Carissimi, sicuramente tutti voi avete partecipato, personalmente o tramite i mezzi di comunicazione, alla Celebrazione di beatificazione di Papa
La meditazione di quest’anno prende spunto dalle Celebrazioni di Papa Benedetto, un po’ diverse forse da quelle in cui ci aveva abituato Papa
La Liturgia secondo l’insegnamento tradizionale è il vero ed efficace servizio a Dio (di lode e di glorificazione) e al prossimo (di aiuto, di preghiera e santificazione), non è una semplice creazione umana ma deriva da Gesù Cristo e dagli Apostoli stessi.
L’Eucaristia è definita fonte viva di santità, la cui unica origine è Dio. Essa è stata infatti il nutrimento vivo e vero, come vivo e vero sono il Pane e Vino consacrati, di innumerevoli Santi e martiri ma pensando ai nostri giorni ricordiamo anche i tanti lavoratori che si alzano presto per partecipare alla prima Messa della giornata, i malati che trovano forza e nutrimento nel Corpo di Cristo, i carcerati e i poveri che ricevono Cristo da santi Sacerdoti che spendono la propria vita per gli altri, le famiglie che partecipano unite alle celebrazioni eucaristiche.
Ma chi è il protagonista della Liturgia? Siamo noi, i singoli, la comunità, il Sacerdote o forse i protagonisti sono Dio e il Suo Agnello Immolato, Gesù Cristo? La risposta non può che essere una sola: il vero e unico protagonista è Dio e segni della Sua presenza e centralità sono l’Altare e il Crocifisso, cui tutti, comunità e Sacerdote, devono guardare.
Il Santo Padre ha fatto una dichiarazione molto forte: “Sono convinto che la crisi ecclesiale in cui oggi ci troviamo dipenda in gran parte dal crollo della Liturgia, che talvolta viene concepita come se in Essa non importasse più se Dio c’è e ci parla e ci ascolta”. Ecco allora l’accorato appello del Papa e il Suo desiderio di un ritorno al senso del sacro, dell’adorazione e del mistero che sono propri della Liturgia intesa come vero culto a Dio e servizio a Cristo.
La Chiesa ci insegna con profonda convinzione che nelle Specie Eucaristiche il Signore è realmente presente quindi ci esorta ad inginocchiarci in atteggiamento di umile adorazione del Signore presente nel Tabernacolo. Nello stesso modo quindi l’Eucaristia al momento della comunione deve essere accolta con stupore, massima riverenza e in atteggiamento di umile adorazione perché “soltanto nell’adorazione può maturare un’accoglienza profonda e vera” (Benedetto XVI Sacramentum Caritatis 66).
E’ chiaro allora che assumere gesti e atteggiamenti del corpo e dello spirito che facilitano il silenzio, il raccoglimento, l’umile accettazione della nostra povertà davanti all’infinita grandezza e santità di Colui che ci viene incontro nelle Specie Eucaristiche diventa coerente e indispensabile. Il miglior modo per esprimere il nostro senso di riverenza sarebbe quello di seguire l’esempio di Pietro che, come racconta il Vangelo, si gettò in ginocchio davanti al Signore e disse: “Signore, allontanati da me che sono un peccatore” (Lc 5,8).
Il Santo Padre nel suo libro Teologia della Liturgia ci dice: Chi impara a credere, impara anche a inginocchiarsi ed un fedele e una Liturgia che non conoscesse più l’inginocchiarsi sarebbe malata in un punto centrale. Dove questo gesto è andato perduto, dobbiamo impararlo di nuovo, per rimanere con la nostra preghiera nella comunione degli Apostoli e dei Martiri, nella comunione di tutto il cosmo, nell’unità con Gesù Cristo stesso”.
“Dando all’Eucaristia tutto il rilievo che essa merita e badando con ogni premura a non attenuarne alcuna dimensione ed esigenza, ci dimostriamo veramente consapevoli della grandezza di questo dono. Ci invita a questo una tradizione ininterrotta, che fin dai primi secoli ha visto la comunità cristiana vigile nella custodia di questo “tesoro”. Non c’è pericolo di esagerare nella cura di questo Mistero, perché in questo sacramento si riassume tutto il mistero della nostra salvezza”.
In continuità con l’insegnamento del suo Predecessore, a partire dalla solennità del Corpus Domini del 2008, il Santo Padre Benedetto XVI ha iniziato a distribuire ai fedeli il Corpo del Signore direttamente sulla lingua e stando inginocchiati.
E’ vero che si può prendere la Comunione con grande riverenza anche ricevendola nella mano, ma nella forma più diffusa e generalizzata questo gesto contribuisce a un indebolimento del rispetto e della venerazione che dobbiamo avere nei riguardi del Signore. Pensiamo a quanto dolore sentiamo nel cuore quando vediamo dei comunicandi, molte volte bambini e adolescenti, che tornano ai loro posti come se nulla di straordinario fosse accaduto. In molti casi non si nota quel senso di serietà e silenzio interiore , che devono segnalare la presenza di Dio nell’anima. Ci sono poi abusi di chi porta via le Sacre Specie per tenerle come souvenir, di chi le vende o, peggio ancora, di chi le usa per riti satanici.
Queste situazioni non ci portano solo a riflettere sulla grave perdita della fede, ma anche sugli oltraggi e offese al Signore che si degna di venirci incontro volendo renderci simili a Lui, affinchè rispecchi in noi la santità di Dio.
Cosa possiamo fare noi consacrati per mettere in pratica le parole del santo Padre nelle nostre famiglie e comunità? Guardiamo a Maria, la Madre del Signore! Lei è il modello dell’atteggiamento interiore ed esteriore quando riceviamo Gesù nell’Eucaristia. Uniamo la nostra adorazione alla Sua, sicuri di far contento Gesù, dato che nessun cuore lo ha mai amato come quello di Maria. E’ la prima adoratrice, è
Maria è il Tabernacolo vivente dell’Eucaristia, perché creatura che ha accolto nel Suo seno il Verbo di Dio e Gli ha dato la sua carne e il suo sangue così da diventare Ostia Consacrata. Ma l’amore di Dio è così grande che non gli è bastato diventare uomo come noi incarnandosi nel seno di Maria, ma ha voluto estendere l’incarnazione in ogni cuore che lo ama e desidera nutrirsi di Lui. Sì, siamo tabernacoli della Santissima Trinità! Che grande mistero d’amore! A quale altezza Dio ha elevato noi semplici creature!
Pensiamo a cosa avrà provato Maria Santissima dopo l’annuncio dell’Angelo che le rivelava
Quale gioia e felicità se sapremo fare del nostro cuore un tabernacolo silenzioso e adorante, per amare Gesù anche per coloro che non lo amano!
S. Luigi Maria da Montfort, il Santo che noi tutti conosciamo, consiglia a tutti i devoti di Maria di fare
E’ sicuramente il modo più bello, più caro al Cuore di Gesù e più ricco di grazie spirituali.
Maria a Medjugorje ci insegna che se vogliamo cambiare il mondo dobbiamo prima cambiare noi stessi con una conversione profonda e radicale. Cerchiamo di ricevere il Signore nel Sacramento dell’Eucaristia con più rispetto e amore, dedichiamo più tempo all’adorazione eucaristica, durante la Liturgia lasciamo tutto quello che può essere fonte di distrazione e diamo spazio al silenzio, all’ascolto della parola, al colloquio intimo e personale con Gesù vivo e vero.
Ascoltiamo le commoventi parole di San Giovanni Crisostomo, dottore eucaristico:
“Andiamo con la dovuta modestia all’incontro del Re dei Cieli. E al ricevere quell’Ostia santa e immacolata, baciamola con effusione e abbracciandola con il nostro sguardo riscaldiamo la nostra mente e la nostra anima, per non riunirci per il giudizio e la condanna, ma per diventare santi ed edificare il prossimo”.
E ancora: “Pensa quanta santità è necessaria che tu abbia, dal momento che hai ricevuto dei segni ancora più grandi di quelli che i giudei ricevettero nel Santo dei Santi! Ad abitare in te, infatti, non tieni i Cherubini ma il Signore degli stessi Cherubini, non hai né l’arca, né la manna, né le tavole di pietra e neppure la verga di Aronne, ma il Corpo e il Sangue del Signore, lo Spirito al posto della lettera, hai un dono inenarrabile. Ebbene, con quanti più grandi segni e più venerabili misteri sei stato onorato, di tanta maggiore santità sei tenuto a rendere conto”.
Quel “Non abbiate paura!” del beato
Vi ricordiamo gli appuntamenti per gli incontri di preparazione che non sono importanti solo per coloro che desiderano consacrarsi la prima volta, ma anche per noi già consacrati! La consacrazione è l’inizio di un cammino che noi facciamo con Maria, per questo sono molto importanti questi incontri di confronto, approfondimento e anche testimonianza, perché quando si è soli è più facile scoraggiarsi.
Quest’anno il giorno del Cuore Immacolato di Maria è il 2 luglio, ma siamo sicuri che il caldo non vi distoglierà dal venire numerosi, magari portando persone nuove. Tutto quello che noi facciamo per il Signore non rimarrà senza ricompensa!
Dato che è difficile trovarci durante l’anno, abbiamo pensato di aggiungere un’altra settimana alle 3 solite, così da dare più possibilità a tutti di partecipare. Ecco allora le date degli incontri di preparazione:
SABATO 4 – 11 – 18 – 25 GIUGNO alle ore 15.00 presso
Le catechesi saranno tenute da P. Giovanni Crippa, sacerdote monfortano e tratterrà il tema della Beatitudini. Il Padre ha già preparato delle schede che verranno distribuite per ciascuna settimana, ci aiuteranno a prepararci bene per la Consacrazione solenne il giorno
Sabato 2 luglio alle ore 15.oo nella Chiesa SS. Martino e Rosa di Conegliano