La Chiesa non è una ONG, ma una storia d’amore

Nelle Messe mattutine nella Domus Sanctae Marthae, Papa Francesco dà il meglio di sé. Oltre alle celebri “frasi ad effetto” e le caratteristiche metafore tanto amate e citate dai giornalisti, il Pontefice dona ogni giorno, in pillole, una precisa visione di ciò che la Chiesa di cui è capo dovrebbe essere e fare.

Il messaggio dell’omelia di questa mattina era più chiaro che mai: “La Chiesa non è un’ong”, ma è “una storia di amore”.

È curioso pensare che queste parole il Papa le abbia pronunciate davanti ad alcuni dipendenti dello Ior. Tanto che lo stesso Pontefice ha detto loro: “Scusatemi, eh!… Tutto è necessario, gli uffici sono necessari … eh, va bè! Ma sono necessari fino ad un certo punto: come aiuto a questa storia d’amore”. “Quando l’organizzazione prende il primo posto – ha infatti sottolineato – l’amore viene giù e la Chiesa, poveretta, diventa una ong. E questa non è la strada”.

Per spiegare tale concetto, il Santo Padre è partito dalle letture del giorno che raccontavano le vicende della prima comunità cristiana che vede sempre più crescere il numero dei suoi discepoli. Un aspetto positivo, che diventa negativo – ha detto il Papa – nel momento in cui spinge a fare “patti” per avere ancora “più soci in questa impresa”.

La strada che Gesù ha voluto per la sua Chiesa è invece un’altra, ha sottolineato il Santo Padre: “la strada delle difficoltà, la strada della Croce, la strada delle persecuzioni… E questo ci fa pensare: ma cosa è questa Chiesa? Questa nostra Chiesa, perché sembra che non sia un’impresa umana”.

“Non sono i discepoli a fare la Chiesa – ha aggiunto – loro sono degli inviati, inviati da Gesù”, inviato a Sua volta dal Padre. Ed è proprio “nel cuore del Padre” che incomincia questa idea della Chiesa: “Non so se ha avuto un’idea il Padre  – ha detto Bergoglio – il Padre ha avuto amore e ha incominciato questa storia di amore tanto lunga nei tempi e che ancora non è finita”.

“Noi, donne e uomini di Chiesa – ha proseguito – siamo in mezzo ad una storia d’amore: ognuno di noi è un anello in questa catena d’amore. E se non capiamo questo, non capiamo nulla di cosa sia la Chiesa”.

E’ la strada dell’amore, infatti, l’unica via che la Chiesa può percorrere e dove può fortificarsi. Essa “non cresce con la forza umana”: è stato questo l’errore di molti cristiani nel corso dei secoliche “hanno sbagliato per ragioni storiche, hanno sbagliato la strada, hanno fatto eserciti, hanno fatto guerre di religione”. E anche noi oggi “impariamo con i nostri sbagli come va la storia d’amore”. Una storia che cresce “come il seme della senape, cresce come il lievito nella farina, senza rumore” come disse Gesù Cristo.

La Chiesa, quindi, cresce “dal basso, lentamente” ha sottolineato il Santo Padre, e quando “vuol vantarsi della sua quantità e fa delle organizzazioni, fa uffici e diventa un po’ burocratica, la Chiesa perde la sua principale sostanza e corre il pericolo di trasformarsi in una ong. E la Chiesa non è una ong…”.

Quindi cos’è la Chiesa nel concreto? “E’ Madre” ha affermato papa Bergoglio: “Ci sono tante mamme in questa Messa. Che sentite voi, se qualcuno dice: ‘Ma lei è un’organizzatrice della sua casa’? ‘No: io sono la mamma!’”.

La Chiesa dunque non è un’organizzazione – ha ribadito – non cresce “con i militari”, ma con la forza dello Spirito Santo. E noi, ha soggiunto, “tutti insieme, siamo una famiglia nella Chiesa che è la nostra Madre”. Papa Francesco, come ogni giorno al termine della Messa, ha infine elevato una preghiera a Maria, madre di Dio e madre nostra, affinché “ci dia la grazia della gioia, della gioia spirituale di camminare in questa storia d’amore”.

Di Salvatore Cernuzio tratto da Zenit