Mai mi era capitato che un Papa aspettasse me per salutarmi

Il Santo Padre ha celebrato nella cappella di Santa Marta l’ultima messa prima della pausa estiva. Ci ha abituati in questi mesi a uno stile semplice e diretto. Per saperne di più abbiamo intervistato il Sig. Filippo Petrignani, che lavora presso la Direzione dei Musei Vaticani in qualità di vice responsabile dell’Ufficio Immagini e Diritti, che ha avuto modo di partecipare ad una messa celebrata dal Papa.

Quando ha partecipato alla messa del Papa?

Ho partecipato alla prima messa celebrata in pubblico dal Papa Francesco, che si è svolta domenica 17 marzo 2013 presso la Parrocchia di Sant’Anna in Vaticano. Sono stato per così dire “invitato” alla celebrazione il sabato pomeriggio precedente, allorquando una Suora che abita in Vaticano mi ha detto che il Santo Padre avrebbe presenziato la Celebrazione Eucaristica delle ore 9, aperta a tutti i residenti e i dipendenti della Città del Vaticano che avessero voluto partecipare.

C’è qualche passaggio dell’omelia tenuta dal Papa che le è rimasto particolarmente impresso?

Sono arrivato a Sant’Anna alle 8,45 circa ed ho trovato la piccola Chiesa già stracolma, trovando posto solo in fondo, verso la porta di uscita. Il Santo Padre ha celebrato la Liturgia Eucaristica, soffermandosi nell’Omelia sul Vangelo del giorno, invitandoci con parole semplici a chiedere perdono a Dio sempre e comunque. “Non ci stanchiamo di chiedere perdono, perché Dio non si stanca mai di perdonarci”. Il suo linguaggio semplice ed i suoi modi sono rimasti impressi nei nostri cuori.

Ci sono particolari sullo stile del Papa che l’hanno colpita, anche al di fuori del momento liturgico?

Alla fine della celebrazione, come da tradizione dei Suoi predecessori, il Santo Padre ha lasciato per primo la Chiesa. Le Guardie Svizzere ed il personale della Sicurezza vaticana (Corpo della Gendarmeria), come di consueto ci hanno trattenuti in Chiesa, per lasciare (immaginavamo) che il Santo Padre si allontanasse prima di consentire l’uscita del pubblico. Dopo un paio di minuti circa, ci hanno lasciati uscire. Io, essendo tra i più vicini alla porta, sono stato tra i primi a varcare la soglia. Subito dopo, l’incredibile: il Papa, come un Parroco, ci aspettava fuori dalla porta, sulla strada, ancora con i paramenti liturgici indosso, per salutarci uno ad uno!! La Signora che era davanti a me ha esclamato: “Non è possibile, non può essere il Papa…”

Invece era Lui, in persona, con il Suo sorriso. Quando l’ho incontrato mi ha chiesto subito chi fossi e dove lavorassi. E poi mi ha detto: “Prega per me”. Gli ho risposto: “Prego per Lei e per la Chiesa tutta, Santo Padre”. Lui mi ha detto: “Grazie. Anche io pregherò per tutti Voi che oggi siete venuti qui”.

Insomma, nei quasi 30 anni che presto servizio per la Santa Sede tante volte, per lavoro o solo per vederlo, per ascoltare il Suo messaggio, ho atteso il Papa, Giovanni Paolo II o Benedetto XVI, per salutarlo: sia che transitasse all’interno delle Mura vaticane, sia che arrivasse ad una Celebrazione Eucaristica, ad una processione, al GMG, ad un qualsiasi appuntamento con i Fedeli.

Mai mi era capitato che un Papa aspettasse me per salutarmi….

Ci sono altri episodi che può raccontare?

Non ho avuto modo ancora di partecipare alla Messa mattutina nella residenza di Santa Marta. I miei colleghi che sono già andati mi hanno tutti confermato l’informalità di questo Papa, che saluta tutti prima di lasciare la Cappella per andare a lavorare. Memorabile il giorno in cui, salutando il gruppo dei presenti, ha detto: “Prima di andare a lavorare ci vuole un buon caffè” e al suo Segretario che si affannava a chiedere l’arrivo dal bar di una tazzina di caffè ha risposto “No, perché? C’è una macchinetta distributrice? Andiamo a prendere il caffè lì. Non preoccupatevi, ho gli spiccioli…”

Di Nicola Rosetti  (Articolo tratto da Àncora Online, il settimanale della Diocesi di San Benedetto del Tronto)