Sri Lanka, Dio prende l’iniziativa

Pubblichiamo la testimonianza di un missionario attorno agli straordinari avvenimenti accaduti un mese fa in Sri Lanka, in un contesto di crescente violenza contro le comunità cristiane.

Se non reagiscono i discepoli, reagisce il Maestro.

La notte del 5 giugno, ignoti sono penetrati nella chiesa di San Francesco Saverio, Angulana, cappellania appartenente alla parrocchia di Rawatawatta, arcidiocesi di Colombo, Sri Lanka. A far del danno erano senza dubbio determinati: antiche statue rimosse e spezzate, sistema di amplificazione fuori uso. 

Il capolavoro, tuttavia, doveva essere l’Eucaristia. I vandali hanno rimosso il tabernacolo scardinandolo dal suo posto, lo hanno aperto con la forza, hanno aperto le pissidi e sparso il Santissimo Sacramento al suo interno, e lo hanno cosparso di cherosene per dargli fuoco. Il cherosene è un combustibile molto comune in Sri Lanka, usato quotidianamente per lampade dove e quando manca l’elettricità. Lo si usa inoltre per cucinare.

Tuttavia il Sacramento si è ostinatamente rifiutato di prendere fuoco. Intorno al tabernacolo dissacrato la polizia ha contato più di 30 fiammiferi usati, ma niente. Le ostie consacrate hanno persistito nella loro determinazione a non bruciare. Sono venuti per suonare, ma sono stati suonati.

E così ha trovato le cose il sacrista, che ha subito suonato le campane ed ha chiamato la gente a raccolta. Il parroco ed il viceparroco hanno condotto preghiere penitenziali di perdono e riparazione. 

La chiesa è stata chiusa, ed il Santissimo Sacramento rimosso, mentre la polizia conduce le sue indagini. Il Cardinale Arcivescovo presiederà una preghiera di riparazione per la dissacrazione della chiesa prima che venga riaperta al culto.

Lo stesso giorno la statua del Sacro Cuore è stata distrutta a Maniyanthottam, parrocchia di Passaiyoor, diocesi di Jaffna, al nord del paese. Fotografie e dettagli si possono trovare sul sito dell’Arcidiocesi: http://www.archdioceseofcolombo.com/inner.php?news_id=219

Questi sono gli ultimi di una lunga e numerosa serie di atti vandalici persecutori nei confronti della minoranza cristiana. Nonostante l’amicizia e l’armonia che regna tra la gente comune, taluni elementi cercano di far crescere il sospetto e la divisione tra le religioni per miopi ragioni di guadagno personale o di talune realtà sociali.

La gente riconosce la straordinarietà delle circostanze e lo chiama miracolo. Se Dio prende l’iniziativa, occorre certamente che i suoi discepoli usino modi evangelici, ma chiari, per fare le loro rimostranze.

di Pierluigi Vajra tratto da La Nuova Bussola Quotidiana 3 luglio 2013