Luca Bertola

“Una storia commovente, un inno alla vita, un insegnamento prezioso su come far fiorire il dolore”, è la storia di Luca Bertola, un bambino vissuto solo 13 anni a causa di una grave forma tumorale detta sarcoma di Ewing che lo ha strappato alla vita un anno fa.

Luca viveva a Petrazzi, una frazione nel comune di Castelfiorentino, in provincia di Firenze.

Terzo di tre figli, era un bambino molto responsabile, amava la scuola e lo sport; era generoso, sensibile, capace di andare al di là della superficie delle cose e attento alle sofferenze altrui.

I primi sintomi della malattia compaiono quando frequenta la terza elementare e da allora inizia un calvario: interventi, chemio, permanenze all’Istituto dei tumori di Milano.

Riusciva a pensare prima agli altri che a sé anche nella prova e nel dolore. Dall’ospedale scrive:

“Signore, io ho visto molte persone soffrire qui all’ospedale dei tumori

e quindi ti volevo dire una preghiera.

Signore, prega per tutti quelli che non pregano.

Signore, prega per tutti quelli che sono in fin di vita.

Signore, prega per tutti quelli sotto le bombe.

Signore, prega per tutti quelli che non amano.

Signore, prega per tutti quelli che soffrono.

Signore, prega per tutti quelli che sono stati rapiti.”

Si preoccupa della sofferenza degli altri e non chiede niente per sé. “Spero che domani ci siano molti posti per il ricovero, molti posti liberi” dice ad un amico dopo un Day Hospital. «Perché, Luca?» gli domanda. «Perché vuol dire che tanti bambini non hanno avuto bisogno di andare all’ospedale».

Luca incontra il Papa Benedetto ad un’udienza generale alla quale si reca con gli altri ospiti del reparto di pediatria dell’Istituto dei tumori di Milano e riceve da lui un bacio sulla fronte; su di un tema in cui racconta questo evento, lo descrive come “un’esperienza bellissima”.

Aveva un rapporto di stima e fiducia con i sacerdoti, in modo particolare con il suo parroco al quale faceva spesso tante domande serie e profonde.

Amante dello sport, Luca riesce ad incontrare alcuni dei suoi campioni preferiti tra i quali Gattuso e Pedrosa che di lui lasciano testimonianze molto belle.

Le sofferenze di Luca si acuiscono il 7 settembre 2009. I dolori erano sempre più forti. “Mamma, aiutami a sedermi sul letto, voglio pregare”. Si dispiace di non riuscirvi e la mamma cerca di rassicurarlo: “Quello che stai passando è già preghiera!”, ma con sguardo deciso il bambino risponde: “Guarda che Gesù pregava anche quando soffriva!”, e poi “mamma prega con me in silenzio”.

Luca sente che sta per morire e preoccupato confida: “ho paura di non andare in paradiso…”. Testimonia una fede forte, una maturità grande per un bambino della sua età e, consapevole della fine imminente, conforta la mamma dicendole: “Mamma… Se non avessi fatto la Cresima, come avrei fatto? Se non avessi ricevuto lo Spirito Santo, come avrei potuto arrivare fino a qui?”.

Luca muore il 14 settembre, Festa dell’Esaltazione della Santa Croce. Mentre i suoi coetanei iniziavano il primo giorno di scuola, Luca, bambino dei dolori, dopo aver abbracciato la sua croce con fede e coraggio, sale verso il Cielo.

Attraverso i suoi scritti e le pagine del suo diario, legate dal racconto della mamma Agnese, la storia di Luca è una testimonianza commovente, capace di toccare il cuore di molti.

Fonte:

www.diocesifirenze.it