Siate voi il cuore e le braccia di Gesù!

Sintesi del messaggio di Benedetto XVI in preparazione della Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro 2013

La prossima Giornata Mondiale della Gioventù, in programma a Rio de Janeiro dal 23 al 28 luglio 2013, si terrà durante l’Anno della Fede: questa coincidenza coinvolge più che mai i giovani nello “slancio missionario”. Lo ha detto papa Benedetto XVI nel messaggio inviato ai giovani di tutto il mondo, in vista della GMG brasiliana.

Il Santo Padre ha ricordato che il contributo missionario dei giovani cattolici nel corso della storia della Chiesa è costante e abbraccia ogni epoca. Un esempio su tutti: il beato gesuita spagnolo José de Anchieta, vissuto nel XVI secolo, “partito in missione per il Brasile quando aveva meno di vent’anni e divenuto un grande apostolo del Nuovo Mondo”.

I giovani d’oggi, ha ricordato il Pontefice, sono tenuti ad essere missionari tra i propri coetanei, specie in un mondo dominato da una globalizzazione ancora pressoché esclusivamente fondata sul “progresso tecnico”. È infatti l’amore “l’unica realtà capace di colmare il cuore di ciascuno e di unire le persone”. Se dimentica Dio, l’uomo rimane “senza speranza e diventa incapace di amare il suo simile”, ha aggiunto il Papa.

Essere missionari significa innanzitutto “essere discepoli di Cristo, ascoltare sempre di nuovo l’invito a seguirlo, l’invito a guardare a Lui: «Imparate da me, che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,29)”.

Benedetto XVI ha poi esortato i giovani a “fare memoria dei doni ricevuti da Dio” per trasmetterli a loro volta, prendendo esempio dalle generazioni che ci hanno preceduto, nelle quali “tanti credenti ci hanno trasmesso la fede con coraggio, affrontando prove e incomprensioni”.

Quando si incontra Gesù Cristo, e si scopre fino a che punto siamo stati amati e salvati da Lui, nell’uomo nasce “non solo il desiderio, ma la necessità di farlo conoscere ad altri”, ha osservato il Papa. È poi lo Spirito Santo a spingere a fare il bene e a donare noi stessi: Egli è l’“anima della missione” che aiuta a vincere “la tendenza a chiudersi nel proprio mondo, nei propri problemi, nelle proprie abitudini”.

Il Santo Padre ha rinnovato l’invito ai giovani ad annunciare il Vangelo a tutti i popoli “fino ai confini della terra”, senza trascurare i contesti sociali a noi più vicini: “le famiglie, i quartieri, gli ambienti di studio o di lavoro, i gruppi di amici e i luoghi del tempo libero”. Il messaggio del Vangelo è infatti destinato a chiunque, “senza alcun limite”.

Due terreni di evangelizzazione sono stati sottolineati in modo particolare da Benedetto XVI. Il primo è il mondo della “comunicazioni sociali”, con particolare riguardo a internet. “Sappiate dunque usare con saggezza questo mezzo, considerando anche le insidie che esso contiene, in particolare il rischio della dipendenza, di confondere il mondo reale con quello virtuale, di sostituire l’incontro e il dialogo diretto con le persone con i contatti in rete”, ha esortato a tal proposito.

L’altro ambito è quello della “mobilità”, ovvero dei viaggi o delle migrazioni “sia per motivi di studio o di lavoro, sia per divertimento”. Anche questi fenomeni possono diventare “occasioni provvidenziali per la diffusione del Vangelo”, ha commentato il Papa.

La difficoltà che i giovani cattolici incontrano quando si tratta di conquistare a Cristo il cuore dei loro coetanei, implica che l’annuncio della Buona Novella “non passa solamente attraverso le parole, ma deve coinvolgere tutta la vita e tradursi in gesti di amore”.

Le trappole dello scoraggiamento e del senso di inadeguatezza rispetto alla missione da compiere, si possono evitare, se si rammenta che l’evangelizzazione “non è una nostra iniziativa e non dipende anzitutto dai nostri talenti, ma è una risposta fiduciosa e obbediente alla chiamata di Dio, e perciò si basa non sulla nostra forza, ma sulla sua”, ha proseguito il Pontefice.

Se i giovani seguono un cammino di formazione cristiana fortemente ancorato ai sacramenti – Eucaristia e Riconciliazione in particolare – Cristo stesso donerà loro “la capacità di essere pienamente fedeli alla sua Parola e di testimoniarlo con lealtà e coraggio”.

I giovani che vivono in paesi dove l’odio anticristiano è in atto, sono stati incoraggiati da Benedetto XVI a “restare saldi nella fede, sicuri che Cristo è accanto a voi in ogni prova”.

In conclusione del suo messaggio, il Papa ha evocato la statua del Cristo Redentore di Rio de Janeiro, che la prossima estate accoglierà i giovani pellegrini: “il suo cuore è aperto all’amore verso tutti, senza distinzioni, e le sue braccia sono tese per raggiungere ciascuno. Siate voi il cuore e le braccia di Gesù! Andate a testimoniare il suo amore, siate i nuovi missionari animati dall’amore e dall’accoglienza!”.

Rivolto in modo particolare ai giovani latino-americani, che “costituiscono la maggioranza della popolazione” del continente e che “rappresentano una forza importante e preziosa per la Chiesa e per la società”, Benedetto XVI li ha esortati ad essere i “primi missionari” e a trasmettere ai propri coetanei l’“entusiasmo” della propria fede.

di Luca Marcolivio  Tratto da Zenit 17/11/2012