La Consacrazione è un dono di Dio – 2° incontro 2018

La consacrazione è un dono particolare di Dio e non è per tutti.

Certo, Dio vuole tutti i Suoi figli con Lui nella gioia del Paradiso ma possiamo vedere come nel mondo la stessa religione cattolica non è per tutti perché non tutti l’abbracciano. I mariani sono una piccola parte dei cattolici perché non tutti i cattolici amano la Madonna in modo particolare e a sua volta una minima parte dei mariani si consacra al Cuore Immacolato di Maria, nonostante la Chiesa da tanto tempo ne sottolinea l’importanza.

Molti cattolici mariani, nonostante i continui appelli della Madonna nelle Sue tante apparizioni nel mondo, non fanno la consacrazione perché non ne conoscono il vero significato.

Che cos’è dunque la consacrazione a Maria?

Quando un Vescovo consacra una chiesa questa sarà per sempre adibita ad un uso sacro, quando un Sacerdote nella Messa consacra il pane e il vino affinché diventino Corpo e Sangue di Gesù, questi saranno per sempre Specie Eucaristiche. Questo ci dice una cosa molto importante: la consacrazione è “per sempre”, è eterna, non finisce neppure quando il consacrato decide di non voler più vivere la propria consacrazione! Sant’Alfonso Maria de’ Liguori nel suo libro Le glorie di Maria riporta un esempio di come la Madonna salva una persona che si è allontanata da Dio proprio in virtù della consacrazione che aveva fatto e poi abbandonato.

La consacrazione è un patto personale tra l’anima e Maria, in cui la persona si impegna nel voler santificarsi e Maria si impegna nell’aiuto. Chiaramente intendiamo la santificazione nel quotidiano, senza pretendere di essere un santo canonizzato ma con il desiderio di andare in Cielo. In realtà lo scopo del nostro essere cristiani è proprio la santità, allora cosa differenzia un consacrato?

Il cammino della consacrazione ci porta piano piano, dice il Montfort, ad essere trasformati in Maria, cioè vivere un’unione con Maria al punto tale che Maria entra in noi e con il nostro consenso Lei usa noi e tutto quello che abbiamo per i Suoi scopi. Quando tutti i consacrati vivono in pienezza la loro consacrazione e si lasciano trasformare dalla Vergine Santa, questi diventano tante Marie che trasformano il mondo: come Maria ha avuto la missione di portare Gesù nel mondo, così anche i consacrati hanno lo stesso compito.

Nel Trattato della vera devozione a Maria il Montfort dice che come Dio si è servito di Maria per portare Gesù agli uomini, così anche noi dobbiamo servirci di Maria se vogliamo andare a Dio.

Quindi la consacrazione a Maria non è solamente un desiderio Suo ma è voluta da Dio: la Santa Vergine stessa lo dice a suor Lucia di Fatima più volte, iniziando dalla prima apparizione, come spiegazione della Sua venuta. Lo stesso desiderio di Dio lo troviamo anche nei Vangeli in più punti, in particolare quando Gesù dalla Croce dice le Sue ultime parole, il Suo testamento a Maria Sua Madre e a Giovanni: “Donna, ecco tuo figlio. Figlio, ecco tua madre”. Ma chi è Giovanni? E’ quell’apostolo, l’unico dei dodici, che ha accompagnato Gesù insieme a Maria lungo il calvario fino ai piedi della croce.

Ecco allora che possiamo dire che la consacrazione viene data a quelle persone che amano Gesù e Maria da essere capaci di seguirli fino alla croce, accettando le sofferenze, prove e difficoltà per fede: “Siete disposti ad accettare tutte le sofferenze che il Signore vorrà mandarvi per la conversione dei peccatori, in riparazione alle offese che Gesù riceve?” (la Madonna ai tre pastorelli a Fatima).

Il senso della consacrazione (che spaventa molte persone) è anche quello di essere disposti ad accettare qualche croce. Il simbolo identificativo del cristianesimo è la croce, ed è una cosa scandalosa per tante persone quella di adorare un Dio che ha accettato di morire sulla croce e ci dice: “Se qualcuno vuol venire dietro a Me rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”.  Non dobbiamo spaventarci di questo però perché Dio sceglie la croce su misura per ciascuno di noi ed è quella che ci serve per una nostra crescita interiore, se noi abbiamo l’umiltà di accettarla, l’umiltà che ha avuto Maria e che l’ha resa grande agli occhi di Dio (Magnificat).

Quindi la consacrazione è un atto sacro, personale, libero e sicuro per andare a Dio. E’ racchiuso tutto nelle parole del vangelo di Giovanni dopo il testamento di Gesù: “…e da quel momento il discepolo la prese nella sua casa” (Gv 19,27). Veramente la traduzione più corretta sarebbe “il discepolo la prese tra le sue cose” cioè mise Maria tra le cose sue più intime. Giovanni ha veramente capito le ultime e preziose parole di Gesù e ha preso Maria come Madre di vita spirituale, mettendola nel suo cuore.

La consacrazione quindi viene data a chi, come Giovanni, è disposto a fare il cammino del calvario, non da solo ma sempre insieme a Gesù!

Quando comincia la consacrazione?

Subito ci viene da pensare al momento in cui pronunciamo la formula ufficialmente, in realtà quello è il momento del concepimento spirituale, è l’inizio di un cammino che porta a far nascere Gesù in noi. Quando accadrà? Ognuno ha la sua strada, la sua maturazione ma siamo certi che accadrà quando avremo un’unione particolare con Gesù, come l’hanno avuta i santi.

Questo cammino di consacrazione, proprio perché così santo e ricco di grazie spirituali, è molto ostacolato dal demonio perché lui sa che un’anima consacrata è per lui già persa, perché la Madonna è più forte di tutto le potenze del male. Non dobbiamo aver paura, la paura non viene da Dio!

Come possiamo vivere in modo pratico la consacrazione? Nel modo più semplice e spontaneo possibile, perché è un rapporto di confidenza tra il consacrato e Maria, tra la Madre e il proprio figlio. Durante la giornata il consacrato pensi a Maria, quando passa davanti a una Sua immagine la saluta, in un giorno a Lei dedicato le offre un fiore, al sabato (giorno di Maria) rinuncia a qualcosa per amore Suo e avanti secondo la fantasia e l’amore di ognuno… tutte le delicatezze che un figlio ha per sua Madre.

La preghiera chiaramente non deve mai mancare! Quali sono le preghiere più importanti? La preghiera più importante di tutte è la Santa Messa! Un consacrato, anche se non è obbligatorio perché dipende dall’atteggiamento del cuore di ognuno, non dovrebbe mancare alla Santa Messa quotidiana! Partecipando quotidianamente alla Comunione con il Corpo e Sangue di Gesù noi pian piano lo assumiamo e facciamo nostro, parlando anche solo dal punto di vista medico, e il Suo Corpo e Sangue diventano sempre più parte del nostro corpo e sangue. Più noi  riceviamo Gesù, più noi diventiamo Lui!

Dio desidera cambiare il mondo attraverso la conversione individuale delle persone e questo lo può attuare quando ognuno di noi, attraverso la preghiera, fa la Sua volontà. Ma come possiamo fare la Sua volontà? Lo faremo quando, in un cammino di fede e con l’aiuto dei Sacramenti e della Santa Messa, ci svuotiamo di noi stessi e ci riempiamo di Dio , esattamente quello che accade con la consacrazione.

Il Montfort dice che Maria è la forma che dà forma al cristiano e lo plasma fino a farlo diventare come Gesù Cristo, fino a fargli dire come San Paolo: “Non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me”. Il consacrato pian piano si trasforma completamente in Maria e poi in Gesù: questo vuol dire fare la volontà di Dio perché Gesù e Maria per primi l’hanno fatto in pienezza!

La seconda preghiera importante è il Rosario. Tutti sappiamo la grandezza e la forza di questa preghiera che tuttavia è la preghiera dei piccoli, degli umili, di coloro che la Madonna cerca e predilige come portavoci dei Suoi messaggi in tutto il mondo (Garabandal, La Salette, Fatima, Lourdes, Medjugorje ecc…).

L’adorazione Eucaristica e i Sacramenti. Anche queste oggi non sono molto “di moda” ma sono importantissime per la nostra vita spirituale! La Madonna insiste molto soprattutto riguardo la confessione, almeno mensile, e l’adorazione a Gesù Eucaristia.  Molto bello sarebbe trovare un tempo durante la giornata per leggere un capitolo della Sacra Scrittura, basterebbe il Nuovo Testamento, iniziando dai Vangeli per proseguire con gli atti degli Apostoli, le varie lettere e l’Apocalisse. Quello che non si capisce si segna e ci si fa spiegare da un Sacerdote, possibilmente il direttore spirituale o almeno uno che ci conosce e da cui si va spesso. Quando si ha finito si ricomincia da capo, perché la Parola di Dio non si capisce subito al volo, ma va riletta. Così si incarna la Parola di Dio nella nostra vita e si impara a fare la volontà di Dio!

Il Montfort dice che per vivere la consacrazione bisogna fare un cammino che Lui riassume in 4 punti: fare tutto per mezzo di Maria, con Maria, in Maria, per Maria.

Fare tutto per mezzo di Maria.

Significa voler fare un atto buono, un gesto, un pensiero e volerlo offrire a Dio ma accorgersi che la nostra offerta a Dio, per quanto bella sia, fa proprio pena. Allora diamo la nostra offerta a Maria perché possa Lei stessa offrirla a Dio. Maria, essendo l’onnipotente per grazia, ha il privilegio di non vedersi negare niente dalla Santissima Trinità!

Fare tutto con Maria.

Questo è un grado leggermente superiore al primo, pur mantenendo le stesse modalità, solamente noi non mandiamo avanti Maria ma ci presentiamo a Dio insieme a Lei, magari facendoci aiutare da Lei perché Dio possa accettare l’offerta.

Fare tutto in Maria.

In questo grado il consacrato non è staccato da Maria ma è Maria e Maria è in lui. Non siamo più Madre e figlio tenuti per mano ma siamo uno dentro l’Altra: è una comunione di spirito!

E’ scontato che Maria ci accolga dentro di Lei, dato che siamo Suoi figli, ma il difficile è se noi vogliamo stare in Lei o vogliamo qualcos’altro.

Se leggiamo bene la formula di consacrazione noi diamo tutto di noi stessi a Maria, tutti i nostri beni materiali e spirituali, persino il merito delle nostre preghiere e sacrifici. Tutto questo ci sembra una cosa enorme ma c’è uno scambio che vogliamo considerare bene: Maria non si lascia certo vincere in generosità e in cambio ci dona tutte le Sue virtù! Cambio certamente vantaggioso per noi!

Ecco allora come il consacrato è libero dalle cose materiali,  vive nel mondo ma non è del mondo, è figlio di Dio!

Fare tutto per Maria.

In questo grado il consacrato è talmente in sintonia con la Madonna, in una comunione completa, che Lei è sempre nella sua mente ed è Colei  a cui il consacrato offre tutto. In questo modo lo scopo della vita del consacrato è far conoscere Maria, è testimoniarla agli altri, è desiderare quello che Lei desidera e volere quello che Lei vuole (che poi è quello che vuole Dio perché Maria è completamente abbandonata alla volontà di Dio).

Una parola ancora sulla sofferenza.

Diciamo subito che il senso della sofferenza è un mistero e nessuno può spiegarne il significato. Ma in riferimento alla consacrazione cosa si può dire della sofferenza? Nell’introduzione al libro del Trattato della vera devozione c’è un’intervista fatta a P. Luka, Sacerdote monfortano, il quale parla in modo chiaro di questo: il senso di tutto, dice il Padre, è trasformare il nostro modo di pensare, di volere e di agire nel modo di pensare, di volere e di agire di Dio. La sofferenza è il modo con cui Dio plasma il nostro carattere, la nostra anima, fino a renderlo simile al Suo, ma in che modo?

Per vivere come Dio vuole e quindi andare in Paradiso bisogna fare la volontà di Dio (lo si dice anche nel Padre Nostro), qui in terra però la volontà di Dio si scontra con la nostra libertà, con il nostro libero arbitrio. Dio ci ha creati liberi e accetta dall’uomo tutto, anche di perdere per l’eternità una persona, se questo è quello che lei vuole, Dio chiaramente non vuole che l’uomo si perda nel modo più assoluto: ha sacrificato il Suo unico Figlio per salvare tutti!

Come può l’uomo fare sempre la volontà di Dio? P. Luka ha fatto un esempio: una pianta con le sue caratteristiche peculiari di corpo e psiche decide di voler diventare un uomo. La pianta con la sua parte psichica decide di voler pensare come un uomo, muoversi e fare tutto quello che un uomo può fare. Per arrivare a questo deve rinunciare di pensare, volere e agire come una pianta, cioè rinunciare a tutte le sue prerogative di pianta.

Ora, noi vogliamo andare in Paradiso ma per fare questo dobbiamo rinunciare al nostro modo di pensare, volere e agire nostro di creature, di uomini e prendere il modo di pensare, volere e agire di Dio. Tutto questo cambiamento per noi comporta una sofferenza perché ci siamo costruiti un nostro progetto di vita, con dei traguardi ben precisi, ma chi ha detto che questo progetto è lo stesso di quello di Dio per ognuno di noi? La consacrazione invece ci dice che non dobbiamo fare progetti ma dobbiamo affidarci a Maria, a Dio ogni giorno della nostra vita. Questo è un sacrificio!

Come fa Dio a farci cambiare modo di pensare, volere e agire fino ad acquisire il Suo? Attraverso la sofferenza. Può essere un’incomprensione di caratteri, un problema sul lavoro, un incidente, un’ingiustizia subita, una malattia… sono tutte occasioni in cui Dio plasma il nostro carattere e ci insegna le virtù: la pazienza, il silenzio, la sopportazione… Sono sofferenze scelte da Dio che adatta a ciascuno di noi e stiamo sicuri che quando il peso viene da Lui abbiamo anche la forza per portarlo! Molte volte ci lamentiamo e ci chiediamo perché proprio a noi, perché siamo così sfortunati, perché gli altri sì e noi no… c’è sempre una spiegazione… magari possiamo anche non capirla, ma dobbiamo fidarci del Signore e dire: “Mi fido di Te!”.

Con la consacrazione non divento servo o amico di Maria ma schiavo (con una schiavitù d’amore) e uno schiavo non interviene negli ordini del padrone, non chiede il motivo ma obbedisce e basta. Quindi quando accettiamo la sofferenza facciamo un atto di fede e chiediamo a Dio di farci camminare nella Sua via… allora ci accorgeremo di crescere nella fede, perché la sofferenza vissuta così fa crescere e maturare.

La via della consacrazione non è facile, non è per tutti… infatti i mariani sono una parte piccolissima dei cattolici!  La donna vestita di sole dell’Apocalisse, schiaccia la testa al serpente con il Suo calcagno, la parte più “povera” del corpo, quella più nascosta e insignificante, ebbene si dice che quel calcagno sono i mariani!

Il povero e trascurato calcagno diventa la parte più potente! Ma ricordiamoci che noi non siamo niente, non siamo noi i potenti ma è Maria che lavora in noi, diventa noi e agisce con la forza e la potenza di Dio in noi.

Una vita vissuta così è una vita di santità, di umiltà, di semplicità, una vita in cui non ci dovrebbero essere ansie e paure ma fede. Questo è il senso della consacrazione!