Miracolo Eucaristico di Patierno

Il 27 gennaio 1772 alcuni ladri entrarono furtivi nella chiesa di San Pietro Apostolo nel Borgo di Patierno: asportarono arredi e oggetti sacri, fra cui anche la pisside contenente diverse Ostie consacrate. 

La mattina seguente, accortosi del furto, il Parroco mobilitò diversi parrocchiani per gettarsi alla ricerca delle Particole trafugate. Tutto risultò vano. 

Trascorse quasi un mese, fino a che, il 18 febbraio del medesimo 1772, un giovane diciottenne, Giuseppe Orefice, passando di buon mattino accanto al campo del Duca di Grottelle, vide qualcosa brillare nel buio.

Non appena rincasato riferì la visione delle misteriose luci al padre che, un po’ incredulo, non diede al racconto importanza alcuna. 

Il giorno seguente – il 19 febbraio 1772 – si trovarono però di nuovo a passare presso il campo del Duca: con Giuseppe c’era il padre e il fratello minore. 

Giunti sul luogo della visione tutti e tre videro distintamente stelle misteriose brillare nell’oscurità proprio in prossimità del terreno. Giuseppe allora, corse ad informare il parroco il quale raggiunto il luogo indicato in compagnia del fratello Sacerdote, rinvenne sotto le zolle umide un buon numero di Ostie integre e perfettamente conservate. 

Altri Sacerdoti vollero perlustrare il campo e vennero così rinvenute anche le altre Particole mancanti. 

Le Ostie furono collocate, mediante una solenne processione, nella Chiesa di San Pietro Apostolo dove sono ancor oggi conservate e venerate. 

La notizia del fatto prodigioso si diffuse rapidamente attirando l’attenzione del Vescovo di allora, il grande Sant’Alfonso Maria del Liguori, il quale certificò la veridicità del miracolo dopo una rigorosa inchiesta.

Protagonisti del miracolo di Patierno sono poi due capisaldi della società umana e cristiana: la famiglia e il sacerdozio. È una famiglia che “avvista” Gesù – anzi, considerate le precedenti infruttuose ricerche del parroco, potremmo più giustamente dire che è Gesù a manifestarsi a una famiglia -, ma sono i Sacerdoti che in seguito lo riconoscono e lo trovano. 

Questo insegna come Gesù permanga nel Sacramento per tutti, come egli voglia rimanere con i suoi tutti i giorni fino alla fine del mondo, ma tra questi “suoi” ha scelto qualcuno che lo rappresenti in modo particolare, che sia intermediario fra il popolo di questa sua Presenza Perpetua e Salvifica: il Sacerdote. 

“Quando un giovinetto sa distinguere tra pane e pane e palesa sufficiente istruzione, non si badi più all’età

e venga il Sovrano celeste a regnare in quell’anima benedetta”.

S. Giovanni Bosco