PREPARAZIONE ALLA CONSACRAZIONE – Prima settimana

Che io conosca me stesso

“Durante la prima settimana rivolgeranno tutte le loro preghiere e opere di pietà allo scopo di ottenere la conoscenza di se stessi e la contrizione dei propri peccati e faranno ogni cosa in spirito di umiltà…

Pregheranno nostro Signore e il Suo Santo Spirito di illuminarli, dicendo: Signore, che io veda; oppure: Signore, che io conosca me stesso; o anche: Vieni Spirito Santo.

Reciteranno ogni giorno le litanie dello Spirito Santo, con l’orazione che segue, riferite nella prima parte di quest’opera.

Ricorreranno alla Vergine santa e le chiederanno questa grande grazia, che deve essere il fondamento delle altre, perciò diranno tutti i giorni l’Ave stella del mare e le litanie della Santissima Vergine”.

(S. Luigi M. de Montfort, Trattato 228).

Domenica

Creatura… non creatore

§  Invochiamo la luce dello Spirito Santo:     Litanie dello Spirito Santo       

Signore, abbi misericordia di noi!

Cristo, abbi misericordia di noi!

Signore, abbi misericordia di noi!

Padre tutto potenza, abbi misericordia di noi!

Gesù, Figlio eterno del Padre e Redentore del mondo, salvaci!

Spirito del Padre e del Figlio, che fondi le due vite, santificaci!

Santissima Trinità, Unico Dio, ascoltaci!

Spirito Santo, che procedi dal Padre e dal Figlio, vieni nei nostri cuori!

Spirito Santo, che sei uguale al Padre e al Figlio, vieni nei nostri cuori!

Promessa di Dio Padre, vieni nei nostri cuori!

Raggio di luce del cielo, vieni nei nostri cuori!

Autore di ogni bene, vieni nei nostri cuori!

Sorgente di acqua viva, vieni nei nostri cuori!

Fuoco consumatore, vieni nei nostri cuori!

Unzione spirituale vieni nei nostri cuori!

Spirito di amore e di verità, scendi su di noi!

Spirito di sapienza e di scienza, scendi su di noi!

Spirito di consiglio e di fortezza, scendi su di noi!

Spirito di intelletto e di pietà, scendi su di noi!

Spirito di grazia e di preghiera, scendi su di noi!

Spirito di pace e di mitezza, scendi su di noi!

Spirito di modestia e di innocenza, scendi su di noi!

Spirito confortatore, scendi su di noi!

Spirito santificatore, scendi su di noi!

Spirito che governi la Chiesa, scendi su di noi!

Dono di Dio Altissimo, scendi su di noi!

Spirito che riempi l’universo, scendi su di noi!

Spirito di adozione dei figli di Dio scendi su di noi!

Spirito Santo, ispira a noi l’orrore dei peccati.

Spirito Santo, vieni e rinnova la faccia della terra.

Spirito Santo, irradia con la tua luce le nostre anime.

Spirito Santo, imprimi la tua legge nei nostri cuori.

Spirito Santo, infiammaci col fuoco del tuo amore.

Spirito Santo, riversa in noi il tesoro delle tue grazie.

Spirito Santo, insegnaci a pregare bene.

Spirito Santo, illuminaci con le tue ispirazioni divine.

Spirito Santo, conduci noi nella via della salvezza.

Spirito Santo, fa che conosciamo l’unica cosa necessaria.

Spirito Santo, ispira a noi la pratica del bene.

Spirito Santo concedi a noi il merito di tutte le virtù.

Spirito Santo, facci perseveranti nella giustizia.

Spirito Santo, sii Tu la nostra perenne ricompensa.

Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, manda a noi il tuo Spirito.

Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, riempi le nostre anime dei doni dello Spirito Santo.

Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, donaci lo Spirito di sapienza e di pietà

V – Manda il tuo Spirito e sarà una nuova creazione.

R. – E rinnoverai la faccia della terra.

Preghiamo – O Dio, che nel mistero della Pentecoste santifichi la tua Chiesa in ogni popolo e nazione, diffondi i doni dello Spirito Santo sino ai confini della terra e continua oggi, nella comunità dei credenti, i prodigi che hai operato agli inizi della predicazione del Vangelo. Te lo chiediamo per Cristo Nostro Signore. Amen.

§  Chiediamo il frutto di accogliere nel profondo la verità su ciascuno di noi: “Io sono creatura”.

Come l’argilla  nella mano del vasaio che la forma a suo piacimento, così gli uomini nella mano di colui che li ha creati (Sir 33,13).

Sì, la vita non è nostra ma ci è donata. Questa è la verità di Dio su di noi: Dio è il creatore del cielo e della terra ed è anche il nostro creatore! Dio è il mio creatore e io sono sua creatura!

E’ la prima verità del nostro essere alla quale sempre lo Spirito ci richiama. Non è sempre facile accettare tale verità e spesso viviamo come se noi fossimo gli artefici di tutto.

A volte non ci accettiamo così come siamo e ci ribelliamo a Dio, rimproverandogli i nostri limiti. Spesso ci dimentichiamo che proprio i nostri limiti sono un dono e un’opportunità ancora tutta da scoprire.

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Questa parola fu rivolta a Geremia da parte del Signore: «Prendi e scendi nella bottega del vasaio; là ti farò udire la mia parola». Io sono sceso nella bottega del vasaio ed ecco, egli stava lavorando al tornio. Ora, se si guastava il vaso che egli stava modellando, come capita con la creta in mano al vasaio, egli rifaceva con essa un altro vaso, come ai suoi occhi pareva giusto. Allora mi fu rivolta la parola del Signore: «Forse non potrei agire con voi, casa di Israele, come questo vasaio? Oracolo del Signore. Ecco, come l’argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani, casa di Israele. (Geremia 18,1-6)

L’uomo è come argilla nelle mani di Dio, Egli ne accompagna la vita con mano dolce ma ferma e lo fa crescere verso la sua pienezza. Ma l’uomo può anche ribellarsi, pretendere di fare a modo suo: allora il vaso si guasta, va in frantumi. Capita quando la creatura non si lascia modellare.

Tuttavia per Dio nulla è rovinato in modo irreparabile, perduto per sempre. Se ci rimettiamo nelle sue mani, egli non si limita a riparare in qualche modo, ma fa qualcosa di nuovo, magari diverso da prima (Ecco, io faccio nuove tutte le cose).

Il coraggio di affidarsi a Dio parte anche dalla consapevolezza di sentirsi nelle sue mani: sono mani dolci, che proteggono e accarezzano, ma anche mani forti, che sanno dare forma e consistenza.

Il coraggio di riconoscere che all’inizio del nostro esistere vi è il Signore, dona uno sguardo nuovo. Ci insegna a vederci come il Signore ci vede: il suo amore ci ha desiderato da sempre e ci ha formato come una cosa bella, unica, come un’opera d’arte in cui trova la sua compiacenza.

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Cari figli, oggi vi invito ad unire la vostra vita a Dio Creatore, poiché solo così la vostra vita avrà un senso e capirete che Dio è amore. Dio mi manda tra voi per amore, per aiutarvi a capire che senza Lui non c’è futuro ne gioia, ma soprattutto non c’è salvezza eterna. Figlioli, vi invito a lasciare il peccato e ad accettare la preghiera in ogni tempo; affinché nella preghiera possiate riconoscere il senso della vostra vita. Dio si dona a colui che lo cerca. Grazie per avere risposto alla mia chiamata.

Medjugorje  25 Aprile 1997

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§   Invochiamo la Vergine Maria, Sede della Sapienza:

Ave stella del mare, madre gloriosa di Dio, Vergine sempre, Maria, porta felice del cielo.

“L’ave” del messo celeste reca l’annunzio di Dio, muta la sorte di Eva, reca al mondo la pace.

Spezza i legami agli oppressi, rendi la luce ai ciechi, scaccia da noi ogni male, chiedi per noi ogni bene.

Mostrati Madre per tutti, porta la nostra preghiera, Cristo l’accolga benigno, lui che si è fatto tuo Figlio.

Vergine santa fra tutte, dolce regina del cielo, rendi innocenti i tuoi figli, umili e puri di cuore.

Donaci giorni di pace, veglia sul nostro cammino, fa che vediamo il tuo Figlio, pieni di gioia nel cielo.

Gloria all’altissimo Padre, Gloria al Cristo Signore, Gloria allo Spirito Santo, l’inno di fede e di amore.

Amen

Lunedì

Sono amato

§  Invochiamo la luce dello Spirito Santo: Litanie dello Spirito Santo… (vedi domenica)

§  Chiediamo il frutto di scoprirci ogni giorno come pensiero d’amore.

Signore, tu sei nostro Padre; noi siamo argilla e tu colui che ci da forma, dice il profeta Isaia (64,1). Dio è nostro creatore, ma è anche nostro Padre! E’ la paternità a caratterizzare l’essere creatore di Dio. Paternità e maternità insieme.

La nostra storia di vita è sempre la storia di Dio con noi. Dice il Signore Dio al profeta Geremia: Ti ho amato di amore eterno (31,3); prima di ogni cosa c’è stato un pensiero d’amore che ci ha fatto esistere e che ci mantiene nell’esistenza!

Sforziamoci a sentire che siamo amati da Dio, non solo nella testa ma nel cuore! Solo così la nostra vita sarà trasformata e scopriremo che tutto quanto facciamo nello scorrere del tempo si nutre della consapevolezza del nostro essere amati.

Se qualcuno ci chiederà: “Chi è l’uomo?”, risponderemo: “E’ l’amato!”.

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In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. (Prima lettera di S. Giovanni 4,9-10).

Qui troviamo la radice della nostra dignità: l’amore di Dio viene prima, ed è più importante del nostro amore per Lui! L’amore di Dio ha qualcosa di veramente speciale, non è soltanto un sentimento o un’emozione. Non resta esterno all’uomo, a noi. E’ effuso in noi! E’ una sorgente d’acqua abbondante, sempre fresca, sempre nuova, che invade la nostra vita! Ciascuno di noi porta l’amore di Dio nel proprio cuore, sempre, anche in questo momento. E’ un mistero, ma è la realtà! La cosa più consolante è sapere che è un amore irrevocabile, non viene mai meno e noi possiamo vedere con i nostri occhi il volto di questo amore guardando il crocifisso, perché è il volto del Figlio donato all’umanità.

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Cari figli, anche oggi vi invito ad infiammare i vostri cuori sempre più ardentemente d’amore verso il Crocifisso e non dimenticate che per amore verso di voi ha dato la sua vita perché foste salvati. Figlioli meditate e pregate affinché il vostro cuore si apra all’amore di Dio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Medjugorje 25 settembre 2007

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§   Invochiamo la Vergine Maria, Sede della Sapienza: Ave, stella del mare (vedi domenica)

Martedì

Figlio nel figlio

§  Invochiamo la luce dello Spirito Santo: Litanie dello Spirito Santo… (vedi domenica)

§  Chiediamo il frutto di unire la nostra voce a quella di Gesù che grida: “Abbà”, “Papà”.

Le novità, accidentali o volute nella nostra vita, portano un po’ di felicità e di ossigeno per la speranza. Anche Dio ci ha fatto il regalo di una novità. Innanzitutto la novità su di Lui che viene a noi come Padre di infinità bontà. Poi una novità su di noi: non siamo creature in balìa del destino ma figli voluti, amati, seguiti con premura e tenerezza dal Padre per la nostra felicità.

Questa novità ci è stata consegnata nel giorno del nostro Battesimo e prima ancora è stata rivelata e vissuta  in Gesù che si è fatto uno di noi, assumendo tute le nostre esperienze umane per trasformarle.

Vivere, allora, vuol dire scoprire l’amore di un Padre che ci ha rivestiti di una dignità unica tra tutte le creature: quella di essere figli.

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Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: «Abbà, Padre!». Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.  (S. Paolo Apostolo ai romani 8,14-17.

Siamo figli di Dio! Lo Spirito Santo rende figli di Dio e fa crescere nel nostro cuore questa certezza di esserlo. Non siamo però suoi figli in senso generico, semplicemente inteso come sue creature, ma è la nostra vocazione. E’ quello che abbiamo dentro da sempre e lo diventa in Cristo Gesù, per sua grazia.

Diventare figli di Dio in Gesù! E’ una verità che noi riceviamo, non possiamo darcela da noi stessi, né in alcun modo meritare. La riceviamo in dono nel Battesimo. La nostra vita, prima sotto il segno della schiavitù e della paura, ora è sotto il sorriso di un amore paterno, sicuro e libero. Diventa gioia, apertura e un “sì” a Colui che da sempre è un “sì” nei nostri confronti. Dire “Padre” è dire di sì alla nostra verità e a quella di Dio: è dimostrarsi suoi figli.

L’uomo diventa adulto quando si riconosce figlio, solo allora sa chi è e di chi è. Ed è se stesso, libero. Diversamente cerca altrove la sua identità e appartenenza, ed è schiavo: chi ha perso Dio, fa di tutto il suo dio.

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Cari figli, anche oggi desidero invitarvi alla preghiera e all’abbandono totale a Dio. Sapete che vi amo e per amore vengo qua per mostrarvi la strada della pace e della salvezza delle vostre anime. Desidero che mi obbediate e non permettiate a satana di sedurvi. Cari figli, satana è forte e per questo chiedo le vostre preghiere e che me le offriate per quelli che stanno sotto il suo influsso, perché si salvino. Testimoniate con la vostra vita e sacrificate le vostre vite per la salvezza del mondo. Io sono con voi e vi ringrazio. Poi nel cielo riceverete dal Padre la ricompensa che vi ha promesso. Perciò, figlioli, non preoccupatevi. Se pregate, satana non può intralciarvi minimamente, perché voi siete figli di Dio e Lui tiene il suo sguardo su di voi. Pregate! La corona del Rosario sia sempre nelle vostre mani, come segno per satana che appartenete a me. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Medjugorje 25 febbraio 1988

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§   Invochiamo la Vergine Maria, Sede della Sapienza: Ave, stella del mare (vedi domenica)

Mercoledì

La resistenza all’amore

§  Invochiamo la luce dello Spirito Santo: Litanie dello Spirito Santo… (vedi domenica)

§  Chiediamo il frutto di saper riconoscere le nostre resistenze all’amore del Signore

C’è un ordine nell’amore: Dio per primo… io per secondo! Quanto siete perversi… Forse che il vasaio è stimato pari alla creta? (Is 45,16). In queste parole del profeta rintracciamo la perenne tentazione di invertire questo ordine perché è difficile lasciarsi amare! Lasciarsi amare è passività… è accettare di essere secondi nell’ordine. Chi ama per primo lo fa nel segno della gratuità e l’amore che ti viene incontro nel segno della gratuità, in fondo, fa paura e spaventa. Perché? Perché sfugge a ogni nostro controllo e potere. Vorremmo comprarlo ma non possiamo! All’amore gratuito possiamo solo arrenderci!

Crediamo veramente che Dio ci ama? Fermiamoci un attimo. Se ci credessimo, subito la vita, noi stessi, le cose, gli avvenimenti, tuto si trasformerebbe davanti ai nostro occhi. Oggi noi saremmo con Gesù in Paradiso, perché il Paradiso non è che questo: gioire dell’amore di Dio!

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Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo». Gli disse Simon Pietro: «Non mi laverai mai i piedi!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!». (Gv 13,1-9).

Entriamo nell’animo di Pietro e così facendo entreremo nel nostro animo perché questo è il racconto della nostra vita, della nostra coscienza.

“Signore, tu lavi i piedi a me? … Non mi laverai mai i piedi!” esclama l’apostolo, rifiutando completamente il gesto di Gesù. In fondo non accetta che Gesù sia e si faccia servo. Dovrebbe essere l’uomo il primo a servire Dio!

Se ci interroghiamo sinceramente, dobbiamo ammettere che sorge sempre in noi il dubbio che Dio ci ami, che sia Lui a fare qualcosa per noi. Preferiamo metterci nella condizione di essere noi a fare qualcosa per il Signore.

Pietro, come ciascuno di noi, fa fatica ad uscire dall’orgoglio dell’autosufficienza, quasi invincibile per l’uomo; non riesce ad accettare che sia il Signore a salvargli la vita, a donarla a lui.  E spesso l’incredulità che Dio dia la vita per noi si accompagna con l’insicurezza. Quante volte abbiamo paura di non essere amati, di non essere graditi a Dio; quante volte dubitiamo che Dio accolga la nostra vita! Solo Gesù può medicare, correggere, guarire la debole consapevolezza che non permette di credere, di avere fiducia, di amare!

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Cari figli, anche oggi vi invito tutti a crescere nell’amore di Dio come un fiore che sente i raggi caldi della primavera. Così anche voi, figlioli, crescete nell’amore di Dio e portatelo a tutti coloro che sono lontani da Dio. Cercate la volontà di Dio e fate del bene a coloro che Dio ha messo sul vostro cammino e siate luce e gioia. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Medjugorje 25 aprile 2008

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§   Invochiamo la Vergine Maria, Sede della Sapienza: Ave, stella del mare (vedi domenica)

Giovedì

Di nuovo schiavo

§  Invochiamo la luce dello Spirito Santo: Litanie dello Spirito Santo… (vedi domenica)

§  Chiediamo il frutto di saper comprendere che Dio è Padre, non antagonista della nostra felicità.

Ogni istante è spazio in cui possiamo dire di no alla libertà di essere figli di Dio o sì all’amore filiale. L’uomo è sempre in camino: o in avanti, verso il proprio volto nascosto che lo attira, o indietro, risucchiato verso la schiavitù già nota.

Qual è la grande tentazione del figlio? Quella di tornare ad essere schiavo! Tornare ad avere un’immagine sbagliata di Dio. Lo schiavo guarda Dio come padrone, non come padre che libera. Dirsi “figlio” limitandosi a eseguire per dovere, come uno schiavo, impedisce di gustare l’esperienza della paternità di Dio: il figlio è chiamato a rispondere a Dio nella libertà.

A volte ci si spaventa perché il bene è difficile e faticoso, il male facile e piacevole. Il bene sembra brutto, cattivo e non desiderabile mentre il male appare bello, buono e desiderabile. Tutto questo può darci insicurezza nelle nostre scelte, nelle nostre certezze di essere figli.

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Ma un tempo, per la vostra ignoranza di Dio, eravate sottomessi a divinità, che in realtà non lo sono; ora invece che avete conosciuto Dio, anzi da lui siete stati conosciuti, come potete rivolgervi di nuovo a quei deboli e miserabili elementi, ai quali di nuovo come un tempo volete servire? Voi infatti osservate giorni, mesi, stagioni e anni! Temo per voi che io mi sia affaticato invano a vostro riguardo. (Lettera di San Paolo Apostolo ai Galati 4,8-11)

In questi versetti c’è una domanda centrale: Ancora di nuovo volete essere schiavi? Mantenersi liberi, nello spirito dell’abbandono filiale, comporta una lotta continua tra la tentazione dell’autosufficienza e l’accettazione di essere creatura che con fiducia riposa in Dio. Ci sono sempre “dei” che con il loro fascino, la loro grandezza e il loro splendore danno sicurezza. Se ci volgiamo a loro, la nostra vita non obbedisce più alla Parola di Dio, ma ad altre forze che non danno alcuna salvezza, ma esigono la nostra libertà.

Osservate giorni, mesi, stagioni e anni: anche il tempo diventa l’idolo a cui si sacrifica l’esistenza e la libertà. Oggi ci sono i tempi del rituale laico, il lavoro, le ferie, i fine settimana, la partita, l’estetista, che ritmano la vita nei minimi dettagli. Quanto rimane in un giorno per la gratuità, quanto tempo sottratto al fare, libero per contemplare?

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Cari figli, da anni io vi invito attraverso i messaggi che vi do. Figlioli, attraverso i messaggi desidero creare un bellissimo mosaico nei vostri cuori, affinché io possa offrire ognuno di voi come un’immagine originale a Dio. Perciò, figlioli, desidero che le vostre decisioni siano libere davanti a Dio, perché Egli vi ha dato la libertà. Pregate, dunque, affinché possiate decidervi solamente per Dio, senza alcuna influenza satanica. Io prego per voi al cospetto di Dio e chiedo il vostro abbandono a Dio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Medjugorje 25 novembre 1989

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§   Invochiamo la Vergine Maria, Sede della Sapienza: Ave, stella del mare (vedi domenica)

Venerdì

Ho peccato

§  Invochiamo la luce dello Spirito Santo: Litanie dello Spirito Santo… (vedi domenica)

§  Chiediamo il frutto di scoprire le radici dei nostri atteggiamenti sbagliati.

In ogni azione e scelta noi siamo sempre contesi tra egoismo e amore! “Un oggetto può dire al suo autore: <<Non mi ha fatto lui>> , e un vaso può dire al suo vasaio: <<Non capisce>>? (Is 45,16). Alla domanda del profeta possiamo rispondere di sì. Appartiene infatti, alla nostra vita, anche la realtà del peccato. Il peccato non è semplicemente una debolezza o un fallimento. E’ sempre il tentativo di arrivare senza Dio, cioè senza Amore. Per questo il peccato paralizza, chiude in se stessi, divide, fa inciampare e cadere. Avvelena i nostri rapporti con gli altri e con la creazione. Fa morire ciò che deve crescere e fiorire.

L’inganno è sempre accovacciato alla porta del cuore: è l’impressione che tutto sia a posto, per cui tutto è normale, va bene così; è assumere a metro di giudizio quello che fanno i più; è pensare che, comunque, il perdono di Dio non può molto sulla nostra condotta.

Oggi è diffusa la convinzione che le persone sono rese cattive, per necessità, dalle condizioni esterne. La Parola di Gesù, invece, toglie al male il tratto della fatalità: la vera radice dell’inquinamento sta dentro, nel cuore.

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Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.

Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la legge. Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio.  (Lettera di San Paolo Apostolo ai Galati 5,16-21).

Due parole “chiave” nascondono due modi diametralmente opposti di impostare l’esistenza:

quello della carne: voler soddisfare il bisogno di vita, di cose, di persone, di Dio attraverso il possesso. E’ cercare il proprio interesse, servendosi di tutto e di tutti. E’ amore di sé, che pone il proprio io al centro di tutto e ingoia tutto, è morte che avvolge ogni cosa.

quello dello Spirito: impostare l’esistenza sulla fiducia nella vita, sull’amore, sul dono di se stessi. E’ amore che pone al centro l’altro e lo serve, è abbraccio che dà vita.

San Paolo ci spiega com’è la vita “secondo la carne”: in essa il protagonista assoluto è l’uomo. E’ lui a produrre opere che sono “ben note”: il male, a differenza del bene, non è mai nascosto! Basta leggere i giornali… il male fa notizia e proprio per questo, a volte, ha una forza di suggestione.

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Cari figli! Con la gioia nel cuore vi amo tutti e vi invito ad avvicinarvi al mio cuore Immacolato affinchè Io possa avvicinarvi ancora di più al mio Figlio Gesù perché Lui vi dia la sua pace e il suo amore che sono il nutrimento per ciascuno di voi. Apritevi, figlioli, alla preghiera, apritevi al mio amore. Io sono vostra Madre e non posso lasciarvi soli nel vagare e nel peccato. Figlioli, siete invitati ad essere i miei figli, i miei amati figli perché possa presentarvi tutti al mio Figlio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Medjugorje 25 giugno 2013

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§   Invochiamo la Vergine Maria, Sede della Sapienza: Ave, stella del mare (vedi domenica)

Sabato

Signore, non si inorgoglisce il mio cuore

e non si leva con superbia il mio sguardo;

non vado in cerca di cose grandi,

superiori alle mie forze.

lo sono tranquillo e sereno

come bimbo svezzato in braccio a sua madre,

come un bimbo svezzato è l’anima mia.

Speri Israele nel Signore,

ora e sempre.

Salmo 131

Al termine della prima settimana di preparazione alla Consacrazione a Gesù per le mani di Maria, facciamo nostre le parole del Salmo 131.

Ora che sappiamo di poter contare su di Lui, ora che abbiamo imparato a riconoscerci figli amati da Dio, sentiamoci tranquilli e sereni, “come un bimbo in braccio a sua madre”.

Tranquilli, perché sappiamo che Dio ci vuole bene, che segue il nostro cammino con amorosa attenzione.

Sereni, con lo sguardo limpido, illuminato dalla Parola di Dio, sappiamo dove andare, qual è la giusta strada.

Con Dio vicino nulla ci può turbare, nulla può toglierci la pace che ci dona.

Per questo preghiamo con il Santo di Montfort:

Mio Dio, voglio amare te solo,
voglio vivere solo per te.
Ti offro i miei pensieri, le parole, le azioni,
le sofferenze di questo giorno.
Mi accompagni in tutto la tua santa benedizione.