La Santa Casa di Loreto

Il santuario di Loreto conserva, secondo un’antica tradizione, la Casa nazaretana della Madonna. La dimora terrena di Maria a Nazareth era costituita da due parti: da una Grotta scavata nella roccia, tuttora venerata nella Basilica dell’Annunciazione di Nazareth, e da una Casa in muratura antistante.

Secondo la tradizione, nel 1291, quando i crociati furono espulsi definitivamente dalla Palestina con la perdita del Porto di Accon, la Casa in muratura della Madonna tu trasportata, “per ministero angelico”, prima in Illiria e poi nel territorio di Loreto (10 dicembre 1294).

Oggi, in base a nuove indicazioni documentali, ai risultati degli scavi archeologici nel sottosuolo della S. Casa (1962-65) e a studi filologici e iconografici, si va sempre più confermando l’ipotesi secondo cui le pietre della S. Casa sono state trasportate a Loreto su nave, per iniziativa umana.

Infatti, un documento del settembre 1294. scoperto di recente, attesta che Niceforo Angelo, despota dell’Epiro, nel dare la propria figlia Ithamar in sposa a Filippo di Taranto, quartogenito di Carlo II d’Angiò, re di Napoli, trasmise a lui una serie di beni dotali, fra i quali compaiono con spiccata evidenza: “Le sante pietre portate via dalla Casa della Nostra Signora la Vergine Madre di Dio”.

La notizia trova riscontro con quanto alcuni studiosi, agli inizi di questo secolo, dicono di aver letto in altri documenti dell’archivio vaticano, oggi introvabili, secondo i quali la citata famiglia bizantina Angelo o De Angelis, nel sec. XIII, salvò le pietre della S. Casa di Nazareth dalle devastazioni dei musulmani e le fece trasportare a Loreto per ricostruirvi il sacello.

Di grande interesse risultano anche alcuni graffiti incisi sulle pietre della S. Casa, assai simili a quelli riscontrati a Nazareth. Forse dal nome degli Angelo d’Epiro può essere sorta la versione popolare del trasporto della S. Casa “per ministero angelico”. Qualunque sia la verità sul trasporto della S. Casa “per ministero angelico” o per iniziativa umana, essa pure ispirata dall’alto – è certo che Loreto ha un legame tutto speciale con la dimora nazaretana di Maria.

I messaggi della Santa Casa

Giovanni Paolo Il nella Lettera per i VII Centenario lauretano, indirizzata a mons. Pasquale Macchi, arcivescovo di Loreto, il 15 agosto 1993, ha scritto: “La S. Casa di Loreto non è solo una reliquia, ma anche una preziosa icona concreta” (n. 2).

E’ reliquia perché è “resto”, cioè parte superstite della dimora nazaretana di Maria. E’ icona perché si fa specchio che riflette ineffabili verità di fede e rifrange luce su alti valori di vita cristiana. Per questo la S. Casa di Loreto è il primo santuario di portata internazionale dedicato alla Vergine .

1. Culla dell’Immacolata

La Casa nazaretana venerata a Loreto è identificata dalla tradizione con quella in cui la Vergine Maria nacque e fu educata e poi salutata dall’Arcangelo Gabriele.

2. Dimora del Verbo Incarnato

La S. Casa è il santuario dell’Incarnazione. E’ questo il mistero di cui essa fa quotidiana e orante memoria! E’ questo il mistero che teologicamente la caratterizza e la qualifica!

Scrive Giovanni Paolo II: La S. Casa di Loreto è “icona” non di astratte verità, ma di un evento e di un mistero: l’Incarnazione del Verbo. E’ sempre con profonda commozione che, entrando nel venerato sacello, si leggono le parole poste sopra l’altare: Hic Verbum caro factum est: Qui il Verbo si è fatto carne.

3. Cenacolo dello Spirito Santo

La Vergine Maria nella sua Casa di Nazareth ha concepito il Figlio di Dio per opera dello Spirito Santo (Lc 1, 13). Così sviluppa questo aspetto il Santo Padre: “E dove si potrebbe parlare con più efficacia del ruolo dello Spirito Santo, ‘datore di vita’, se non nel Santuario lauretano, che ricorda il momento e il luogo in cui Egli compì la suprema delle sue operazioni ‘vivificanti’ dando vita, nel seno di Maria, all’umanità del Salvatore?”.

Grotta di Nazareth

4. Tabernacolo della Santissima Trinità

Nell’annuncio dell’angelo a Maria sono chiamate in causa le tre Persone della Santissima Trinità: Dio Padre (l’altissimo), Dio Figlio e Dio Spirito Santo.

5. Casa dell’avvento

Maria nella sua dimora nazaretana, in un prolungato avvento, attese la nascita del Figlio nel silenzio e nella contemplazione del mistero.

6. La Casa di tutti i figli adottivi di Dio

E’ un motivo teologico caro al magistero del Papa che vi è tornato più di una volta. La Casa del Figlio dell’uomo è la casa universale di tutti i figli adottivi di Dio. La storia di ogni uomo, in un certo senso, passa attraverso quella casa. La storia dell’intera umanità in quella casa riannoda le sue fila. La Chiesa che è in Italia, alla quale la Provvidenza ha legato il santuario della S. Casa di Nazareth, ritrova lì una viva memoria del mistero dell’Incarnazione, grazie al quale ogni uomo è chiamato alla dignità di figlio di Dio.

7. La Casa del sì di Maria e delle persone consacrate

Questo aspetto è stato messo in evidenza dal Papa nei suoi vari interventi mariano-lauretani: “La S. Casa ricorda in pari modo anche la grandezza della vocazione alla vita consacrata e alla verginità per il Regno, la quale ebbe qui la gloriosa inaugurazione nella persona di Maria, Vergine e Madre” .

8. Santuario della riconciliazione

A Loreto giungono innumerevoli pellegrini per riconciliarsi con Dio e con i fratelli nel sacramento della confessione, sperimentando la dolcezza ineffabile del perdono e della grazia.

9. Prima chiesa domestica della storia

La S. Casa di Loreto fa riferimento, in primo luogo, al mistero dell’Incarnazione, perché vi è avvenuto l’annuncio angelico a Maria. E’ considerata anche, però, luogo che accolse, almeno saltuariamente, la Santa Famiglia. Scrive il santo Padre:

“Il ricordo della vita nascosta di Nazareth evoca questioni quanto mai concrete e vicine all’esperienza di ogni uomo e di ogni donna. Esso ridesta il senso della santità della famiglia, prospettando di colpo tutto un mondo di valori, oggi così minacciati, quali la fedeltà, il rispetto della vita, l’educazione dei figli, la preghiera, che le famiglie cristiane possono riscoprire dentro le pareti della Santa Casa, prima ed esemplare “chiesa domestica” della storia”.

10. Luogo del lavoro santificato

Dice il Papa: “Nessuna considerazione teorica potrà mai esaltare la dignità del lavoro umano quanto il semplice fatto che il Figlio di Dio ha lavorato a Nazareth ed ha voluto essere chiamato ‘figlio del falegname’ (cf. Mt 13, 55). Il lavoratore cristiano che ripensa la sua vocazione all’ombra della Santa Casa scopre anche un’altra importante verità: che il lavoro non solo nobilita l’uomo e lo rende partecipe dell’opera creatrice di Dio, ma può essere altresì un’autentica via per realizzare la propria fondamentale vocazione alla santità”.

11. Oasi degli infermi

Da sempre la S. Casa di Loreto è stata meta di pellegrini malati, che hanno invocato dalla Vergine protezione e guarigione. Dal 1936 vi confluiscono i “treni bianchi” organizzati dall’Unitalsi e da consimili associazioni.

12. La Casa della vedovanza santificata

Su questo aspetto inedito ma altamente significativo si è soffermato Giovanni Paolo Il nel suo discorso rivolto alle vedove di Sarajevo, nella basilica di Loreto, il 10 dicembre 1994. Ecco le sue parole: “Il pensiero va, in questo momento, alla Famiglia di Nazareth. Grande è il suo fascino! In essa si rispecchia ogni situazione familiare, anche la vostra. Maria Santissima, infatti, per quanto possiamo intuire leggendo i Vangeli, ha conosciuto la condizione della vedovanza: del suo sposo San Giuseppe, dopo l’episodio di Gesù dodicenne nel Tempio, non si fa più parola”.

13. La Casa in cammino

Una strofa dell’inno del VII Centenario Lauretano dice: “è la Casa del cammino da Oriente ad Occidente: essa è segno della gente pellegrina verso il ciel”.

Così la Casa lauretana diventa segno di protezione per emigranti ed esuli, che cambiano patria, come la dimora mariana di Nazareth.  In special modo, la Madonna di Loreto è Patrona universale dei viaggiatori in aereo, e tale l’ha proclamata Benedetto XV nel 1920.