Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria 23° anno Lettera per i consacrati

Carissimi, sicuramente tutti voi avete partecipato, personalmente o tramite i mezzi di comunicazione, alla Celebrazione di beatificazione di Papa Giovanni Paolo II in S. Pietro a Roma. E’ stata una celebrazione toccante e commovente che ha lasciato nel nostro cuore un segno, una certezza, che Dio non ci abbandona e tramite persone speciali come questo meraviglioso Papa, ci dice: non temete!   non abbiate paura! Io sono con voi!

La meditazione di quest’anno prende spunto dalle Celebrazioni di Papa Benedetto, un po’ diverse forse da quelle in cui ci aveva abituato Papa Giovanni Paolo, e dalla Riforma Liturgica voluta fortemente dal S. Padre. Cerchiamo di capire in maniera semplice il Suo pensiero riguardo la Santa Messa.

La Liturgia secondo l’insegnamento tradizionale è il vero ed efficace servizio a Dio (di lode e di glorificazione) e al prossimo (di aiuto, di preghiera e santificazione), non è una semplice creazione umana ma deriva da Gesù Cristo e dagli Apostoli stessi.

L’Eucaristia è definita fonte viva di santità, la cui unica origine è Dio. Essa è stata infatti il nutrimento vivo e vero, come vivo e vero sono il Pane e Vino consacrati, di innumerevoli Santi e martiri ma pensando ai nostri giorni ricordiamo anche i tanti lavoratori che si alzano presto per partecipare alla prima Messa della giornata, i malati che trovano forza e nutrimento nel Corpo di Cristo, i carcerati e i poveri che ricevono Cristo da santi Sacerdoti che spendono la propria vita per gli altri, le famiglie che partecipano unite alle celebrazioni eucaristiche.

Ma chi è il protagonista della Liturgia? Siamo noi, i singoli, la comunità, il Sacerdote o forse i protagonisti sono Dio e il Suo Agnello Immolato, Gesù Cristo? La risposta non può che essere una sola: il vero e unico protagonista è Dio e segni della Sua presenza e centralità sono l’Altare e il Crocifisso, cui tutti, comunità e Sacerdote, devono guardare.

Il Santo Padre ha fatto una dichiarazione molto forte: “Sono convinto che la crisi ecclesiale in cui oggi ci troviamo dipenda in gran parte dal crollo della Liturgia, che talvolta viene concepita come se in Essa non importasse più se Dio c’è e ci parla e ci ascolta”. Ecco allora l’accorato appello del Papa e il Suo desiderio di un ritorno al senso del sacro, dell’adorazione e del mistero che sono propri della Liturgia intesa come vero culto a Dio e servizio a Cristo.

La Chiesa ci insegna con profonda convinzione che nelle Specie Eucaristiche il Signore è realmente presente quindi ci esorta ad inginocchiarci in atteggiamento di umile adorazione del Signore presente nel Tabernacolo. Nello stesso modo quindi l’Eucaristia al momento della comunione deve essere accolta con stupore, massima riverenza e in atteggiamento di umile adorazione perché “soltanto nell’adorazione può maturare un’accoglienza profonda e vera” (Benedetto XVI Sacramentum Caritatis 66).

E’ chiaro allora che assumere gesti e atteggiamenti del corpo e dello spirito che facilitano il silenzio, il raccoglimento, l’umile accettazione della nostra povertà davanti all’infinita grandezza e santità di Colui che ci viene incontro nelle Specie Eucaristiche diventa coerente e indispensabile. Il miglior modo per esprimere il nostro senso di riverenza sarebbe quello di seguire l’esempio di Pietro che, come racconta il Vangelo, si gettò in ginocchio davanti al Signore e disse: “Signore, allontanati da me che sono un peccatore” (Lc 5,8).

Il Santo Padre nel suo libro Teologia della Liturgia ci dice: Chi impara a credere, impara anche a inginocchiarsi ed un fedele e una Liturgia che non conoscesse più l’inginocchiarsi sarebbe malata in un punto centrale. Dove questo gesto è andato perduto, dobbiamo impararlo di nuovo, per rimanere con la nostra preghiera nella comunione degli Apostoli e dei Martiri, nella comunione di tutto il cosmo, nell’unità con Gesù Cristo stesso”.

Giovanni Paolo II nella Sua ultima enciclica, Ecclesia de Eucharistia, ha scritto al n 61:

“Dando all’Eucaristia tutto il rilievo che essa merita e badando con ogni premura a non attenuarne alcuna dimensione ed esigenza, ci dimostriamo veramente consapevoli della grandezza di questo dono. Ci invita a questo una tradizione ininterrotta, che fin dai primi secoli ha visto la comunità cristiana vigile nella custodia di questo “tesoro”. Non c’è pericolo di esagerare nella cura di questo Mistero, perché in questo sacramento si riassume tutto il mistero della nostra salvezza”.

In continuità con l’insegnamento del suo Predecessore, a partire dalla solennità del Corpus Domini del 2008, il Santo Padre Benedetto XVI ha iniziato a distribuire ai fedeli il Corpo del Signore direttamente sulla lingua e stando inginocchiati.

E’ vero che si può prendere la Comunione con grande riverenza anche ricevendola nella mano, ma nella forma più diffusa e generalizzata questo gesto contribuisce a un indebolimento del rispetto e della venerazione che dobbiamo avere nei riguardi del Signore. Pensiamo a quanto dolore sentiamo nel cuore quando vediamo dei comunicandi, molte volte bambini e adolescenti, che tornano ai loro posti come se nulla di straordinario fosse accaduto. In molti casi non si nota quel senso di serietà e silenzio interiore , che devono segnalare la presenza di Dio nell’anima. Ci sono poi abusi di chi porta via le Sacre Specie per tenerle come souvenir, di chi le vende o, peggio ancora, di chi le usa per riti satanici.

Queste situazioni non ci portano solo a riflettere sulla grave perdita della fede, ma anche sugli oltraggi e offese al Signore che si degna di venirci incontro volendo renderci simili a Lui, affinchè rispecchi in noi la santità di Dio.

Cosa possiamo fare noi consacrati per mettere in pratica le parole del santo Padre nelle nostre famiglie e comunità? Guardiamo a Maria, la Madre del Signore! Lei è il modello dell’atteggiamento interiore ed esteriore quando riceviamo Gesù nell’Eucaristia. Uniamo la nostra adorazione alla Sua, sicuri di far contento Gesù, dato che nessun cuore lo ha mai amato come quello di Maria. E’ la prima adoratrice, è la nostra Maestra di adorazione perché nessuno meglio di Lei può condurre le anime a penetrare il mistero di donazione e di nascondimento di Gesù nell’Eucaristia.

Maria è il Tabernacolo vivente dell’Eucaristia, perché creatura che ha accolto nel Suo seno il Verbo di Dio e Gli ha dato la sua carne e il suo sangue così da diventare Ostia Consacrata. Ma l’amore di Dio è così grande che non gli è bastato diventare uomo come noi incarnandosi nel seno di Maria, ma ha voluto estendere l’incarnazione in ogni cuore che lo ama e desidera nutrirsi di Lui. Sì, siamo tabernacoli della Santissima Trinità! Che grande mistero d’amore! A quale altezza Dio ha elevato noi semplici creature!

Pensiamo a cosa avrà provato Maria Santissima dopo l’annuncio dell’Angelo che le rivelava la Sua Maternità Divina… la Sua adorazione durante il tempo dell’attesa in cui Lo ha portato nel suo seno e Lo ha amato per tutte le creature… il mistero del Natale in cui Dio  si è fatto piccolo Bambino per nostro amore… tutto ci insegna l’atteggiamento da tenere nel momento in cui riceviamo Gesù Eucaristia. Come Maria teniamo un devoto silenzio per un Dio che scende sulla terra nel silenzio della notte e ama il nascondimento, perché vuole essere conosciuto nella luce della fede e nella semplicità del cuore.

Quale gioia e felicità se sapremo fare del nostro cuore un tabernacolo silenzioso e adorante, per amare Gesù anche per coloro che non lo amano!

S. Luigi Maria da Montfort, il Santo che noi tutti conosciamo, consiglia a tutti i devoti di Maria di fare la S. Comunione con Lei. Allora quando si avvicina il momento di ricevere Gesù rivolgiamoci a Lei e con tutto l’affetto del cuore diciamole: Madre cara, Tu vedi la mia piccolezza, rivestimi del Tuo amore, delle Tue virtù, nascondimi nel Tuo Cuore, ricevi Tu Gesù per me!

E’ sicuramente il modo più bello, più caro al Cuore di Gesù e più ricco di grazie spirituali.

Maria a Medjugorje ci insegna che se vogliamo cambiare il mondo dobbiamo prima cambiare noi stessi con una conversione profonda e radicale. Cerchiamo di ricevere il Signore nel Sacramento dell’Eucaristia con più rispetto e amore, dedichiamo più tempo all’adorazione eucaristica, durante la Liturgia lasciamo tutto quello che può essere fonte di distrazione e diamo spazio al silenzio, all’ascolto della parola, al colloquio intimo e personale con Gesù vivo e vero.

Ascoltiamo le commoventi parole di San Giovanni Crisostomo, dottore eucaristico:

Andiamo con la dovuta modestia all’incontro del Re dei Cieli. E al ricevere quell’Ostia santa e immacolata, baciamola con effusione e abbracciandola con il nostro sguardo riscaldiamo la nostra mente e la nostra anima, per non riunirci per il giudizio e la condanna, ma per diventare santi ed edificare il prossimo”.  

E ancora: “Pensa quanta santità è necessaria che tu abbia, dal momento che hai ricevuto dei segni ancora più grandi di quelli che i giudei ricevettero nel Santo dei Santi! Ad abitare in te, infatti, non tieni i Cherubini ma il Signore degli stessi Cherubini, non hai né l’arca, né la manna, né le tavole di pietra e neppure la verga di Aronne, ma il Corpo e il Sangue del Signore, lo Spirito al posto della lettera, hai un dono inenarrabile. Ebbene, con quanti più grandi segni e più venerabili misteri sei stato onorato, di tanta maggiore santità sei tenuto a rendere conto”.

Quel “Non abbiate paura!” del beato Giovanni Paolo II deve risuonare forte nei nostri cuori di consacrati e darci il coraggio di testimoniare la nostra fede e il nostro amore per Dio, in un atto di totale fiducia e abbandono a Maria Santissima, Madre di Dio e Madre nostra, da poter dire come S. Paolo: non siamo più noi che viviamo, ma è Maria che vive in noi e con Lei Cristo Gesù!

Vi ricordiamo gli appuntamenti per gli incontri di preparazione che non sono importanti solo per coloro che desiderano consacrarsi la prima volta, ma anche per noi già consacrati! La consacrazione è l’inizio di un cammino che noi facciamo con Maria, per questo sono molto importanti questi incontri di confronto, approfondimento e anche testimonianza, perché quando si è soli è più facile scoraggiarsi.

Quest’anno il giorno del Cuore Immacolato di Maria è il 2 luglio, ma siamo sicuri che il caldo non vi distoglierà dal venire  numerosi, magari portando persone nuove. Tutto quello che noi facciamo per il Signore non rimarrà senza ricompensa!

Dato che è difficile trovarci durante l’anno, abbiamo pensato di aggiungere un’altra settimana alle 3 solite, così da dare più possibilità a tutti di partecipare. Ecco allora le date degli incontri di preparazione:

SABATO  4 – 11 – 18 – 25  GIUGNO  alle ore 15.00  presso la Parrocchia SS. Martino e Rosa di Conegliano

Le catechesi saranno tenute da P. Giovanni Crippa, sacerdote monfortano e tratterrà il tema della Beatitudini. Il Padre ha già preparato delle schede che verranno distribuite per ciascuna settimana, ci aiuteranno a prepararci bene per la Consacrazione solenne il giorno

Sabato 2 luglio  alle ore 15.oo nella Chiesa SS. Martino e Rosa di Conegliano