Un Santo con il Rosario sempre in mano

È fuori dubbio che se Padre Pio viveva con le stigmate, conviveva pure con la corona del rosario. Ambedue questi elementi misteriosi e indissolubili sono manifestazioni del suo mondo interiore. Concretizzano sia il suo stato di concrocifisso con Cristo, sia il suo stato di «uno» con Maria.

Padre Pio non predicava, non teneva conferenze, non faceva scuola in cattedra, ma quando si arrivava a San Giovanni Rotondo si era colpiti da un fatto: si vedevano uomini e donne, che potevano essere professori, medici, insegnanti, impresari, operai, tutti senza umano rispetto, con la corona in mano, non solo in chiesa, ma spesso pure per la strada, in piazza, di giorno e di notte, in attesa della messa del mattino.

Tutti sapevano che il rosario era la preghiera di Padre Pio. Solo per questo potremmo definirlo il grande apostolo del rosario. Egli ha fatto di San Giovanni Rotondo «la cittadella del rosario».

Padre Pio recitava incessantemente il rosario. Si trattava di un rosario vivente e continuato. Era solito, ogni mattina, dopo il ringraziamento della messa, confessare, iniziando dalle donne.

Un mattino, tra le prime a presentarsi al confessionale, fu la signorina Lucia Pennelli di San Giovannni Rotondo. Ella sentì Padre Pio chiederle: «Quanti rosari hai detto questa mattina?». Rispose che ne aveva recitati due interi: e Padre Pio: «Io ne ho già recitati sette». Erano circa le sette del mattino e aveva già celebrato la santa messa e confessato un gruppo di uomini. Da ciò si può dedurre quanti ne dicesse ogni giorno fino a mezzanotte!

Elena Bandini, scrivendo a Pio XII, nel 1956, testimonia che Padre Pio recitava 40 rosari interi al giorno. Padre Pio recitava il rosario ovunque: in cella, nei corridoi, in sacrestia, salendo e scendendo le scale, di giorno e di notte. Richiesto quanti rosari recitasse fra il giorno e la notte rispose lui stesso: «Alle volte 40 e altre volte 50». Richiesto come facesse, all’interrogante rispose: «Come fai tu a non recitarli?».

Vi è un episodio sul tema dei rosari che vale la pena di ricordare: padre Michelangelo da Cavallara, emiliano di origine, figura di spicco, predicatore di fama, uomo di profonda cultura, era però anche un «caratteraccio». Dopo la guerra, fino al 1960, fu predicatore del mese di maggio (dedicato a Maria), di giugno (dedicato al sacro Cuore) e di luglio (dedicato al preziosissimo sangue di Cristo) nel convento di San Giovanni Rotondo. Coabitava perciò con i frati.

Fin dal primo anno rimase colpito da Padre Pio, ma non gli mancava il coraggio per discutere con lui. Una delle prime sorprese fu la corona del rosario che vedeva e rivedeva nelle mani di Padre Pio, per cui una sera lo abbordò con questa domanda: «Padre, dimmi la verità, oggi, quanti rosari hai detto?».

Padre Pio lo guarda. Attende alquanto, poi gli dice: «Senti, la bugia non te la posso dire: una trentina, trentadue, trentatré, e forse qualcuno in più».

Padre Michelangelo rimase scioccato e si chiedeva come si potesse trovare spazio nella sua giornata, tra messa, confessioni, vita comune, per tanti rosari. Cercò, allora, chiarimento dal direttore spirituale del Padre, che si trovava nel convento.

Lo incontrò nella sua cella e spiegò bene, riferendo domanda e risposta di Padre Pio, sottolineando il particolare della risposta: «La bugia non te la posso dire…».

Per tutta risposta il padre spirituale, padre Agostino da San Marco in Lamis, scoppiò in una sonora risata e aggiunse: «Se tu sapessi che si tratta di rosari interi!».

Padre Michelangelo, a questo punto, alzò le braccia per rispondere a modo suo… ma Padre Agostino aggiunse: «Tu vuoi sapere… ma spiegami prima chi è un mistico e poi ti risponderò come fa Padre Pio a dire, in un giorno, tanti rosari!».

Un mistico ha una vita che va oltre le leggi dello spazio e del tempo, per cui si spiegano le bilocazioni, le levitazioni e altri carismi, di cui era ricco Padre Pio. A questo punto diventa chiaro che la richiesta di Cristo, per chi lo segue, di «pregare sempre», per Padre Pio era divenuta «rosari sempre», cioè Maria sempre nella sua vita.

Sappiamo che il vivere per lui era preghiera contemplativa mariana e se contemplazione significa vivere — come insegna san Giovanni Crisostomo — dobbiamo concludere che il rosario di Padre Pio era trasparenza della sua identificazione mariana, del suo essere «uno» con Cristo e con la Trinità. Il linguaggio dei suoi rosari proclama all’esterno, cioè, la vita mariana vissuta da Padre Pio.

Resta da chiarire il mistero sul numero dei rosari quotidiani di Padre Pio. Una spiegazione ce la offre lui stesso.

Le testimonianze sulla cifra delle corone recitate da Padre Pio sono molteplici, specie tra i suoi intimi, ai quali il Padre riservava le sue confidenze. Racconta la signorina Cleonice Morcaldi che Padre Pio, un giorno, scherzando con un suo figlio spirituale, il dottor Delfino di Potenza, un caro nostro amico, uscì in questa battuta: «Che ne dite voi medici: può un uomo fare più di un’azione nello stesso tempo?». Rispose: «Ma, due credo di sì, Padre». «Beh, a tre io ci arrivo», fu la controrisposta del Padre.

Ancora più chiaramente, in altra occasione, padre Tarcisio da Cervinara, uno dei cappuccini più intimi di Padre Pio, racconta che il Padre gli confidava di fronte a tanti rebus: «Io posso fare tre cose insieme: pregare, confessare e andare in giro per il mondo».

Nello stesso senso si espresse un giorno, chiacchierando in cella con padre Michelangelo. Gli disse: «Senti, hanno scritto che Napoleone faceva quattro cose insieme, che ne dici? Tu ci credi? Fino a tre ci arrivo anch’io, ma quattro…».

Dunque Padre Pio confida che contemporaneamente prega, confessa e sta in bilocazione. Pertanto, quando confessava, era pure concentrato nei suoi rosari e inoltre era trasportato in bilocazione, in giro per il mondo. Che dire? Siamo su dimensioni mistiche e divine.

Ancor più sorprendente poi è che Padre Pio, lo stigmatizzato, il concrocifisso, si sentisse costantemente vincolato a Maria in una continuità così intensa di preghiera.

Non dimentichiamo, però, che anche Cristo, mentre saliva il Calvario, trovò sostegno nella sua umanità dalla presenza di sua Madre.

La spiegazione ci viene dall’alto. Scrive il Padre che, in uno dei suoi dialoghi con Cristo, un giorno si sentì dire: «Quante volte — mi ha detto Gesù poc’anzi — mi avresti abbandonato, figlio mio, se non ti avessi crocifisso» (Epistolario I, p. 339). Pertanto Padre Pio proprio dalla stessa Madre di Cristo aveva bisogno di attingere sostegno, forza, conforto per consumarsi nella missione che gli era affidata.

Proprio per questo, in Padre Pio tutto, proprio tutto, poggia sulla Madonna: il suo sacerdozio, il pellegrinaggio mondiale delle folle a San Giovanni Rotondo, la Casa Sollievo della Sofferenza, il suo apostolato a raggio mondiale. La radice era lei: Maria.

Non solo la vita mariana di questo sacerdote è fiorita offrendoci meraviglie sacerdotali singolari, ma ce lo presenta come modello, con la sua vita, con tutto il suo operato.

A quanti guardano a lui, Padre Pio ha lasciato la sua immagine con quel suo sguardo continuamente fisso in Maria e il rosario sempre tra le mani: l’arma delle sue vittorie, dei suoi trionfi su satana, il segreto delle grazie per sé e per quanti a lui si rivolgevano da tutto il mondo. Padre Pio fu apostolo di Maria e apostolo del rosario con l’esempio!

L’amore a Maria, crediamo, sarà uno dei primi frutti della sua glorificazione davanti alla Chiesa, e additerà la marianità come radice della vita cristiana e come lievito che fermenta l’unione dell’anima con Cristo.