Le distrazioni durante la preghiera

Nessuna preghiera è più meritoria per l’anima e più gloriosa per Gesù e Maria del Rosario ben recitato. Ma è pure difficile il recitarlo bene e il perseverarvi, a causa particolarmente delle distrazioni che vengono come naturalmente nella ripetizione così frequente della stessa preghiera.

Quando si recita l’Ufficio della Madonna o i sette Salmi o altre preghiere il cambiamento e la diversità delle parole frenano l’immaginazione e ricreano la mente e di conseguenza aiutano l’anima a ben recitarle. Ma nel Rosario, siccome si ha sempre lo stesso Padre nostro e Ave Maria da dire e la stessa forma da rispettare, è assai difficile non annoiarsi, non addormentarsi e non abbandonarlo per fare altre preghiere più ricreative e meno noiose.

Ciò fa sì che occorre infinitamente più devozione per perseverare nella recitazione del santo Rosario che in quella di qualunque altra preghiera, fosse pure il Salterio di Davide.

Aumentano questa difficoltà la nostra fantasia, che è così volubile da non stare quasi un momento ferma, e la malizia del demonio, instacabile nel distrarci e nell’impedirci di pregare. Che cosa non fa il maligno contro di noi mentre siamo intenti a dire il Rosario contro di lui? Aumenta il nostro naturale languore e la nostra negligenza. Prima dell’inizio della nostra preghiera aumenta la nostra noia, le nostre distrazioni e la nostra stanchezza; mentre preghiamo ci assale da ogni lato, e quando avremo terminato di dirlo con molti sforzi e distrazioni insinuerà: «Tu non hai detto nulla che valga; il tuo Rosario non vale niente, faresti meglio a lavorare e ad attendere ai tuoi affari; perdi il tuo tempo a recitare tante preghiere vocali senza attenzione; una mezz’ora di meditazione o una buona lettura varrebbe molto di più. Domani, quando sarai meno assonnato, pregherai con più attenzione, rimanda il resto del tuo Rosario a domani». Così il diavolo, con le sue astuzie, fa spesso tralasciare il Rosario tutto o in parte, o lo fa cambiare o lo fa differire.

Non dargli ascolto, caro confratello del Rosario, e non perderti d’animo quand’anche durante tutto il Rosario la tua fantasia fosse stata piena di distrazioni e di pensieri stravaganti, che tu hai cercato di scacciare meglio che potevi quando te ne sei accorto. Il tuo Rosario è tanto migliore quanto più è meritorio; è tanto più meritorio quanto più è difficile; è tanto più difficile quanto è meno naturalmente piacevole all’anima e quanto più è pieno di miserabili piccole mosche e formiche, che vagando qua e là nell’immaginazione malgrado la volontà, non danno all’anima il tempo di gustare ciò che dice e di riposarsi nella pace.

Se occorre combattere durante tutto il Rosario contro le distrazioni che ti vengono, combatti valorosamente con le armi in pugno, cioè continuando il tuo Rosario, quantunque senza alcun gusto e consolazione sensibile: è un combattimento terribile ma salutare all’anima fedele. Se deponi le armi, cioè se tralasci il Rosario, sei vinto. E allora il diavolo, vincitore della tua fermezza, ti lascerà in pace e ti rinfaccerà nel giorno del giudizio la tua pusillanimità e infedeltà. «Qui fidelis est in minimo et in maiori fidelis est» (Lc 16,10): Chi è fedele nelle piccole cose lo sarà anche nelle più grandi.

Chi è fedele nel respingere le più piccole distrazioni nella minima parte delle sue preghiere, sarà fedele anche nelle cose più grandi. Nulla di più certo, poiché l’ha detto lo Spirito Santo. Coraggio dunque, servo buono e serva fedele di Gesù Cristo e della sua santa Madre, che hai preso la decisione di dire il Rosario tutti i giorni. Le molte mosche (io chiamo così le distrazioni che ti fanno la guerra mentre preghi) non siano capaci di farti lasciare vilmente la compagnia di Gesù e di Maria, in cui sei mentre dici il Rosario. Più oltre suggerirò dei mezzi per diminuire le distrazioni.

San Luigi Maria Grignon de Montfort