La Chiesa non è solo per le persone buone, ma anche per i peccatori

L’essenza del cristianesimo sta nel comprendere che il Signore invita tutti ad una festa: “alla gioia, di essere salvato, alla gioia di essere redento, alla gioia di partecipare la vita con Gesù”. Questo invito è rivolto a tutti “buoni e cattivi”, perché la Chiesa “non è solo per le persone buone”, ma “anche i peccatori, tutti noi peccatori siamo stati invitati”. Lo ha detto Papa Francesco nel corso dell’omelia alla Casa Santa Marta in Vaticano.

Il Pontefice ha precisato che “l’esistenza cristiana è un invito gratuito” il cui mittente è Dio. “Siamo invitati gratuitamente, per la pura grazia di Dio, puro amore del Padre. Ma la gratuità – ha precisato – implica anche delle conseguenze”. La partecipazione infatti deve essere “coerente e convinta”, non si può rispondere dicendo: “Comprerò l’entrata per andare!”.

La festa – ha sottolineato il Santo Padre – è “un raduno di persone che parlano, ridono, festeggiano, sono felici”. E’ un incontro che esige lo stare in compagnia e la condivisione “con gli altri, in famiglia, con gli amici”. Per questo motivo – ha ripetuto il Papa – essere cristiano implica “appartenenza” ad un corpo composto da gente che “è stata invitata a festa e che unisce tutti”.

A questo proposito il Vangelo di Luca indica una lista di invitati: ovvero i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi. Il Papa ha aggiunto anche tutti coloro che “hanno problemi e che sono un po’ emarginati dalla normalità della città”. Essi, ha detto, “saranno i primi in questa festa”, nella quale “tutti hanno una qualità, una virtù” che mette in comune con gli altri.

Quella della Chiesa è dunque una festa alla quale si partecipa totalmente. Il Pontefice ha spiegato che non ci si può limitare a dire: “Io vado a festa, ma mi fermo al primo salutino, perché devo stare soltanto con tre o quattro che conosco”. Per Francesco “questo non si può fare nella Chiesa: o entri con tutti, o rimani fuori. Non puoi fare una selezione”.

Così come non ci si può accontentare di stare nella lista degli invitati: “Non è sufficiente. Se non entri nella festa – ha rimarcato il Vescovo di Roma – non sei cristiano; sarai nell’elenco, però questo non serve per la tua salvezza”.

Papa Bergoglio ha poi spiegato che “entrare nella Chiesa” è una grazia, un invito del Signore a cui bisogna rispondere “facendo comunità”, “partecipando con le virtù e le qualità che il Signore ci ha dato nel servizio l’uno per l’altro”. Bisogna “essere disponibili a quello che il Signore ci chiede” senza “chiedere strade speciali o porte speciali”.

Per entrare nel popolo di Dio che cammina verso l’eternità – ha ribadito il Papa- bisogna essere coscienti che  “nessuno è protagonista”, perché solo il Signore può essere “il protagonista”. In conclusione, il Santo Padre ha esortato a mettersi “tutti dietro al Signore” che è molto generoso” e aspetta tutti “perché è misericordioso”.

Di Antonio Gaspari