, tanto, tantoIo non do la sofferenza per il gusto di far soffrire, come può credere qualcuno. Do la sofferenza alle anime che prediligo perché Io sono l’Amore Infinito ma anche il Dio crocifisso per amore. Donarsi al mio amore vuol dire donarsi anche al doloreIo desidero continuare in te la mia passione per purificarti, farti santa e salvare per mezzo di te tante anime. Quanto ti dico, ricordalo quando sarai nella provaSì, Io soddisferò il tuo desiderio di soffrire, esso viene da Me, e ti darò il martirio del corpodel cuore, dell’anima e dello spirito. Il tuo corpo sarà maciullato dal male; finita una malattia ne avrai un’altra; e le tue ossa, i tuoi nervi, il tuo sangue saranno purificati dal dolore fisico.

Sarai tanto povera che vivrai della carità altrui. Io ti toglierò le amiche; e la tua famiglia ti sarà fonte di dolore, di grandi dolori. Avrai disamore, freddezza, incomprensione, persecuzione, abbandono, che ti seguiranno continuamente. Cercheranno di metterti in qualche istituto, ma lo impedirò che vi riescano. Ti voglio sola, abbandonata alla mia Provvidenza. Anche se vivrai tra i tuoi, sarai in mezzo a loro come un’estranea e vivrai della carità altrui. Soffrirai tentazioni, turbamento, avvilimento, noie, aridità, tenebre, vere agonie morali e spirituali.

Crederai di essere un’isterica, un’íllusa, e quando il demonio ti lascerà tranquilla su questi pensieri, sarà il tuo Direttore spirituale a considerarti come tale. Io stesso ti toglierò tutte le consolazioni, i lumi, il fervore, e tu crederai di essere da Me abbandonata, e respinta come se io non volessi più saperne di te…

– Io mi sentivo felice – scrive Camilla – che Gesù si degnasse di soffrire in me, ma vidi che Gesù si faceva triste e gli chiesi: «Signore, piangi forse per i miei peccati?». Mi rispose: «No, li ho già cancellati da tempo, come ho cancellato la pena. Piango al pensiero che soffrirai tanto: potessi risparmiarti di soffrire! Ma è impossibile, perché l’amore è dolore». E mi stringeva forte al suo Cuore. D’un tratto mi vidi come un composto di ciò che Gesù mi prediceva, e provai un dolore fortissimo, come se mi trafiggesse una spada. Ma l’amore era tanto forte che esclamai: «Dal momento che mi assicuri la tua grazia, si faccia come vuoi. Voglio Te crocifisso in me, sangue per sangue, amore per amore!». Quale sete di sofferenza lasciarono in me le sue parole!

Per rafforzarla di fronte alle prove, un venerdì santo Gesù le chiese il voto di «abbandono perpetuo», dietro consenso del suo Padre spirituale. E le rivelò che la pena più straziante della sua vita sarebbe stata la sensazione di essere abbandonata da Dio. Scrive le parole di Gesù:[…] Io però non ti abbandonerò mai: fidati di Me e ricordatelo per il momento della prova.”

Più volte Gesù le dava l’ispirazione forte che una persona a lei cara o che conosceva soffriva tentazioni violente o era addolorata, oppure stava per avere un incidente ecc. Così Camilla pregava intensamente per quella persona e puntualmente il giorno seguente le si parava davanti facendole presente che aveva sentito le sue preghiere in quel preciso momento di difficoltà e ne aveva tratto beneficio.

Camilla muore il 19 gennaio 1971 a Ponte S. Pietro, in via S. Clemente 6, dove dimorava dal 1957 con la sorella e la nipote, viene così stampato l’opuscolo commemorativo con 12 sue poesie. Nel 1985 venne pubblicato il libro «Camilla Bravi, la Maddalena del secolo». Il 5 agosto 1991 l’«Associazione Anime Vittime» diventa «Associazione Camilla Bravi» e solo un anno dopo verrà pubblicato il “Diario mistico di Camilla Bravi”.