La Chiesa non è un intreccio di interessi, è opera dello Spirito Santo

Proseguendo il ciclo di catechesi sul Mistero della Chiesa, papa Francesco si è soffermato sul tema La Chiesa: tempio dello Spirito Santo. Attingendo alla Costituzione Dogmatica Lumen Gentium (n° 6), il Santo Padre ha menzionato la metafora del tempio.

Nell’Antico Testamento, il Tempio di Salomone era “il luogo dell’incontro con Dio nella preghiera”, all’interno del quale era presente “l’Arca dell’alleanza, segno della presenza di Dio in messo al popolo”, con le sue “Tavole della legge, la manna e la verga di Aronne”.

Il tempio, ha spiegato il Pontefice, è il segno del transito ininterrotto di Dio nella storia, pertanto ognuno di noi deve ricordarsi di questa storia, assieme alla propria storia, ovvero a “come Gesù mi ha incontrato, come Gesù ha camminato con me, come Gesù mi ama e mi benedice”.

Per un cristiano, il Tempio dove possiamo “trovare e incontrare il Signore” è proprio la Chiesa, che si compone di tutti i suoi fedeli, ha aggiunto il Papa.

L’antico Tempio rappresentava una “casa” per Dio, era un “segno visibile della sua presenza in mezzo al popolo”. Con l’incarnazione del figlio di Dio, tuttavia, è Dio stesso che “costruisce la sua casa” sulla terra, “per venire ad abitare in mezzo a noi” (cfr. Gv 1,14).

La nuova Casa di Dio, la Chiesa, non si compone tanto di pietre materiali, quanto di “pietre viventi”, ovvero di uomini. San Paolo, a sua volta, ricordava ai cristiani di Efeso di avere Gesù Cristo come “pietra d’angolo” (cfr. Ef 2,20-22).

In quanto “pietre vive dell’edificio di Dio”, i cristiani hanno Cristo come sostegno ma, al tempo stesso, si sostengono a vicenda. Ciò significa, ha proseguito il Santo Padre, che “il tempio siamo noi, noi siamo la Chiesa vivente, il tempio vivente e quando siamo insieme tra di noi c’è anche lo Spirito Santo, che ci aiuta a crescere come Chiesa. Noi non siamo isolati, ma siamo popolo di Dio: questa è la Chiesa!”.

C’è poi lo Spirito Santo,“con i suoi doni, che disegna la varietà” all’interno della Chiesa, che “unisce tutto e tutti”: per essa “non offriamo sacrifici materiali, ma noi stessi, la nostra vita”. La Chiesa, infatti, “non è un intreccio di cose e di interessi, ma è il Tempio dello Spirito Santo, il Tempio in cui Dio opera”, e in cui “ognuno di noi con il dono del Battesimo è pietra viva”.

Nella Chiesa “nessuno è inutile”, anzi, siamo “tutti necessari per costruire questo Tempio”, ha affermato il Papa. “Nessuno è il più importante nella Chiesa, tutti siamo uguali agli occhi di Dio”, ha aggiunto. Persino il Papa non è diverso dagli altri fedeli. “Sì, sono come ognuno di voi, tutti siamo uguali, siamo fratelli!”, ha detto Francesco.

Se qualcuno affermasse: “Io con la Chiesa non c’entro”, va a finire che “salta il mattone di una vita in questo bel Tempio”. Nessuno cristiano può abbandonare la Chiesa ma “tutti dobbiamo portare alla Chiesa la nostra vita, il nostro cuore, il nostro amore, il nostro pensiero, il nostro lavoro”.

La vera domanda che i cristiani devono porsi è: “come viviamo il nostro essere Chiesa? Siamo pietre vive o siamo, per così dire, pietre stanche, annoiate, indifferenti?”. Un vero cristiano deve essere “vivo” e “gioioso” della propria fede. Deve, cioè, “vivere questa bellezza di far parte del popolo di Dio che è la Chiesa”.

L’alternativa è, quindi, tra l’aprirsi all’azione dello Spirito Santo “per essere parte attiva nelle nostre comunità”, oppure chiudersi in se stessi, trovando il consueto alibi: “ho tante cose da fare, non è compito mio”.

Al termine dell’Udienza Generale, papa Francesco ha salutato il cardinale Salvatore De Giorgi, porgendogli i propri auguri per il sessantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale e per il quarantesimo anniversario di ordinazione episcopale del porporato.

Questi sessant’anni dedicati alla Chiesa da parte del cardinale De Giorgi, sono stati “un bel servizio che lui ha fatto con cuore di padre, con bontà di padre, e con questo cuore di padre ha fatto tanto bene alla Chiesa”, ha commentato il Santo Padre, esortando i fedeli ad avere animo grato verso il porporato.

Di Luca Marcolivio

* * * * *

La catechesi di papa Francesco durante l’Udienza Generale di mercoledì 26 giugno

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

oggi vorrei fare un breve cenno ad un’ulteriore immagine che ci aiuta ad illustrare il mistero della Chiesa: quella del tempio (cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 6).

Che cosa ci fa pensare la parola tempio? Ci fa pensare ad un edificio, ad una costruzione. In modo particolare, la mente di molti va alla storia del Popolo di Israele narrata nell’Antico Testamento. A Gerusalemme, il grande Tempio di Salomone era il luogo dell’incontro con Dio nella preghiera; all’interno del Tempio c’era l’Arca dell’alleanza, segno della presenza di Dio in mezzo al popolo; e nell’Arca c’erano le Tavole della Legge, la manna e la verga di Aronne: un richiamo al fatto che Dio era stato sempre dentro la storia del suo popolo, ne aveva accompagnato il cammino, ne aveva guidato i passi. Il tempio ricorda questa storia: anche noi quando andiamo al tempio dobbiamo ricordare questa storia, ciascuno di noi la nostra storia, come Gesù mi ha incontrato, come Gesù ha camminato con me, come Gesù mi ama e mi benedice.

Ecco, ciò che era prefigurato nell’antico Tempio, è realizzato, dalla potenza dello Spirito Santo, nella Chiesa: la Chiesa è la “casa di Dio”, il luogo della sua presenza, dove possiamo trovare e incontrare il Signore; la Chiesa è il Tempio in cui abita lo Spirito Santo che la anima, la guida e la sorregge. Se ci chiediamo: dove possiamo incontrare Dio? Dove possiamo entrare in comunione con Lui attraverso Cristo? Dove possiamo trovare la luce dello Spirito Santo che illumini la nostra vita? La risposta è: nel popolo di Dio, fra noi, che siamo Chiesa. Qui incontreremo Gesù, lo Spirito Santo e il Padre.

L’antico Tempio era edificato dalle mani degli uomini: si voleva “dare una casa” a Dio, per avere un segno visibile della sua presenza in mezzo al popolo. Con l’Incarnazione del Figlio di Dio, si compie la profezia di Natan al Re Davide (cfr 2 Sam 7,1-29): non è il re, non siamo noi a “dare una casa a Dio”, ma è Dio stesso che “costruisce la sua casa” per venire ad abitare in mezzo a noi, come scrive san Giovanni nel suo Vangelo (cfr 1,14). Cristo è il Tempio vivente del Padre, e Cristo stesso edifica la sua “casa spirituale”, la Chiesa, fatta non di pietre materiali, ma di “pietre viventi”, che siamo noi. L’Apostolo Paolo dice ai cristiani di Efeso: voi siete «edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo del Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito» (Ef 2,20-22). Questa è una cosa bella! Noi siamo le pietre vive dell’edificio di Dio, unite profondamente a Cristo, che è la pietra di sostegno, e anche di sostegno tra noi. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che il tempio siamo noi, noi siamo la Chiesa vivente, il tempio vivente e quando siamo insieme tra di noi c’è anche lo Spirito Santo, che ci aiuta a crescere come Chiesa. Noi non siamo isolati, ma siamo popolo di Dio: questa è la Chiesa!

Ed è lo Spirito Santo, con i suoi doni, che disegna la varietà. Questo è importante: cosa fa lo Spirito Santo fra noi? Egli disegna la varietà che è la ricchezza nella Chiesa e unisce tutto e tutti, così da costituire un tempio spirituale, in cui non offriamo sacrifici materiali, ma noi stessi, la nostra vita (cfr 1Pt 2,4-5). La Chiesa non è un intreccio di cose e di interessi, ma è il Tempio dello Spirito Santo, il Tempio in cui Dio opera, il Tempio dello Spirito Santo, il Tempio in cui Dio opera, il Tempio in cui ognuno di noi con il dono del Battesimo è pietra viva. Questo ci dice che nessuno è inutile nella Chiesa e se qualcuno a volte dice ad un altro: ‘Vai a casa, tu sei inutile’, questo non è vero, perché nessuno è inutile nella Chiesa, tutti siamo necessari per costruire questo Tempio! Nessuno è secondario. Nessuno è il più importante nella Chiesa, tutti siamo uguali agli occhi di Dio. Qualcuno di voi potrebbe dire: ‘Senta Signor Papa, Lei non è uguale a noi’. Sì, sono come ognuno di voi, tutti siamo uguali, siamo fratelli! Nessuno è anonimo: tutti formiamo e costruiamo la Chiesa. Questo ci invita anche a riflettere sul fatto che se manca il mattone della nostra vita cristiana, manca qualcosa alla bellezza della Chiesa. Alcuni dicono: ‘Io con la Chiesa non c’entro’, ma così salta il mattone di una vita in questo bel Tempio. Nessuno può andarsene, tutti dobbiamo portare alla Chiesa la nostra vita, il nostro cuore, il nostro amore, il nostro pensiero, il nostro lavoro: tutti insieme.

Vorrei allora che ci domandassimo: come viviamo il nostro essere Chiesa? Siamo pietre vive o siamo, per così dire, pietre stanche, annoiate, indifferenti? Avete visto quanto è brutto vedere un cristiano stanco, annoiato, indifferente? Un cristiano così non va bene, il cristiano deve essere vivo, gioioso di essere cristiano; deve vivere questa bellezza di far parte del popolo di Dio che è la Chiesa. Ci apriamo noi all’azione dello Spirito Santo per essere parte attiva nelle nostre comunità, o ci chiudiamo in noi stessi, dicendo: ‘ho tante cose da fare, non è compito mio’?

Il Signore doni a tutti noi la sua grazia, la sua forza, affinché possiamo essere profondamente uniti a Cristo, che è la pietra angolare, il pilastro, la pietra di sostegno della nostra vita e di tutta la vita della Chiesa. Preghiamo perché, animati dal suo Spirito, siamo sempre pietre vive della sua Chiesa.