Suor Lucia di Fatima presto beata

Suor Lucia presto beata: la data è quella del 13 febbraio prossimo e coinciderà con la chiusura del processo diocesano che chiuderà la prima delle due fasi del processo canonico. Dopo quella data la causa per dichiarare Beata l’ultima veggente di Fatima approderà a Roma dove sarà al vaglio della Congregazione per le cause dei santi.

Lo riferisce l’agenzia Ecclesia Portugal che ha citato l’annuncio del giornae diocesano di Coimbra nel cui territorio è morta a 98 nel 2005 suor Lucia de Jesus.

Il processo si era aperto, grazie a una dispensa pontificia che consentiva di bypassare i canonici cinque anni dalla morte, il 30 aprile 2008 per decisione del vescovo di Coimbra Albino Cleto.

La messa solenne di chiusura del processo di beatificazione e presentazione del cosiddetto libello supplice per i cardinali della Congregazione verrà effettuata il 13 febbraio nella chiesa del Carmelo di Santa Teresa a Coimbra.

Parlando con l’agenzia Ecclesia la vice postulatrice ha affermato che il processo docesano ha comportato la raccolta e lo studio di una vastissima documentazione della religiosa. Un lavoro che ha richiesto tempo e ha provocato alcuni ritardi rispetto al ruolino di marcia delineato.

«E’ stata una sfida – ha detto suor Angelo Coelho – perché suor Lucia meritava uno studio molto approfondito e rigoroso non solo per la questione storica, ma anche per l’aspetto spirituale della sua vita. Credo – ha proseguito la vice postulatrice della causa dal 2014 – che sia stato indispensabile studiare attentamente la mole di documenti che abbiamo».

Suor Angela Coelho è stata anche la postulatrice della causa di canonizzazione dei due pastorelli veggenti Gacinta e Francisco Marto, i due fratelli che, insieme alla giovane Lucia e secondo le testimonianze riconosciute dalla Chiesa, hanno assistito alle apparizioni della Vergine Maria nella Cova da Iria, tra il 17 maggio 1917 e il 17 ottobre di quello stesso anno.

Secondo la vice postulatrice il processo di beatificazione deve tenere conto che «siamo di fronte ad una donna che ha vissuto 98 anni e che ha potuto comunicare con Papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II, con cardinali, vescovi e molte altre persone». Inoltre Lucia ha scritto a consorelle di altri ordini religiosi e a migliaia e migliaia di persone che ancora oggi ci stanno fornendo le risposte alle lettere che inviava, tanto che abbiamo contato una mole di missive che consta di 11mila lettere».

Dopo le apparizioni, suor Lucia visse 57 anni la sua vita come cermelitana e ora è sepolta nella Basilica di Nostra Signora del Rosario a Fatima.

Ai vescovi diocesani, nel corso del processo, è toccato anche di investigare sulle virtù in vita e sulla sua fama di santità, ma anche sui numerosi miracoli attribuiti e sull’attuale culto espresso da migliaia di fedeli cattolici che ogni anno si recano sul suo sepolcro.

La seconda tappa del processo consisterà nell’esame dei miracoli attribuiti all’intercessione della “venerabile”. Se uno di questi miracoli dovesse essere considerato autentico secondo le formule disposte dalla Congregazione, la venerabile suor Lucia potrà essere proclamata beata e degna del culto locale, tipico dei beati, anche se la portata per la Cristianità del messaggio di Fatima difficilmente potranno relegare in un ambito strettamente locale la devozione per la veggente. Se poi, dopo l’eventuale beatificazione, dovesse verificarsi un altro miracolo accertato, allora la terza veggente di Fatima potrà essere proclama santa e indicata per il culto universale.

Ma un primo passo, con la chiusura del processo diocesano, è stato fatto. Proprio nell’anno di Fatima in cui si celebrano i cento anni delle apparizioni.

di Andrea Zambrano per la Nuova Bussola Quotidiana