La pazienza di Maria

La pazienza. È la virtù che ci consente di trasformare le inevitabili sofferenze della vita in altrettante fonti di merito e strumenti per la salvezza nostra e del nostro prossimo. È paziente chi sa accettare con amore le sofferenze della vita, offrirle a Dio, non lamentarsi di esse.

Maria esempio soprattutto di pazienza. San Francesco di Sales afferma che se Maria fu esempio di tutte le virtù, particolarmente forte e luminoso fu l’esempio della sua pazienza.

Perfino nell’episodio delle nozze di Cana, in cui pure Gesù le offrì la primizia dei suoi miracoli, troviamo un’espressione di Gesù finalizzata ad evidenziare la sua pazienza (“che ho da fare con te, Donna?”).

Maria martire di pazienza. A Santa Brigida fu rivelato che “come la rosa cresce tra le spine, così la Beata Vergine crebbe tra le tribolazioni in questo mondo” e san Bonaventura non esitava a definire la Madonna “crocifissa che concepì il Crocifisso”.



La pazienza di Maria secondo il Vangelo. Tutta la vita di Maria fu un continuo accettare ed offrire le sofferenze, soprattutto morali e spirituali: dal silenzio da conservare dinanzi a Giuseppe in occasione della sua divina gravidanza, al viaggio a Betlemme per l’editto, dalla profezia di Simeone ai dolori per la strage degli Innocenti e la fuga e la permanenza in Egitto, dalle sofferenze per la morte di san Giuseppe allo strazio per la partenza di Gesù per la vita pubblica, dai dolori e dalle angosce al saperlo perseguitato e male accolto dai più alle pene atroci della via Crucis e della permanenza eroica ai piedi della Croce, dalla spada che le trafisse il Cuore quando Gesù fu deposto sulle sue braccia all’angoscia per non sapere dove seppellirlo, dallo strazio atroce del Sabato Santo alla dolorosa malinconia il giorno in cui suo Figlio ascese al cielo. Senza parlare delle sofferenze, che possiamo immaginare, per le sorti della Chiesa nascente, per i primi apostoli martirizzati, etc. E, ancor più, senza parlare delle sue perduranti lacrime di dolore per la mancata conversione di noi peccatori. Una pazienza che il Montfort definisce eroica: e ben a ragione!

I figli di Maria imparano da Lei la pazienza. Non c’è niente che possa arricchirci di più in questa vita che la sopportazione amorosa e quieta delle sofferenze, sapendo che la via degli eletti, di ogni eletto, è cosparsa di spine. Spine che Dio permette non solo per la nostra santificazione e per farci dei piccoli corredentori, ma anche perché non ci attacchiamo troppo alle cose terrene. La pazienza, diceva san Cipriano, ci libera dal peccato e dall’inferno.

Si può essere martiri di sangue ma anche di pazienza. San Giovanni, nel libro dell’Apocalisse, descrive gli eletti con palme nelle mani: sono i simboli del martirio, che tutti devono avere. Chi muore martire li ha nel modo più perfetto, ma tutti devono averle. La pazienza è dunque ciò che ci permette di conseguire la palma del martirio: come Maria fu martire di pazienza, così i suoi figli, che sopportano in pace sia le croci che vengono permesse direttamente da Dio (la malattia, l’infermità, la povertà) che quelle inflitte dagli uomini (persecuzioni, ingiurie, maltrattamenti, umiliazioni, etc.).

Parola d’ordine. San Bernardo, il Dottore della dolcezza ma anche il Dottore mariano (viene chiamato Doctor mellifluus e Doctor marianus), ci ricorda la parola d’ordine per affrontare le sofferenze della vita: pazientemente, volentieri, gioiosamente. I cristiani, come san Paolo, sono lieti delle sofferenze sopportate per amore di Cristo, sapendo che esse giovano alla salvezza di tutti i membri del corpo di Cristo che è la Chiesa. Oltre al “pazientemente” c’è anche il “volentieri” (di buon grado, con una volontà ferma ed ilare nell’abbracciare la croce) e “gioiosamente” (sapendo che per noi cristiani è molto meglio soffrire con Cristo e per Cristo che godere nel mondo e con il mondo).

La pazienza conduce alla santità. È quanto scrive san Giacomo, il cugino di Gesù, nella sua lettera (Gc 1,4). Gli fa eco santa Teresa di Gesù, che ci ricorda: “chi abbraccia la croce, non la sente” e “quando qualcuno si decide a patire, è finita la pena”. Ci sprona ad essa la speranza del premio, perché, come ci ricorda san Paolo, “il momentaneo, leggero peso della tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria” (2Cor 4,17). Infine ci aiuta Maria, che nelle litanie è invocata come “consolatrice degli afflitti” e da san Giovanni Damasceno è definita “medicina di tutte le pene dei cuori”.

I figli di Maria e la pazienza



La pazienza è uno dei distintivi dell’anima mariana. La Madonna fu pazientissima e capace di santificare ogni minimo dolore e sofferenza. Capace inoltre di custodire sempre la serenità del cuore, anche dinanzi a tribolazioni ed avversità. Si oppone direttamente alla pazienza la passione dell’ira, quella che più difficilmente si riesce a domare. Un figlio di Maria degno di questo nome ingaggia una lotta senza quartiere, spietata, all’ultimo sangue, contro questo fortissimo nemico, consapevole di dover perdere molte battaglie prima di vincere la guerra, ma anche certa che l’aiuto della sua Santissima Madre mai le mancherà. Maria, la pazientissima, aiuta tutti i suoi figli che intraprendono la lotta per l’acquisto di questa importantissima virtù cristiana. Per noi uomini, peccatori, il primo ambito di esercizio della pazienza siamo noi stessi: pazienza con i nostri difetti, col nostro cattivo carattere, con le nostre miserie, imperfezioni, sbadataggini, fallimenti, figuracce, etc. Dicono i maestri di spirito che la prima forma di pazienza dobbiamo imparare ad esercitarla verso noi stessi, imparando anzitutto, con la pazienza e l’umiltà, a trarre profitto anche dai nostri peccati…

La pazienza di Maria negli scritti di Maria Valtorta



PAROLE DI GESU’



   + Maria era la Tutta Santa e portava il Santo dei Santi. Possedeva perciò la perfezione della santità umana già totalmente indiàta. Possedeva la Perfezione divina che si era vestita di carne chiedendole di nutrirla del suo sangue vergine, di formarla, di esserle rifugio per i nove mesi della sua formazione di uomo. Dio-Uomo è fatto di Maria e della mia soavissima Madre Io ho preso le caratteristiche fisiche e quelle morali di dolcezza, mitezza, pazienza. Il Padre mi ha lasciato la perfezione, ma Io ho voluto assumere, della Benedetta che è stato il mio casto nido, la veste fisica e la più preziosa veste morale del carattere.

   + Voi mi avete avuto perché Maria ha accettato, trentatre anni prima di Me, di bere il calice dell’amarezza. Sull’orlo della coppa che ho bevuta fra sudori di sangue, ho trovato il sapore delle labbra di mia Madre, e l’amaro del suo pianto era fuso col fiele del mio sacrificio. E, credetelo, di farla soffrire, Lei, che non meritava il dolore, è stata per me la cosa più costosa… Ricordo la sua vita martirizzata di Corredentrice, senza la quale Io non sarei stato Uomo tra gli uomini e vostro Redentore eterno.

PAROLE DI MARIA



   + Umiliandomi sin dal profondo ho vinto la superbia. Mi sono umiliata davanti a tutti… Quali umiliazioni dovetti subire, e senza difendermi in nessuna maniera, da parte degli uomini? Umiliazioni di povertà, umiliazioni di profuga, umiliazioni per rimproveri di parenti e amici che, non sapendo la verità, giudicavano debole il mio modo di essere madre verso il mio Gesù fatto giovane uomo, umiliazioni nei tre anni del suo ministero, umiliazioni crudeli nell’ora del Calvario, umiliazioni fin nel dover riconoscere che non avevo di che comperare luogo e aromi per la sepoltura del Figlio mio…

Messaggi di Maria


Parole della beata Giacinta di Fatima. Madrina mia, non vada in mezzo al lusso. Abbia molta carità anche con chi è cattivo. Non parli male di nessuno e fugga chi dice male. Abbia soprattutto molta pazienza, perché la pazienza ci porta in cielo. La mortificazione e i sacrifici sono molto graditi a Gesù.



Pazienza di Maria nelle tentazioni. Quando Dio glielo permise, Lucifero assalì la Madre di Dio servendosi delle vicine di casa da lui ingannate. Maria ascoltò con umiltà e pazienza tutte le loro villanie (Dio però non permise che intaccassero gravemente il suo onore) e senza discolparsi chiese loro perdono ed esse se ne andarono in pace e il demonio fuggì sconfitto ancora una volta per l’umiltà e la pazienza di Maria (Venerabile Maria d’Agreda).

La vittoria di Maria. “I tempi della grande e dolorosa prova della vostra generazione saranno abbreviati per il mio intervento, perché io sono Madre della Misericordia ed ogni giorno offro sul trono della divina Giustizia la mia preghiera unita a quella dei miei figli che mi rispondono di sì e si consacrano al mio Cuore Immacolato. Unisco i dolori del mio cuore alle sofferenze dei buoni che portano con pazienza la croce di questi tempi della grande tribolazione. I dolori dei poveri e degli sfruttati, dei piccoli e degli emarginati, dei peccatori e dei lontani, degli ammalati e dei disperati, degli abbandonati e degli oppressi, sono raccolti nel giardino del mio materno patire ed offerti alla divina Giustizia in segno di riparazione e di perenne intercessione. Ma io sono anche la Regina delle vittorie. Il compito che mi è stato affidato dalla Santissima Trinità è di guidare la battaglia e di condurre alla vittoria la schiera dei figli di Dio che combatte contro il potente esercito degli schiavi di Satana e degli spiriti del male. La mia vittoria avviene nel cuore di tutti i miei figli che si consacrano al mio cuore immacolato e si lasciano formare da Me come bambini. Io apro questi cuori alla purezza dell’amore e così posso ottenere la vittoria su ogni forma di egoismo, di odio e di violenza. La mia vittoria è ottenuta sulle anime che sono da Me aiutate a combattere e vincere ogni forma di peccato. Le anime dei miei figli, illuminate dalla grazia, cantano con Me il Magnificat perenne della perfetta gloria alla santissima Trinità. La mia completa vittoria avverrà col trionfo del mio cuore immacolato nel mondo. Allora la terra tornerà un giardino profumato e prezioso, in cui la Santissima Trinità si rifletterà compiaciuta e riceverà da tutto l’universo creato la sua gloria più grande” (la Madonna a don Stefano Gobbi).

Consacrarsi ai cuori di Maria e Gesù. “Cari figli, in modo speciale adesso in cui Satana è libero dalle catene, io vi invito a consacrarvi al mio Cuore e al Cuore di mio Figlio. In modo speciale adesso, figli miei, vi invito ad essermi vicini. Vi benedico tutti con la mia benedizione materna. Andate in pace, cari figli miei” (Medjugorje, 1.1.2001).

Tratto dal Blog Don Leonardo Maria Pompei

Per la preparazione alla Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria consigliamo la lettura del seguente libro:

Trattato della vera devozione alla Santa Vergine e Il segreto di Maria