16 luglio Beata Vergine Maria del monte Carmelo

La  devozione  alla  Beata  Vergine  Maria  del  Monte  Carmelo  (questa  la  titolatura  completa)  o  del  Carmine affonda  le  sue  radici  nella  storia  dell’Ordine  Carmelitano  che  la  diffuse  in  occidente  ai  tempi  delle  crociate.

Il Monte Carmelo, in Palestina, fin dal tempo dei Fenici (chiamati Filistei nella Sacra Bibbia) fu meta di anacoreti; lassù si ritirarono, dopo la morte di Gesù, alcuni cristiani aspiranti alla perfezione dei consigli evangelici e sul Carmelo dedicarono il primo Tempio alla Vergine che perciò si chiamò Madonna del Carmelo o del Carmine.

Ma il Carmelo divenne insufficiente a contenere tutti quelli che si raccoglievano intorno ai primi Carmelitani e si ebbero così molti eremiti devoti alla Vergine sparsi in Palestina prima, e poi in Egitto ed in tutto l’Oriente. Verso il 1150 finalmente si organizzarono a vita comune e si ebbero dei monasteri carmelitani che, col ritorno dei Crociati, si moltiplicarono anche in occidente e precisamente in Sicilia ed in Inghilterra.

A questo punto giova ricordare due fatti prodigiosi. Il 16 Luglio 1251 appariva la Vergine Santa a San Simone Stock d’origine inglese, che da qualche anno reggeva le sorti dell’Ordine inglese e, porgendogli lo Scapolare, gli diceva: “Prendi, o figlio dilettissimo, questo Scapolare del tuo Ordine, segno distintivo della mia Confraternita. Ecco un segno di salute, di salvezza nei pericoli, di alleanza e di pace con voi in eterno. Chi morrà vestito di questo abito, non soffrirà il fuoco eterno.”

Queste parole della Madonna non ci dispensano dal vivere secondo la legge di Dio; ci promettono soltanto l’intercessione della Vergine per una santa morte.

Un secolo dopo l’apparizione a S. Simone Stock, la Vergine SS. del Carmine appariva al Pontefice Giovanni XXII e, dopo avergli raccomandato l’Ordine del Carmelo, gli prometteva di liberare i suoi confratelli dalle fiamme del Purgatorio il sabato successivo alla loro morte.

Questa seconda promessa della Vergine porta il nome di Privilegio Sabatino che ha origine dalla Bolla Sabatina dello stesso Pontefice Giovanni XXII e datata in Avignone il 3 marzo 1322.

Sua Santità Pio X con decreto della S. Congregazione del S. Ufficio del 16 dicembre 1910 concesse che lo Scapolare si potesse sostituire con una medaglia che portasse da una parte la effige del S. Cuore e dall’altra quella della Madonna (preferibilmente del Carmine).

Per usufruire della Grande Promessa (fatta a S. Simone Stock), bisogna ricevere lo Scapolare da un sacerdote autorizzato, portarlo sempre addosso devotamente e iscriversi nei registri della Confraternita.

Per usufruire del Privilegio Sabatino bisogna inoltre osservare la castità del proprio stato e recitare alcune preghiere che il sacerdote determina nell’atto di consegnare lo Scapolare.

Lo Scapolare è essenzialmente un “abito”.

Indica una striscia di stoffa che i monaci indossavano sopra l’abito religioso durante il lavoro manuale.

Col tempo assunse un significato simbolico: quello di portare la croce di ogni giorno, come i discepoli e i seguaci di Gesù.

In alcuni Ordini religiosi, come nel Carmelo, lo Scapolare divenne segno della loro identità e della loro vita. Per questo, chi lo riceve diventa membro della Famiglia Carmelitana, e si impegna a vivere la sua spiritualità con le caratteristiche del proprio stato di vita. Lo Scapolare o “abitino”, infatti è l’abito in miniatura di questo Ordine, il quale per vivere “nello ossequio di Gesù Cristo” , ha scelto l’esperienza spirituale di familiarità con Maria, sorella, madre e modello.

Lo Scapolare è, quindi, il segno sensibile, approvato dalla Chiesa, con il quale rendiamo manifesta la nostra consacrazione a Maria e i vincoli che ci legano a Lei.

Così lo hanno considerato i numerosi Santi, che hanno mai voluto separarsene e che lo hanno considerato vincolo di unione ad una famiglia religiosa, di cui volevano vivere l’impegno di particolare dedizione alla Madonna, sicuri della sua speciale protezione materna durante la vita e nell’ora della morte.

“Per tutti coloro che lo indossano, lo Scapolare diventi – come disse ancora Pio XII – memoriale della Madonna, specchio di umiltà e di castità, breviario di modestia e di semplicità, eloquente espressione simbolica della preghiera d’invocazione dell’aiuto divino”. In tale ottica, anche il “segno” costituito dallo Scapolare ha il significato più autentico.

Il punto centrale della devozione allo Scapolare è la consacrazione a Maria, come offerta di sè e della propria vita e come impegno di onorarla rivivendone le virtù.

S. Alfonso Maria de’ Liguori scrive che i fedeli indossano lo Scapolare” in segno di essere dedicati alla di Lei servitù, e di essere del numero della famiglia della Madre di Dio» (Le Glorie di Maria).

Pio XII vede nello Scapolare un segno di “consacrazione al Cuore Immacolato di Maria” (Lettera autografa 1950) e dice che il cristiano, indossandolo, “fa professione di appartenere a Nostra Signora, come il cavaliere del secolo XIII, al quale risale l’origine dello Scapolare, che sotto lo sguardo della sua Dama, si sentiva valoroso e sicuro nel combattimento e, portando i suoi “colori”, avrebbe preferito molte volte morire, piuttosto che lasciarli macchiare» (Discorso per il Centenario celio Scapolare 1950).

La decisione di consacrarsi a Maria deriva da una scelta di fede e d’amore. È un fatto intimo, che impegna la persona nel più profondo. Tale scelta poi può manifestarsi esternamente per mezzo di segni che cadono sotto l’esperienza sensibile e possono essere percepiti dagli altri. L’uso di essi è pienamente conforme alla natura dell’uomo, che solo attraverso i sensi comunica con il mondo esterno. Anche Gesù, nei Sacramenti, si serve di segni sensibili come veicoli di Grazia.

Lo Scapolare è un segno sensibile, approvato dalla Chiesa, con il quale evidenziamo la nostra consacrazione alla Madonna e i vincoli di amore che ad essa ci legano. Come l’anello nuziale è una testimonianza della consacrazione matrimoniale di un uomo e una donna, così lo Scapolare dice a tutti che uno è consacrato a Maria.

Come offerta totale di sè, della propria persona e della propria attività, la consacrazione vale incomparabilmente di più di qualunque altro ossequio che si possa offrire alla Madre di Dio: costituisce il vertice della devozione mariana.

Questa devozione favorisce la crescita interiore e l’esercizio delle virtù soprannaturali e porta alla piena attuazione della grazia battesimale. Con le sue esigenze intime è fatta per anime generose e consapevoli che, a imitazione di Maria e con il suo aiuto, tendono sinceramente alla perfezione cristiana.