E se dessimo ascolto alla Madonna?

La notte degli attentati di Parigi, all’iniziale sconcerto ha fatto posto la preghiera. A lungo non sono riuscito a distogliere lo sguardo dallo schermo per l’inquietudine di non sapere come sarebbe andata a finire, fino a che punto si sarebbe spinto quell’atto di guerra e a quale costo definitivo di vite umane. Quando, però, mi sono accorto che quella partecipazione passiva cedeva alla curiosità, ho pensato che avrei potuto portare un po’ d’acqua fino a Parigi spegnendo la Tv e chiedendo aiuto a Dio.

E come il bambino piccolo, sconcertato di fronte a un problema più grande di lui, a un dolore fino a quel momento sconosciuto che lo rende inerme, sono corso fra le braccia di mia Madre.

È per situazioni e tempi come questi che si verificano le apparizioni della Vergine: qualora non siamo capaci di vedere con gli occhi del cuore Lei, che è Madre, ci dà qualche segno della presenza di un Padre nei Cieli, oltre le coltri della nostra indifferenza.

La Madonna, infatti, non ha lasciato mai soli i suoi figli, rivolgendo loro una cura particolare proprio negli snodi più bui della storia. René Laurentin, Stefano De Fiores, Vittorio Messori, Rino Cammilleri, Livio Fanzaga, Antonio Socci e molti altri hanno firmato studi importanti che mostrano questa sollecitudine costante del Cielo. La Madonna si è presa in carico particolarmente la Francia prima e dopo le derive atee, razionaliste e agnostiche innescate dall’Illuminismo e dalla Rivoluzione Francese, mostrandoci la sua luce a Rue de Bac e poi a Lourdes. Per fare qualche altro esempio, a Fatima ha profetizzato i cancri del comunismo e il calvario della Chiesa; a Beauring e a Banneux, ci ha messi in guardia dalla follia del nazismo, preannunciando l’imminenza della Seconda guerra mondiale…

Questa lettura della storia ci invita a guardare dove la Madonna appare oggi e a prenderla sul serio. Nell’eccidio di Parigi, il mio sguardo e le mie preghiere si sono rivolti verso Civitavecchia. Di fronte a questi regolamenti di sangue che mi hanno fatto prendere definitivamente atto di un conflitto in corso di proporzioni planetarie, ho realizzato che si è compiuto tutto quanto la Madonna aveva preannunciato nelle sue apparizioni del 1995 e 1996 a Borgo Pantano di Civitavecchia, estrema periferia dell’arcidiocesi metropolitana di Roma. Qui la Madre di Dio ha bussato alla porta di una famiglia: padre, madre, figli. Tutti, in quanto famiglia, l’hanno vista almeno una volta. E ha bussato, sì, avete capito bene: ogniqualvolta è apparsa la Regina del Cielo ha chiesto il permesso di entrare, chiedendo scusa per il tempo rubato… a quella famiglia, che poi è la proprietaria delle due statue in gesso, raffiguranti la Regina della Pace assurte all’onore delle cronache per le lacrime di sangue e le essudazioni d’olio.

Se si vogliono riassumere i contenuti essenziali di questa mariofania e degli oltre novanta messaggi che la Vergine ha consegnato a Jessica Gregori e a suo padre Fabio, si potrebbe dire che qui la Madonna ha mostrato il suo Cuore ferito dai peccati del mondo, talmente laceranti da farle piangere lacrime di sangue. E che, presentandosi in seno a una famiglia, una Mamma, fonte dell’Amore, della Vita e della Speranza è venuta a avvertirci in modo chiaro e trasparente ciò che satana avrebbe fatto: attacco e distruzione della Famiglia; grande apostasia; scandali dentro la Chiesa di Suo Figlio Gesù; richiamo ai Vescovi per la loro testimonianza e per l’unità intorno al papa Giovanni Paolo II, indicato come modello e suo dono per i tempi presenti. Purtroppo ha fatto anche un riferimento esplicito di pericolo per la nostra nazione, con il rischio concreto di una terza guerra mondiale tra Occidente e Oriente… E nel parlare di questi fatti e della sua venuta si è ricollegata al Terzo segreto di Fatima.

Questa è la storia annunciata e, a mio giudizio, realmente accaduta che la Madonna voleva evitare con le sue apparizioni del 1995. Alla famiglia di Civitavecchia la Madonna aveva chiesto chiaramente, fin d’allora, che il suo messaggio venisse comunicato alla Chiesa e al mondo intero, e che entrambi li riguardava; ma il giudizio e il discernimento delle autorità competenti hanno tenuto in sospeso a lungo la sua capillare diffusione, insieme con ogni definitivo pronunciamento. Così i Gregori hanno vissuto e pregato secondo le intenzioni di intercessione della Vergine senza fare «propaganda», condividendo un poco questa missione con persone che in questi anni si sono a loro avvicinate giudicandoli degni di fede.

Fra costoro ci sono anche io, e la mia famiglia mi ha seguito. Venuto a conoscenza delle apparizioni nel 2005 e con esse di molti segni, guarigioni e altri fatti collegati, ne ho dato testimonianza scritta ma di carattere personale, rispettando scrupolosamente l’atteggiamento di nascondimento orante che gli strumenti umani che, a diverso titolo, Dio ha scelto in questa vicenda hanno adottato nel rispetto delle indagini della Santa Sede.

Ma quest’anno, nell’inquietudine che ci pervade da dentro e fuori la Chiesa, ho sentito come credente prima che come giornalista un desiderio insopprimibile che quel messaggio che il Cielo ha dato vent’anni fa potesse essere meglio da tutti conosciuto. La bella sorpresa è stata che le persone che ho contattato si sono dimostrate ora aperte a parlare, anch’esse a motivo, meno gioioso, dell’urgenza presente. Così, a giugno, Fabio Gregori, osservatore partecipe del Sinodo sulla Famiglia, ha accettato una lunga intervista che è stata pubblicata sul mensile Studi cattolici e in molti, poi, hanno trascritto e ripreso in Rete (clicca qui). E domani, invece, La Nuova Bussola Quotidiana pubblicherà il colloquio che ci ha concesso il teologo francescano Padre Flavio Ubodi, vicepresidente della Commissione diocesana chiamata a esprimersi sulle lacrime di sangue, fluite per quattordici volte tra il 2 febbraio e il 15 marzo 1995 sul volto della Madonnina. Nel suo volume La Madonna di Civitavecchia ha potuto trascrivere, con il permesso del vescovo, alcune parti dei messaggi della Vergine, e gli abbiamo chiesto di darcene sintesi e commento.

Di fronte a delle rivelazioni non ancora definitivamente approvate qualcuno sostiene che per prudenza sia più corretto tacere, ma di mio penso che adesso sia ancora più prudente approfittare della grazia che ci è stata offerta e finora non pienamente accolta. È come se, ai tempi in cui la Chiesa stava studiando il caso di Padre Pio, trovandomi a San Giovanni Rotondo, non avessi colto l’occasione di confessarmi da lui. Certo ogni assoluzione vale la medesima ricompensa, ma la santità del ministro che la impartisce varrà pure un qualche valore aggiunto. Prova ne sia che tutte le persone ancora viventi che hanno avuto la fortuna di conoscere il Santo di Pietrelcina ne custodiscono gelosamente tutt’oggi i consigli e l’esempio di vita.

Ebbene, a Civitavecchia, io ho trovato una famiglia che vive un cristianesimo autentico, cioè non bigotto, che fa di Dio l’interlocutore della giornata, che passa naturalmente anche attraverso la preghiera, che valorizza il Rosario, e l’assiduità coi sacramenti. Una famiglia che da vent’anni vive con semplicità ciò che la Madonna ha chiesto: accoglienza e testimonianza della Carità e della Verità ricevute. Una famiglia di testimoni credibili perché costituita da persone che parrebbero del tutto normali, se non fosse che, nel terzo millennio, continuano a riconoscere Gesù vivo nel Mistero eucaristico o ad accostarsi con frequenza al sacramento della Penitenza e, soprattutto, si ostinano a difendere come sempre possibile, autentico e vero il Matrimonio cristiano: fedele quindi indissolubile, come fedele e indissolubile è l’amore del Padre dei Cieli per ogni suo figlio creato a sua immagine e somiglianza… Testimoni credibili perché si amano a partire dai più piccoli gesti del quotidiano e che quando litigano – perché litigano, non sono delle immaginette votive – trovano il coraggio di domandarsi perdono. Per questo nella loro casa si fa esperienza di pace.

Mentre la Congregazione della Fede indaga sui fatti di Civitavecchia – a livello diocesano le indagini si sono concluse positivamente e il vescovo ha eretto a santuario la parrocchia dei Gregori che custodisce la Madonnina delle Lacrime – la mia fede ha, dunque, trovato conferme e la mia vita di preghiera si è irrobustita, divenendo più fervente, dandomi forza e speranza nel travaglio che stiamo tutti attraversando. Penso che quanto ho ricevuto non sia solamente per me: Gesù nel Vangelo e sua Madre danno testimonianza continua che il bene non si trattiene, va comunicato e si comunica anche da sé per quanto è contagioso. Eppoi a Civitavecchia la Madonna, che si presenta a nome della Santissima Trinità, ha fatto intendere che l’umanità è a un bivio: che non c’è molto tempo per il ritorno del figliol prodigo. Per me, credere a questo intervento divino significa di necessità mettere in guardia dall’apocalisse del mondo che chiama in causa l’apocalisse personale di ogni figlio di Dio. La Madre celeste si preoccupa delle anime e il suo pressante invito è che torniamo a Gesù, che ci facciamo trovare pronti, con il cuore pulito, quando il Signore verrà.

Per queste ragioni mi rallegro di aver ottenuto la disponibilità di Fabio Gregori per quell’intervista estiva e ora del dialogo con padre Flavio Ubodi, che sarà messo online fra poche ore. Propongo entrambi i contributi a chiunque voglia approfondire o, ancora meglio, rispondere all’appello che la Madonna ha rivolto a tutti da Civitavecchia il 26 agosto 1995:

«Figli cari, piango perché vi sto parlando in ogni parte del mondo donandovi segni straordinari, ma voi non mi ascoltate. Mi sto presentando a voi in ogni forma, ma non mi accettate con vero amore nei vostri cuori. Le mie lacrime le vedete come segno di curiosità, ma il vostro cuore rimane duro e non permettete che entri la luce del Signore…».

Anche a Kibeho – in Ruanda, le cui apparizioni sono state riconosciute dalla Chiesa, e dove con anticipo è stata data profezia dei genocidi del 1994 come conseguenza di un’umanità che ha voltato le spalle al Creatore, ammonendo che il tutto il mondo è sull’orlo del baratro – la Vergine si rammaricava per questo: «Perché – chiedeva, quasi in cerca di dove Lei avesse sbagliato – alcuni non credono che io sia venuta per convertire il mondo?». E proseguiva, sempre come parlando fra sé, accentuando il dispiacere: «Vi ho inviato un messaggio e l’avete rifiutato. Vi mostro come stanno le cose, ma non volete vedere. Vi parlo e non ascoltate. Vi aiuto a rialzarvi e rimanete seduti. Vi chiamo e non rispondete. Vi guardo, e non vedete. Quando vi parlo, non mi ascoltate affatto, e quando vi faccio dei doni, voi non sapete accoglierli».

Effettivamente, che potrebbe fare di più questa Madre? Non è forse l’ora di iniziare a darle ascolto?

di Riccardo Caniato  tratto da La Nuova Bussola Quotidiana