La consacrazione a Maria è una chiamata totale – 3° incontro 2016

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Salve Maria!

Siamo le Suore della Fraternità Arca di Maria, un ordine nuovo nato in Brasile 12 anni fa. Il nostro carisma è vivere e propagare la totale Consacrazione a Gesù per Maria insegnata da S. Luigi Maria Grignon di Montfort e viviamo in modo pratico questa chiamata attraverso l’adorazione amorosa e riparatrice a Gesù Eucaristia, l’apostolato e l’aiuto ai più poveri.

Adesso cerchiamo di capire cos’è questa Consacrazione Totale.

La consacrazione totale a Gesù per Maria è nata sulla croce: Gesù stesso ha inventato questa consacrazione, prima ancora di far nascere la Chiesa dal Suo costato, Egli infatti ha voluto dare a ogni persona come Madre Maria. E’ importante capire questo perché il ruolo di Maria non è una cosa scontata nella nostra vita e nemmeno è una devozione in più, come gli altri santi che scegliamo a nostro piacere. La Madonna ha un ruolo unico, perché Dio ha voluto così e Lei ha detto “Eccomi”, quindi è volontà di Dio che lo accogliamo nella nostra vita. 

Nei primi secoli della Chiesa era naturale avere questo rapporto di unione con la Madonna, poi con il tempo questo rapporto si è sviluppato di più in alcune comunità cristiane mentre in altre di meno. Nel Montfort la consacrazione a Maria ha trovato la sua forma più alta, in particolare nel Trattato della vera devozione a Maria. Questa consacrazione ci fa rimanere fedeli perché ascoltiamo la Parola di Dio e quello che il Signore vuole da noi. Attraverso il Trattato che S. Luigi ha scritto trecento anni fa, capiamo bene il ruolo di Maria nella nostra vita e come Maria è necessaria affinché tutte le persone possano raggiungere la salvezza e la santità che è quello che Dio ha pensato per ognuno di noi. E’ raggiungere lo scopo della nostra vita, il desiderio più profondo del nostro cuore.

La devozione alla Santa Vergine è un mezzo privilegiato “per trovare Gesù Cristo perfettamente, per amarlo teneramente e servirlo fedelmente” (Trattato, 62), infatti, per essere fedeli a Cristo è necessario avere una Madre vicino. Come facciamo a vivere in modo pratico questa consacrazione? Lo facciamo quando abbiamo la consapevolezza che siamo figli! La via spirituale è una  via buia in cui molte volte sbagliamo direzione, per questo abbiamo bisogno di una guida, la guida di Maria, come una Madre che tiene per mano il suo bambino. Il Signore deve essere riconosciuto da noi come Padre e questo lo possiamo solo attraverso Maria. Padre Gabriele Amorth ha detto “Consacrarsi è accogliere Maria nella nostra vita, è riconoscere la sua maternità spirituale”,  questo significa stare con Maria ogni momento della  vita, vivere alla sua presenza perché ci insegni a vivere nella presenza di Dio, in un rapporto giusto con Lei.

Perché possiamo fidarci di questa via? Perché per questo mezzo possiamo andare in modo più tranquillo in questa via buia della vita spirituale?

Abbiamo l’esempio dei santi: nel secolo XX più che mai le persone si sono consacrate alla Vergine in modo totale, proprio quando è stato pubblicato il Trattato, da tutti riconosciuto come una via pratica. Tanti santi hanno fatto questa Consacrazione: San Pio, San Giovanni Paolo II, Madre Teresa di Calcutta, San Pio X Papa, Santa Gemma Galgani, Santa Teresina, San Massimiliano Maria Kolbe, Chiara Lubich, Don Bosco, Chiara Corbella, San Domenico Savio, San Josemaria Escrivà. Abbiamo una schiera di santi, la maggioranza vissuta in questo secolo, che ci prova in modo pratico l’efficacia della Consacrazione come mezzo per raggiungere la santità.

La Chiesa infatti ci assicura la sua approvazione riguardo questa via: Papa Pio IX durante il processo di beatificazione di San Luigi ha detto che i suoi scritti erano esenti da errori; San Pio X ha dato la benedizione apostolica a quanti leggono il Trattato; il Papa Benedetto XV  e  il Papa Pio XI hanno detto «Possa essere diffuso sempre di più e riaccendere lo spirito cristiano»; San Giovanni Paolo II ha fatto dell’espressione  «TOTUS TUUS!» la massima di tutta la sua vita, mantenendo il suo rapporto intimo con Maria da quando era seminarista fino alla morte. Quando San Giovanni Paolo II ha conosciuto il Trattato la sua vita è cambiata: prima aveva paura di dare più lode a Maria che a Gesù,  poi invece ha capito che  Maria ci porta a Gesù. Prima della sua morte, quando aveva già la tracheotomia e non poteva parlare, ha chiesto un foglio e una penna e ha scritto “Totus tuus”.

Quando San Luigi ha scritto il Trattato ha visto in visione delle bestie che cercavano di distruggere sia lui che il manoscritto o almeno di nasconderlo. E’ stato veramente perso per più di 130 anni e oggi è tradotto in più di 40 lingue e conosciuto in tutto il mondo. E’ un segreto che ci porta veramente sulla via della santità, per questo chi pratica questa via  viene tanto ostacolato: a volte qualche persona racconta che dopo aver cominciato questo cammino della consacrazione ha avuto più difficoltà a pregare. E’ così, non spaventatevi, perché è una lotta. Adesso siamo in questa lotta.  Però vale la pena cominciare questo cammino perché è una lotta che dobbiamo intraprendere per trovare Cristo, ci uniamo in modo intimo e totale con Lui, seguiamo  la via che Lui stesso ha cominciato, scegliamo quello che Lui desidera.

Cosa succede quando ci consacriamo?

Col rinnovo del nostro Battesimo, confermiamo il potere sovrano di Dio e della Santissima Vergine nelle nostre vite, consegnando tutto ciò che siamo e abbiamo a Gesù per le mani di Maria. Ora vi leggo una parte importante della formula della consacrazione: “Ti ringrazio perché Ti sei annientato tenendo la forma di un schiavo per liberarmi dalla crudele schiavitù del demonio, Ti lodo Gesù e Ti glorifico per aver voluto sottometterti a Maria, Tua santa Madre in ogni cosa a fin di rendermi per mezzo di Lei Tuo schiavo fedele”.

In questa prima parte io riconosco che Gesù si è fatto schiavo e a mia volta io, ad esempio Suo, mi faccio schiavo. Ma qualcuno magari si domanda: “E’ troppo pesante questo termine, non possiamo dire piuttosto figlio? Perché dire schiavo?”

Cerchiamo di capire un po’ quando Dio ha creato il mondo, gli animali, le piante, la luce diceva: “E’ buono”, però quando ha fatto l’uomo ha detto: “E’ molto buono”. L’uomo originale, la nostra essenza, è molto buona perché siamo immagine e somiglianza di Dio, però è entrato il peccato nella nostra vita e da quel  momento abbiamo lasciato quella piena comunione con Lui e siamo diventati schiavi del demonio, perché lui ci seduce prima e poi ci fa schiavi e ci toglie completamente la dignità. Quando siamo sotto la guida di Dio siamo sempre liberi, però quando apriamo una finestrina al demonio, lui rompe tutto e diventiamo schiavi. Il Signore però, vedendo la nostra debolezza e che tutto il suo piano di amore su di noi era ormai perduto, non si ha lasciato vincere nell’amore e ha inviato a noi il Suo Figlio Unigenito.  Gesù è venuto sulla terra e si è annientato, ha donato tutto se stesso sulla Croce per noi e così ci ha riacquistato la vita. Attraverso questo abbiamo ottenuto la redenzione. In un momento storico dell’umanità, Gesù è morto sulla Croce, ha vinto la morte attraverso la Risurrezione e ha dato la vita a tutta l’umanità; però nella mia vita, quando il Signore ha redento la mia persona? Nel giorno del mio Battesimo.

E’ importantissimo che possiamo vivere il Sacramento del Battesimo in modo pieno, così da capire che il Signore effonde i benefici della Sua redenzione quando lo viviamo pienamente. Ecco allora come è necessario ricevere il Battesimo in modo da permetterci di entrare nella redenzione che il Signore già ci ha dato. 

Questa redenzione ci rende schiavi di Gesù. Perché? Perché una volta eravamo schiavi del demonio ma Gesù è venuto e ci ha comprato con il Suo Sangue: “Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!” 1 Cor 6, 20. Quindi, siamo state comprati da Dio.

Quando parliamo di schiavitù dobbiamo capire che tutta la creazione è schiava di Dio perché Lui ci ha creato, quindi siamo sotto il suo dominio. Poi ci stanno gli esseri liberi che sono dotati di intelligenza e volontà: gli Angeli e gli uomini. Questi due esseri possono scegliere quale schiavitù vogliono avere. Infatti ci sono due forme di schiavitù: forzata e libera.

La schiavitù forzata è propria dei demoni e dei dannati perché non hanno la loro volontà unita con la volontà di Dio (anche se comunque non possono fare quello che vogliono). La schiavitù libera è propria dei santi e dei giusti perché hanno la volontà unita alla volontà di Dio. Infatti quello che ci porta alla vita eterna è avere la stessa volontà con il Signore come la parabola del Padre Misericordioso: vediamo il figlio più piccolo che vuole fare quello che li piace e lascia il padre e il figlio maggiore che lavora con il padre tanto tempo, però gli era unito soltanto in modo superficiale perché non era capace di partecipare alla sua gioia.  Papa Francesco, riguardo a questa parabola ci spiega: “In questa parabola si può intravedere anche un terzo figlio. Un terzo figlio? E dove? E’ nascosto! E’ quello che “non ritenne un privilegio l’essere come [il Padre], ma svuotò sé stesso, assumendo una condizione di servo” (Fil 2,6-7). Questo Figlio-Servo è Gesù! E’ l’estensione delle braccia e del cuore del Padre: Lui ha accolto il prodigo e ha lavato i suoi piedi sporchi; Lui ha preparato il banchetto per la festa del perdono. Lui, Gesù, ci insegna ad essere “misericordiosi come il Padre”.” Quindi questo servo aveva la volontà unita a quella del padre. Anche se noi abbiamo  l’atteggiamento di schiavo, di umiltà, il Signore continua ad accoglierci come figli. Il figlio minore ha pensato in tornare dal padre perché ricordava che gli schiavi  del suo padre vivevano meglio di lui e rientrando in sé disse: “Io mi alzerò e andrò da mio padre, e gli dirò: ‘Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te: non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi schiavi’”. Anche noi quindi, riconoscendo la nostra indegnità di essere figli, torniamo da Dio con questo atteggiamento umili.

Ci sono due modi di appartenere a una persona: il servo e lo schiavo. Il servo lavora per un periodo di tempo, riceve un salario e può lasciare il lavoro quando vuole. Lo schiavo invece lavora per sempre, in modo totale, gratuitamente e il suo padrone ha diritto sulla sua vita e morte.

Nella Sacra Scrittura il termine servo vuoi dire schiavo perché prima non c’era differenza tra servo e schiavo. Dunque possiamo leggere: “Cristo Gesù pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di schiavo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil 2, 6 – 8). E poi vediamo anche Maria: “Eccomi, sono la schiava del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1, 38). Maria pur avendo ricevuto la dignità di essere Madre di Dio, l’ha lasciata da parte e si è riconosciuta schiava. Diceva Papa Paolo VI: “Servire Dio è regnare”, perché scegliere  di essere schiavo di Dio significa obbedirlo e questo ci porta alla vera libertà, alla totale realizzazione del nostro desiderio più profondo di felicità, di pienezza, di gioia eterna.

Continuando la formula della consacrazione: “Io ingrato e infedele che sono non ho mantenuto i voti e le promesse che ho fatto così solennemente nel santo Battesimo e non ho adempiuto ai miei obblighi. (…) Ricorrerò all’intercessione della Tua santa Madre, che mi hai assegnata come mediatrice presso di te”.

Con il Battesimo siamo diventati figli di Dio e anche figli di Maria e dunque schiavi di Dio. Con la consacrazione ci mettiamo sotto l’obbedienza di Maria per scelta nostra, siamo schiavi d’amore nella totale libertà.

A volte qualche persona ci dice che non è degno di fare la consacrazione, infatti davvero non lo è, come nessuno è degno di ricevere Gesù nell’Eucaristia. Però Lo riceviamo ugualmente perché Lui ci Ama e sa che abbiamo bisogno di Lui: questo è anche il senso della Consacrazione a Maria, per questo non dobbiamo spaventarci di vivere in questa intima unione con loro, anche se siamo consapevoli della nostra grande povertà. Siamo infatti chiamati a una grande Santità, però il Signore agisce soltanto con un libero “Si” a Lui. Il Battesimo e la Consacrazione sono questo “Sì”, come ci dice la Lumen Gentium al numero 40.

Continuiamo con la parte più importante della formula della Consacrazione: “Io, peccatore infedele, rinnovo e riaffermo nelle tue mani i voti del mio Battesimo: rinunzio per sempre a satana, alle sue vanità e alle sue opere, e mi do interamente a Gesù Cristo, Sapienza incarnata, per portare dietro a lui la mia croce tutti i giorni della mia vita. E affinché gli sia più fedele di quanto lo fui finora, ecco che io ti eleggo oggi, o Maria, alla presenza di tutta la corte celeste, per mia Madre e Padrona. A te abbandono e consacro, come schiavo, il mio corpo e la mia anima, i miei beni interiori ed esteriori, e il valore stesso delle mie azioni buone, passate, presenti e future, lasciandoti intero e pieno diritto di disporre di me e di quanto mi appartiene, senza eccezione, per la maggior gloria di Dio nel tempo e nell’ eternità.”

Questa Consacrazione a Maria è chiamata totale perché doniamo tutto a Lei: il corpo e l’anima, i beni esteriori e interiori. Questa consegna ci porta al combattimento spirituale perché per scegliere il bene dobbiamo lottare contro la concupiscenza (tendenza al male ereditata dal peccato).

Il nostro corpo è fatto di sensi e membra.

Riguardo le membra, dobbiamo avere la disposizione d’animo di accettare il caso che la Madonna preferisca le nostre infermità, nella misura delle forze che Lei stessa ci darà, in modo da offrire ogni sconforto.

Riguardo i sensi abbiamo la

•    vista: devo fare atenzione a quello che guardo, piacerebbe alla Madonna guardare con me la TV, il film che sto guardando?

•    udito: sappiamo che la Fede arriva a noi per mezzo degli orecchi. Faccio attenzione alla Parole di Dio che è detta a Messa? Mi piace sentire gli altri che chiaccherano? E le mie conversazioni come sono?

•    olfatto: se ci sono persone povere o malate vicino a noi che magari puzzano, la prima reazione è di alontanarci, dobbiamo invece offrire questo senso e sopportare per stare vicino a questa persona, e la puzza diventa profumo di carità. Anche noi dobbiamo essere questo profumo di Cristo, che, come un fiore profumato, quando arriviamo da qualche parte si fa sentire la sua presenza.

•    gusto: faccio delle mortificazioni del cibo? Nel venerdi faccio astinenza di mangiare carne, come chiede la Chiesa?  Riconosco l’importanza del digiuno nella mia vita spirituale? Devo sentire fame e sete, per ricordarmi che devo avere fame e sete di Cristo!

•    tatto: Il corpo è tempio dello Spirito Santo, e la Grazia di Dio abita in noi. Io mi lascio toccare dalla Grazia? Lascio Maria avvicinarsi a me? E le mie vesti, sono modeste? In base a come mi comporto e mi vesto raggiungo l’altro, tocco la sua coscienza, e ho responsabilità di portare un’atteggiamento di purezza, come Maria. Davanti allo specchio devo guardarmi chiedendo alla Madonna se lei si vestirebbe cosi.

Con il dono della nostra anima, doniamo a Maria la nostre facoltà (memoria, intelletto e volontà), sentimenti e emozioni:

•    Memoria: sottometto a Maria Santissima la mia memoria con tutto quello che ho vissuto, i buoni ricordi e i cattivi, le mie ferite;

•    Intelletto: chiedo alla Madonna di guidare i miei raggionamenti, la mia inteligenza, in modo da pensare e poi agire secondo il suo volere, che è il volere di Dio.

•    Volontà: cerco di conformare la mia volontà alla Volontà di Dio, in modo da  aprirmi alla Sua azione, non opporgli resistenza. Come Maria si è aperta alla Volontà di Dio e per questo Gesù ha potuto venire al mondo, cosi ognuno di noi quando doniamo il nostro Si alla Volontà di Dio apriamo il cammino perché il Signore possa raggiungere tanti nostri fratelli.

•    Amore, desideri, piaceri, gioie, paure, tristezze, ripugnanze…: queste passioni e sentimenti nelle mani di Maria si cambiano in mezzi per raggiungere il Signore, invece di separare da Lui.

Con la donazione a Maria di tutti i nostri beni esteriori (e questo intende dire la nostra casa, macchina, cellulare, computer, vestiti, famiglia, amici) viviamo in rapporto con loro in modo da piacere a Maria, e mettendoli a servizio degli altri. Nel rapporto con le persone, è Maria stessa che  viene incontro a loro  attraverso di noi. Siamo chiamati a vivere il distacco dai beni materiali, in modo da non fare di niente un idolo.

La donazione a Maria di tutti i nostri beni interiori e spirituali è la causa perché questa devozione è diversa da tutte le altre consacrazioni alla Madonna. Doniamo a lei tutti i meriti (tesoro spirituale) delle nostre virtù, buone opere, sacrifici, preghiere passate, presenti e future!

Per capire meglio l’importanza dei meriti, cerchiamo di capire la sua funzione: il peccato è composto dalla colpa e dalla pena. La colpa è rimessa attraverso il pentimento e poi la confessione, e la pena attraverso opere buone, preghiere. Facciamo un paragone: l’anima in Grazia di Dio è come un terreno piano in cui viene fatto un buco (peccato), il quale deve essere riempito con i meriti (buone opere, sacrifici, preghiere).

Queste buone azioni possono avere un valore soddisfattorio, impetratorio e meritorio.

•    Il valore soddisfattorio di una buona opera è la stessa azione in quanto soddisfa alla pena dovuta al peccato (è rimessa la pena di quel peccato)

•    Il valore impetratorio di una buona opera è quello che ottiene qualche nuova grazia.

•    Il valore meritorio è l’azione che rifletterà nella Gloria.

I valori soddisfattorio e impetratorio sono trasferibili,  le diamo perché Maria Santissima comunichi a chi meglio le sembrerà e per la maggior gloria di Dio. I nostri meriti, invece le diamo perché lei li conservi, aumenti e abbellisca!

Può succedere, però che un persona si domandi se non potrà più pregare per i suoi amici, parenti, visto che tutte le sue preghiere ha dato alla Madonna perché lei doni a chi vuole, secondo la necessità universale che lei conosce di ogni anima sulla terra e nel purgatorio. O anche se dopo la morte l’anima che ha dato tutto a Maria dovrà rimanere a lungo nel purgatorio per pagare le pene dei propri peccati. La risposta a tutte le domande di questo genere è sempre la stessa: Gesù e Maria non si lasciano vincere in generosità! Se una persona si è spogliata per rivestire la Regina del Cielo, sicuramente lei che è la nostra Madre, la rivestirà nel momento che avrà bisogno, e sarà molto attenta alle domande di aiuto ai suoi fratelli bisognosi, anche se l’anima stessa non li potrà offrire nulla, tutto potrà chiedere alla Sua Mamma con la sicurezza di ottenere il meglio dalle Mani di questa Regina e Madre di Misericordia.

Come la Madonna ha detto a Fatima a Lucia “Il Mio Cuore Immacolato sarà il vostro rifugio e la via che ti condurrà a Dio”, cosi la Santissima Vergine ci dona il Suo Cuore come scuola da imparare a vivere insieme a Lei per trovare Gesù. Infatti ha detto anche, “Mio Figlio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato”! Chiediamo a Lei in questo tempo speciale del Giubileo della Misericordia, il tricentenario della morte di San Luigi di Montfort e il centenario di Fatima, la grazia di essere fedeli alle pratiche di questa Consacrazione in modo da vivere sino alla fine in questo Cuore Immacolato, per unirci pienamente a Cristo Signore!