Carlo Acutis

 Il 3 maggio 1991, a Londra, dove i suoi illustri genitori, Andrea e Antonia, si trovavano in quel momento per motivi di lavoro, nasce Carlo Acutis. Nel settembre dello stesso anno, rientrano tutti e tre a Milano, la loro città.

Molto presto Carlo si rivela un bambino di una straordinaria intelligenza, quindi di una geniale capacità di utilizzare i computer e i programmi informatici.

È affettuoso, vuole molto bene ai suoi genitori, trascorre del tempo con i nonni. Frequenta le scuole elementari e medie presso le Suore Marcelline di Milano, poi passa al Liceo classico Leone XIII retto dai Gesuiti. Ama il mare, i viaggi, le discussioni, fa amicizia con i domestici di casa, è aperto a tutti e a tutti rivolge saluto e parola.

Ha un temperamento solare, senza alcuna difficoltà a parlare con i nobili o i mendicanti che incontra per strada. Nessuno è escluso dal suo cuore davvero buono.

Tutto per Gesù

Me che cosa distingue davvero Carlo da tanti suoi coetanei? Nel corso della sua rapida esistenza, ha scoperto una Persona singolare: Gesù Cristo e di Lui, crescendo, si innamora perdutamente. Fin da piccolo, l’incontro con Gesù, sconvolge la sua vita. Carlo trova in Lui l’Amico, il Maestro, il Salvatore, la Ragione stessa della sua esistenza. Senza Gesù nel suo vivere quotidiano, non si comprende nulla di questo ragazzo, in tutto simile ai suoi amici, ma che custodisce in sé questo Segreto invincibile.

Cresce in un ambiente profondamente cristiano, in cui la fede è vissuta e testimoniata con le opere, ma è lui che sceglie di seguire Gesù liberamente con grande entusiasmo. In un mondo basato sull’effimero e la volgarità, testimonia Gesù e il suo Vangelo, che i più hanno smarrito e dimenticato, che molti combattono. Non ha paura di presentarsi come un’eccezione al mondo (ebbene, lo sia!) e di andare contro-corrente, contro la mentalità imperante di oggi.

Sa che per seguire Gesù, occorrono una grande umiltà e un gran sacrificio. I modelli sono i pastorelli di Fatima, Giacinta e Francesco Marto, San Domenico Savio e San Luigi Gonzaga, e poi San Tarcisio, martire per l’Eucarestia, Sant’Agata e Sant’Agnese, martiri per Gesù. Carlo si inserisce in questo stuolo di “piccoli” che con la loro esistenza narrano la gloria di Gesù, con coerenza e non con un fuoco passeggero. Si impegna, fino al sacrificio per vivere continuamente nell’amicizia e nella grazia con Gesù. Trova assai presto due colonne fondamentali: L’Eucaristia e la Madonna, così da sembrare uscito dalla “scuola” di Don Bosco

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Passione eucaristica

La vita di Carlo Acutis è interamente eucaristica: non solo ama e adora profondamente il Corpo e il Sangue di Gesù, ma ne accoglie in sé l’aspetto oblativo e sacrificale. Prima ancora della sua Prima Comunione, poi sempre di più, alimenta una grande devozione al SS.mo Sacramento dell’altare, in cui sa e crede che Gesù è realmente presente accanto alle sue creature. Partecipa alla Messa e alla Comunione – incredibile, ma vero, anche per un ragazzo di oggi – tutti i giorni. Dedica molto tempo alla preghiera silenziosa davanti al Tabernacolo, dove sembra come rapito dall’amore. Già, proprio così: dal Mistero eucaristico, impara a comprendere l’infinito amore di Gesù per ogni uomo.

Tutto questo è per lui una continua scuola di amore così che non gli basta essere onesto e buono, ma sente che deve fare assai di più: deve donarsi a Dio e servire i fratelli. Essere santo! Tendere alla santità.

Nasce di lì il suo zelo per la salvezza delle anime. Non si limita a pregare, ciò che è già grande cosa, ma parla spesso di Gesù, della Madonna, dei Novissimi (= le cose ultime: morte, giudizio, inferno e paradiso) e del rischio di potersi perdere nella dannazione eterna, con il peccato.

Carlo cerca di aiutare soprattutto coloro che vivono lontani da Gesù, immersi nell’indifferenza per Lui e nel peccato. Spesso si offre, prega e ripara i peccati e le offese compiute contro l’amore divino, contro il Cuore di Gesù, che sente vivo e palpitante nell’Ostia consacrata. Si comunica tutti i primi venerdì del mese per riparare i peccati e meritarsi il Paradiso. Tra i suoi scritti, le sue “note di anima”, forse l’affermazione più bella è proprio questa: “L’Eucarestia? È la mia autostrada per il Cielo!”.

Gesù gli fa bruciare le tappe nel suo cammino di ascesa. Ora ne conosciamo il perché: la sua esistenza sarebbe stata breve e la via della perfezione doveva essere percorsa da lui in poco tempo. Carlo non si sottrae e non si tira indietro e, pur sapendo di essere così diverso dalla società che lo circonda, sa anche che la santità è in realtà la norma della vita: si lascia condurre per mano, sicuro che Gesù ha scelto per lui la parte migliore che non gli verrà tolta. Prova dentro di sé la certezza di essere amato da Dio e tanto gli basta per essere a sua volta apostolo della Verità e dell’Amore, che è Gesù.

Annunciatore di Gesù

Carlo è apprezzato e stimato dai suoi compagni di scuola, anche se talvolta, viene canzonato per la sua fede vivissima. Carlo non è mai un alieno, ma è solo consapevole di aver incontrato Gesù e per essergli fedele è pronto anche a sfidare la maggioranza, che ha solo ragione, quando è nella Verità, mai perché è maggioranza. Quindi non teme le critiche e le derisioni, ma sa che sono ineluttabili per conquistare alla causa di Gesù, compagni e amici. Sì, Carlo intende conquistare anime e ci sono dei non-cristiani, di altre religioni, che per averlo conosciuto e parlato con lui, hanno chiesto il Battesimo nella Chiesa Cattolica.

È un genio del computer, nonostante i suoi verdissimi anni, e un campione dello spirito, per la sua fede salda e operosa. I suoi compagni lo cercano per farsi insegnare a usare al meglio il computer, e Carlo, mentre spiega programmi e comandi, dirige il discorso verso le Verità eterne, verso Dio. Mobilitato e posseduto da Gesù Eucaristico, non perde occasione per evangelizzare e catechizzare. Il suo esempio trascina; la sua parola spiega i Misteri della salvezza.

Emana un fascino singolare, un ascendente straordinario, diremmo un’autorevolezza che non è della sua età anagrafica. I suoi compagni sono ora concordi nel dire che Carlo è stato un vero testimone di Gesù e annunciatore del suo Vangelo.

Ha capito che è necessario un grande sforzo missionario per annunciare il Vangelo a tutti. Apprezza lo slancio apostolico del Beato Don Giacomo Alberione (1884-1971), la sua intuizione a usare i mass-media al servizio del Vangelo. L’obiettivo di Carlo è quello dei missionari più veri: giungere a quante più persone possibili per far conoscere loro la bellezza e la gioia dell’amicizia con Gesù. In questa visione della realtà, prende come modello San Paolo, l’apostolo delle genti, che impegna tutto se stesso, per portare il Vangelo a ogni creatura, fino al sacrificio della vita.

È un vero figlio della Chiesa, Carlo Acutis: per la Chiesa, prega e offre sacrifici. Il suo pensiero continuo è rivolto al Papa, nel quale, Giovanni Paolo II o Benedetto XVI che sia, crede e vede il Vicario di Cristo: per il Papa offre penitenze e preghiere. È informato sul Magistero del Papa e si appassiona ad ascoltarlo, a seguirlo nelle sue direttive.

Matura così una profonda conoscenza della Fede, fuori dal comune, tanto più se si considera la sua età: comprende e spiega concetti di Fede con parole semplici e comprensibili, che neppure un teologo potrebbe utilizzare meglio. Meraviglia e incanta sia il suo parroco, sia i religiosi e le persone che lo ascoltano parlare e che incontra. Chi lo avvicina, se ne va con una certezza di fondo: che Gesù è davvero l’unico Salvatore atteso dall’umanità anche oggi e il solo che sa riempire a pieno il cuore dell’uomo.

Consacrato alla Madonna

L’altra colonna fondamentale su cui costruisce la sua vita è la Madonna: a lei consacra più volte completamente la sua vita; a lei ricorre nei momenti di buio e di bisogno. È impossibile parlare di Carlo, senza considerare la sua forte devozione alla Madonna. È affascinato dalle sue apparizioni a Lourdes e a Fatima e ne vive il messaggio. Da Fatima impara ad amare il Cuore Immacolato di Maria, a pregare e a offrire sacrifici per riparare le offese che molti le arrecano.

Maria SS.ma è la sua Avvocata, la sua Mamma: è fedele, per amor suo alla recita quotidiana del Rosario, diffonde la sua devozione alla Madonna tra i conoscenti, visita i suoi santuari, Lourdes e Fatima compresi. È affascinato da Santa Bernadette Soubirous e dai Beati Pastorelli di Fatima e parla di loro assai volentieri per invitare molti a vivere i messaggi di Maria.

È impressionato dal racconto della visione dell’Inferno, come riferito da Lucia di Fatima, e pertanto decide di aiutare più persone che può a salvarsi l’anima. Sembra impossibile per un ragazzo, ma Carlo accosta il celebre Trattato del Purgatorio di Santa Caterina Fieschi di Genova (1447-1510), in cui la santa descrive le pene delle anime in Purgatorio. Carlo offre preghiere, penitenze e comunioni in loro suffragio.

In un mondo chiuso all’Assoluto e alle grandi eterne Verità della Fede, Carlo scuote le coscienze e invita a guardare all’aldilà, oltre l’orizzonte che non tramonta… Diventa in famiglia, nella scuola, in mezzo alla società, testimone dell’Eternità. Vive puro come un angelo, difende la santità della famiglia, contro il divorzio, e la sacralità della vita contro aborto ed eutanasia. Non conosce i compromessi. È umile e ardente. Contagioso nella fede, come un fuoco che si appicca e incendia di Verità e di amore.

“Voglio subito il Paradiso”

Non possiamo scrivere di più, tanto è affascinante. Invitiamo a leggere la sua biografia, scritta da Nicola Gori, Eucaristia, la mia autostrada per il Cielo, San Paolo, Milano, 2007.

Questo angelo in carne, all’inizio d’ottobre 2006, è colpito da leucemia di tipo 3, gravissima, incurabile. È ricoverato in ospedale. Carlo dice: “Offro tutte le sofferenze che dovrò patire al Signore per il Papa e per la Chiesa, per non fare il Purgatorio e andare diritto in Paradiso”.

Si confessava molto sovente, Carlo, ma ora è Gesù che lo accoglie nel suo abbraccio. Riceve l’Unzione degli infermi, Gesù-Ostia come Viatico per la vita eterna. Sorride a tutti con uno sguardo bellissimo, con un coraggio senza pari. Alle 6,45 del 12 ottobre 2006, Carlo Acutis, di appena 15 anni, contempla per sempre Iddio. Un piccolo, grande, meraviglioso, intimo, testimone di Gesù Cristo.