La storia di Gioela e Orsola

Un battito di palpebre, un movimento delle dita, un computer per sintetizzare la voce che quel corpo malato non può più emettere e tanta, tantissima forza di volontà. Nulla è impossibile per Gioela e Orsola, figlia e madre-coraggio, che hanno abbattuto l’ultima delle barriere: laurearsi insieme a Genova in Scienze pedagogiche e dell’educazione con una votazione di 100/110.

Proprio come cinque anni fa avevano raggiunto insieme la meta del diploma al liceo psicopedagogico Regina Margherita.

Quella di Gioela Vicari e della mamma Orsola Savoca è una storia di tenacia e amore. Il calvario di Gioela, terza di quattro sorelle, comincia il 5 marzo 1992. A tre anni, viene contagiata dal morbillo, che alla fine del suo decorso mette in luce una grave patologia metabolica congenita, di cui Gioela è affetta dalla nascita, ma che non si era ancora sviluppata. Bastano alcune convulsioni e improvvisamente quella bimba smette di parlare e di camminare. Il verdetto non lascia dubbi: Glutarico Aciduria di tipo 1, pochissimi casi in tutto il mondo. Da allora una raccolta di fondi dopo l’altra, per sostenere le spese dei viaggi della speranza. Tantissime operazioni per raddrizzare la colonna vertebrale, allungare i tendini, tenerla in vita. L’ultima a Baltimora, per poter rimettere di nuovo in asse il collo.

Adesso Gioela ha 25 anni. Può comunicare solo attraverso gli occhi e i gesti delle dita, ha sviluppato una forma di linguaggio attraverso un computer. Ma non si è fermata mai davanti a niente. Due estati fa, per esempio, vide in tv il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in vacanza a Stromboli e chiese ai genitori di accompagnarla a incontrarlo. Detto fatto. Ed è stato grazie all’amore e all’aiuto della madre che in soli cinque anni, assieme a lei, ha conseguito la laurea. «Questa è una storia che deve farci riflettere e che deve insegnarci moltissimo – afferma il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che ieri ha voluto premiare con la medaglia della città le due donne –. Madre e figlia hanno scritto un nuovo inno alla vita».

L’ultimo risultato straordinario è stato raggiunto lo scorso 17 marzo a Genova, dove le due donne erano iscritte all’Università e dove hanno sostenuto tutti gli esami, studiando da autodidatte a casa a Palermo. «Gioela ha studiato grazie al libro parlato e, quando si sentiva pronta per sostenere l’esame, andavamo a Genova, dove le venivano sottoposti test e domande aperte, a cui lei rispondeva autonomamente, con l’aiuto di un tutor – racconta mamma Orsola –. In alcune materie, psichiatria per esempio, i professori hanno voluto anche interrogarla, ed è stato incredibile vederla rispondere con i suoi gesti. Mia figlia ha finito le materie a giugno scorso, io a febbraio, ma lei mi ha detto di volere laurearsi con me».

Le due “colleghe” non hanno alcuna intenzione di fermarsi qui. Sono pronte a iscriversi alla specialistica. Gioela, però, deve essere sottoposta negli Stati Uniti ad alcune visite di controllo. Ma prima di salire sull’aereo la mamma ci tiene a sottolineare: «Quando il Signore dona certe meraviglie come Gioela, vuol dire che siamo prediletti».

Tratto da Avvenire 2/04/2014