Padre Tshering, da imprenditore di successo a primo prete del Bhutan «grazie a Madre Teresa»

Da imprenditore di origini buddiste a primo sacerdote cattolico del Bhutan, paesino di 650 mila abitanti (1.000 cattolici) nella catena himalayana, grazie alla beata Madre Teresa di Calcutta. È l’incredibile storia di p. Kinley Tshering sj scritta in prima persona e tradotta da AsiaNews.

Convertitosi al cattolicesimo quando aveva 15 anni, «ricevendo i sacramenti in segreto» a causa delle leggi del Bhutan che negavano al popolo la libertà religiosa, p. Kinley ha cominciato a seguire apertamente la Chiesa cattolica quando «il quarto re del Bhutan ci ha dato una Costituzione democratica» e «il diritto di praticare qualsiasi religione».

Dopo essersi laureato in India e aver ottenuto un master in marketing, p. Kinley ha cominciato a occuparsi di Franchising per Parle, la più grande azienda indiana di bibite. Ma «dal 1974 sentivo un’inquietudine dentro di me, avevo sempre desiderato consacrare la mia vita a Cristo come sacerdote. Però i miei studi professionali, le pressioni familiari e il mio stesso stile di vita non mi aiutavano a prendere una decisione definitiva. I tanti sacerdoti che mi hanno fatto da padri spirituali mi hanno sempre incoraggiato ad aspettare, e uno di questi mi ha persino suggerito di sposarmi, visto che ero uno dei pochi cattolici del Bhutan, affinché la Chiesa potesse crescere anche lì».

 Ma poiché p. Kinley voleva farsi sacerdote «ho iniziato a pregare Dio di darmi un segno. Ricordo che gli dissi: “Non devi darmi un segno come quello [dato] a Teresa del Bambino Gesù, di vedere la neve in estate, ma uno sufficiente affinché io non abbia dubbi”».

Quella sera stessa p. Kinley è salito su un aereo diretto a Calcutta «per incontrare un’amica» ed è rimasto senza fiato nel vedere sedersi di fianco a lui Madre Teresa di Calcutta: «Il mio cuore batteva all’impazzata e respiravo a stento! (…) Si incuriosì quando le dissi che venivo dal Bhutan e che ero cattolico. Le spiegai che ero un convertito, e in breve tempo sfogai con lei l’angoscia del mio cuore:

il mio desiderio di diventare un sacerdote, ma tutte le tentazioni che avevo. Mi prese la mano e mi disse: “Non ho detto questa cosa a molte persone, ma la dico a te: tu hai una vocazione, sii generoso con Dio e Lui sarà generoso con te”. I miei occhi si riempirono di lacrime e piansi per tutto il viaggio fino a Calcutta, pieno di gioia. Avevo chiesto a Dio un miracolo per affermare la mia vocazione e il Signore mi aveva mandato un angelo, proprio come [accadde] alla Vergine Maria. Non avevo altro da dire che “eccomi, sono il servo del Signore, avvenga di me quello che hai detto”».

Tornato a casa, p. Kinley decise di entrare in seminario e così si fece accompagnare dalla «amata madre» di forte fede buddista al seminario dei gesuiti al Monte Carmelo di Kurseong: «Il suo grande amore per me le permise di dimenticare il paradosso e l’ironia del momento. Una madre buddista che permette a suo figlio di diventare un monaco cattolico! Era impensabile all’epoca. Lei inghiottì tutte le sue lacrime, e con coraggio mi lasciò lì. (…) [Ma] la mia pace fu di breve durata. Quella sera mia madre tornò e mi implorò di tornare a casa e dimenticare questa pazzia. La pregai di darmi due settimane per il primo periodo di prova, [dicendole che] se non mi fosse piaciuto quello che stavo facendo lei sarebbe potuta tornare e riportarmi a casa».

 Dopo due settimane, vedendo quanto il figlio era felice, la madre disse a Kinley: «Sii un buon monaco e non tornare mai indietro sulla tua decisione». «Nove anni dopo – continua il sacerdote – lei era alla mia ordinazione ed era raggiante di gioia, mentre le mie sorelle piangevano. Ricordo cosa disse alle persone presenti all’ordinazione: “Nove anni fa ho finito di versare tutte le mie lacrime, e ora gioisco con mio figlio, lui ora servirà l’umanità”. Mio padre, un devoto buddista, non venne alla mia ordinazione, ma rispettò la mia scelta».

Dopo l’ordinazione padre Kinley si recò a Calcutta per ringraziare Madre Teresa. «La prima cosa che mi disse fu: “Per gli ultimi dieci anni ho pregato per te”». P. Kinley oggi è il primo sacerdote cattolico del Bhutan e sa chi deve ringraziare per questo: «Mia madre non è una teologa, ma mi rendo conto che quello che mi ha insegnato quando ero un bambino sono i valori cristiani che conservo da adulto. Una madre buddista ha aiutato un sacerdote gesuita a essere orgoglioso della sua vocazione, in umile servizio con i poveri, senza mai dimenticare che la vita passa e non è eterna».