PREPARAZIONE ALLA CONSACRAZIONE – Seconda settimana

Spirito Santo, rivelami il segreto di Maria

Nella seconda settimana si applicheranno in tutte le loro preghiere e azioni quotidiane a conoscere Maria. Chiederanno tale conoscenza allo Spirito Santo. Potranno leggere e meditare ciò che ne abbiamo detto. Reciteranno, come nella prima settimana, le litanie dello Spirito Santo, l’Ave stella del mare e in più, un Rosario [intero] al giorno, o almeno una terza parte [una corona], a questa intenzione (Montfort – Trattato della vera devozione 229).

DOMENICA 

La vocazione di Maria

§  Invochiamo la luce dello Spirito Santo:   Litanie dello Spirito Santo

Signore, abbi misericordia di noi!

Cristo, abbi misericordia di noi!

Signore, abbi misericordia di noi!

Padre tutto potenza, abbi misericordia di noi!

Gesù, Figlio eterno del Padre e Redentore del mondo, salvaci!

Spirito del Padre e del Figlio, che fondi le due vite, santificaci!

Santissima Trinità, Unico Dio, ascoltaci!

Spirito Santo, che procedi dal Padre e dal Figlio, vieni nei nostri cuori!

Spirito Santo, che sei uguale al Padre e al Figlio, vieni nei nostri cuori!

Promessa di Dio Padre, vieni nei nostri cuori!

Raggio di luce del cielo, vieni nei nostri cuori!

Autore di ogni bene, vieni nei nostri cuori!

Sorgente di acqua viva, vieni nei nostri cuori!

Fuoco consumatore, vieni nei nostri cuori!

Unzione spirituale vieni nei nostri cuori!

Spirito di amore e di verità, scendi su di noi!

Spirito di sapienza e di scienza, scendi su di noi!

Spirito di consiglio e di fortezza, scendi su di noi!

Spirito di intelletto e di pietà, scendi su di noi!

Spirito di grazia e di preghiera, scendi su di noi!

Spirito di pace e di mitezza, scendi su di noi!

Spirito di modestia e di innocenza, scendi su di noi!

Spirito confortatore, scendi su di noi!

Spirito santificatore, scendi su di noi!

Spirito che governi la Chiesa, scendi su di noi!

Dono di Dio Altissimo, scendi su di noi!

Spirito che riempi l’universo, scendi su di noi!

Spirito di adozione dei figli di Dio scendi su di noi!

Spirito Santo, ispira a noi l’orrore dei peccati.

Spirito Santo, vieni e rinnova la faccia della terra.

Spirito Santo, irradia con la tua luce le nostre anime.

Spirito Santo, imprimi la tua legge nei nostri cuori.

Spirito Santo, infiammaci col fuoco del tuo amore.

Spirito Santo, riversa in noi il tesoro delle tue grazie.

Spirito Santo, insegnaci a pregare bene.

Spirito Santo, illuminaci con le tue ispirazioni divine.

Spirito Santo, conduci noi nella via della salvezza.

Spirito Santo, fa che conosciamo l’unica cosa necessaria.

Spirito Santo, ispira a noi la pratica del bene.

Spirito Santo concedi a noi il merito di tutte le virtù.

Spirito Santo, facci perseveranti nella giustizia.

Spirito Santo, sii Tu la nostra perenne ricompensa.

Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, manda a noi il tuo Spirito.

Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, riempi le nostre anime dei doni dello Spirito Santo.

Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, donaci lo Spirito di sapienza e di pietà

V – Manda il tuo Spirito e sarà una nuova creazione.

R. – E rinnoverai la faccia della terra.

Preghiamo – O Dio, che nel mistero della Pentecoste santifichi la tua Chiesa in ogni popolo e nazione, diffondi i doni dello Spirito Santo sino ai confini della terra e continua oggi, nella comunità dei credenti, i prodigi che hai operato agli inizi della predicazione del Vangelo. Te lo chiediamo per Cristo Nostro Signore. Amen.

§  Chiediamo il frutto di vivere nella consapevolezza della gratuità dell’amore di Dio.

Parte della nostra tristezza dipende dalla nostra memoria debole, dalla nostra miopia. Abbiamo dimenticato che noi siamo il risultato dell’amore! Un amore gratuito.

Noi non siamo origine di noi stessi: noi siamo un dono… la vita è un dono. Se  viviamo come se il soffio venisse da noi, smarriremo non solo il mistero di Dio, ma anche quello del mondo e il mistero del nostro stesso essere ed esistere.

Ciò che è fonte di gioia è accettare di essere un dono… perché qualcuno mi ha pensato da sempre… mi ha sognato da sempre… mi ha amato da sempre… mi ha chiamato da sempre… perché l’esistenza dell’uomo è pura recettività.

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Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l’angelo partì da lei.

(Luca 1,26-38)

Possiamo guardare a Maria con occhi umani, La vediamo così, nella sua concretezza della vita. Una geografia (Nazareth di Galilea), una condizione (vergine promessa sposa), un nome (Maria). Scendendo nel suo cuore vi incontriamo il turbamento, poi l’interrogarsi e l’interrogare, ossia la ricerca, quindi il dialogare e l’ascoltare. Su questa piccola storia umana si fissa la Grazia divina. C’è, quindi, una verità sulla Vergine di Nazareth che appartiene a Dio ed è racchiusa nel suo nome: Miriam, cioè l’amata. E’ la “piena di grazia”, colei che è stata e rimarrà “colmata del favore divino”, oggetto della compagnia di Dio: “Il Signore è con te”.

Maria dice non solo che è amata da Dio, ma soprattutto in quale modo Dio ama; donando tutto se stesso, con un amore che riempie la vita e chiede di abbandonarsi al mistero senza nulla chiedere in cambio.

Prima di essere chiamata a dare, la Vergine dell’annunciazione è chiamata ad accogliere un dono che viene dall’alto. In ciò consiste la sua fede: la capacità di essere attenta all’ingresso di Dio nella sua esistenza, aprendo il cuore, l’anima e il corpo.

Da questa attenzione a Dio nasce il suo “sì”.

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Cari figli! Anche oggi vi invito alla preghiera. Il vostro rapporto con la preghiera sia quotidiano. La preghiera opera miracoli in voi e attraverso di voi, perciò figlioli la preghiera sia gioia per voi. Allora il vostro rapporto con la vita sarà più profondo e più aperto e comprenderete che la vita è un dono per ciascuno di voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Medjugorje 25 settembre 2013

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§  Invochiamo la Vergine Maria, sede della Sapienza

Ave stella del mare, madre gloriosa di Dio,

Vergine sempre, Maria, porta felice del cielo.

“L’ave” del messo celeste reca l’annunzio di Dio,

muta la sorte di Eva, reca al mondo la pace.

Spezza i legami agli oppressi, rendi la luce ai ciechi,

scaccia da noi ogni male, chiedi per noi ogni bene.

Mostrati Madre per tutti, porta la nostra preghiera,

Cristo l’accolga benigno, lui che si è fatto tuo Figlio.

Vergine santa fra tutte, dolce regina del cielo,

rendi innocenti i tuoi figli, umili e puri di cuore.

Donaci giorni di pace, veglia sul nostro cammino,

fa che vediamo il tuo Figlio, pieni di gioia nel cielo.

Gloria all’altissimo Padre, Gloria al Cristo Signore,

Gloria allo Spirito Santo, l’inno di fede e di amore.

Amen

LUNEDI

La missione di Maria

§  Invochiamo la luce dello Spirito Santo:   Litanie dello Spirito Santo (vedi domenica)

§  Chiediamo il frutto di sperimentare che Maria ci porta Cristo e porta noi a Cristo.

Quando Dio soffiò il respiro della vita, disse all’uomo: “Vieni!” e poi sussurrò al suo orecchio: “Vai!”, perché non c’è un “vieni” senza un “vai”, non c’è chiamata senza missione.

Non solo scoprirsi e accettare di essere un dono, ma anche esistere come dono! Chi ha incontrato la Luce non può trattenerla per sé. Ne vive, illuminando e colorando la sua vita e quella del prossimo. L’essere amati, l’essere chiamati dà la possibilità di imparare ad amare e corrispondere all’amore, di essere a propria volta segnali di vita, fasci di luce per gli altri.

Tu che stai leggendo e hai il desiderio di consacrarti, hai sentito certamente nel cuore l’invito a mettere questo dono, che sei tu, nelle mani di Dio perché ne faccia quello che vuole.

L’amore se non dà. Non è amore. Per questo non si addice ai pigri.

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In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore». (Luca 1,39-45)

Il mistero della Visitazione ci dice che la missione di Maria è portare Cristo. Chiamata ad accoglierlo profondamente, si lascia portare da Lui verso le attese dell’uomo e collabora alla gioia degli altri: reca in dono la gioia vera che è Gesù!

Va in fretta. Maria. E’ la fretta della missione, ossia la grande passione che si impossessa di chi si sente trasportato dal Signore. Gli indugi e le esitazioni non sono compatibili con l’aver aperto il cuore a Gesù e al suo amore: tutto questo chiede di essere condiviso, di sfociare in nuove relazioni, di fare comunione.

Accogliere Maria nella nostra vita, contemplandola nel suo andare per le strade del mondo quale serva di Dio e dell’uomo, può riscattarci dall’appiattimento della nostra vita interiore, dalla banalità che a volte segna le nostre giornate, dalle nostre piccole manie di successo.

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Cari figli, oggi vi invito a diventare missionari di miei messaggi che vi do qui, attraverso questo posto a me caro. Dio mi ha permesso di rimanere così a lungo con voi e perciò, figlioli, vi invito a vivere con amore i messaggi che vi do e a trasmetterli in tutto il mondo, così che un fiume d’amore scorra tra la gente piena di odio e senza pace. Vi invito, figlioli, a diventare pace dove non c’è pace e luce dove c’è tenebra affinché ogni cuore accetti la luce e la via della salvezza. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Medjugorje 25 febbraio 1995

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§  Invochiamo la Vergine Maria, sede della Sapienza: Ave, stella del mare (vedi domenica)

MARTEDI

Maria discepola della sapienza

§  Invochiamo la luce dello Spirito Santo:   Litanie dello Spirito Santo (vedi domenica)

§  Chiediamo il frutto di sentirci sempre discepolo a scuola dell’unico Maestro.

Se diciamo “sì” a Dio, diventiamo veramente felici, il cuore si riscalda e si riprende fiato. Non ci sentiamo più soli ma portati dalla corrente possente della volontà di Dio.

Ma ascoltare Dio non è facile, perché è così diverso. Sembra sottrarsi sempre alle nostre idee e attese. E questo, a volte, ci fa star male.

Il Signore ama questa tensione costante del cuore e si nasconde per farsi trovare, ci attira a sé per poi allontanarsi… ma non scompare mai del tutto. Lo ritroviamo. Egli non vuole che noi naufraghiamo nella nostra ricerca.

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I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.

Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.

Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.

Scese dunque con loro e venne a Nazareth e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. (Luca 2,41-52)

Questo brano ci fa capire che Gesù dodicenne, visto da tutti come figlio di Maria e Giuseppe, è molto più del semplice figlio. E’ il Figlio di Dio. Tutto questo per Maria significa lasciarsi immergere nel mistero pasquale di suo Figlio: perdere se stessa, perdersi come madre nella “carne” e ritrovare se stessa, quale madre nella “fede”, serva del Signore e sua discepola. Si fa “figlia del figlio”, si lascia generare da Lui, giorno dopo giorno, alla fede e nella fede. Si fa discepola del Maestro anche quando non capisce e nel silenzio permette che la Parola, custodita e meditata nel suo cuore, insegni la strada.

In questo consiste la vita spirituale, che non è una successione lineare di luci, ma un procedere di luci e ombre, dove le ombre hanno il senso di accrescere il desiderio di luce. Attraverso questo, noi veniamo purificati e resi capaci di amare con gratuità e libertà, perché possiamo capire il mistero di Dio solo aprendoci al “di più”.

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Sono venuta per dire al mondo: Dio esiste! Dio è verità! Solo in Dio c’è la felicità e la pienezza della vita! Io mi sono presentata qui come Regina della pace per dire a tutti che la pace è necessaria per la salvezza del mondo. Solo in Dio si trova la vera gioia dalla quale deriva la vera pace. Perciò chiedo la conversione.

Medjugorje 16 giugno 1983

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§  Invochiamo la Vergine Maria, sede della Sapienza: Ave, stella del mare (vedi domenica)

MERCOLEDI

Maria Madre del discepolo di Gesù

§  Invochiamo la luce dello Spirito Santo:   Litanie dello Spirito Santo (vedi domenica)

§  Chiediamo il frutto di accogliere Maria tra i nostri beni più cari e di lasciare che, come Madre, formi Cristo in noi.

A volte succede di sentirci come paralizzati davanti al dolore e alla sofferenza nostra e altrui. Ci rimane solo la rassegnazione. E’ difficile credere che il dolore possa essere fecondo. Eppure, ciascuno di noi è figlio del dolore perché la vita è sempre figlia della sofferenza.

E’ così per l’esperienza di ogni maternità nella carne, per una cima conquistata, per una vita che nasce meravigliosa e inaspettata, quando tutto parla di morte, per un fiore che spunta! E’ la legge della vita, come ricorda Gesù: “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12,24).

E’ legge anche per la vita della fede. Tutti là siamo nati: nel Cuore squarciato di Gesù e nel Cuore di Maria che, ferita dal dolore, si è riscoperta Madre, che educa e modella fino a che il figlio non sia formato pienamente nelle pieghe dei Cuori.

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Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. (Giovanni 19,25-30).

Nelle parole di Gesù vi è un significato grande! Il “discepolo amato” non rappresenta qui solo Giovanni, ma tutti i discepoli di Gesù. Essi sono dati a Maria da Gesù morente, come suoi figli. Allo stesso modo, Maria è data ad essi come loro madre. E’ ancora vocazione per Maria: Gesù chiama la Madre a estendere la sua maternità a tuti i viventi perché da lei arriva a tutti gli uomini la vita nuova scaturita da Gesù.

Se ci immergiamo nel cuore di Maria, la conosciamo, ancora una volta, come la donna pellegrina e forestiera, colei che non ha una casa sua e si lascia “collocare” da Dio. E’ la donna che, dall’inizio alla fine,  lascia decidere a Dio della sua vita.

Conosciamo Maria come colei che non solo è stata chiamata a dare forma al nuovo Adamo, Cristo, ma anche alle membra del suo corpo.

E conosciamo anche noi stessi: cioè una chiamata anche per noi. Lo scrigno della nostra vita, tra i suoi beni più preziosi, deve accogliere Maria, Madre dei discepoli, quale testamento di Gesù.

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Cari figli, oggi vi invito ad accogliere seriamente e a vivere i messaggi che io vi do. Io sono con voi e desidero, cari figli, che ciascuno di voi sia il più possibile vicino al mio cuore. Perciò, figlioli, pregate e cercate la volontà di Dio nella vostra vita quotidiana. Desidero che ciascuno di voi scopra la via della santità e cresca in essa fino all’eternità. Pregherò per voi e intercederò davanti a Dio affinché comprendiate la grandezza di questo dono che Dio mi dà di poter essere con voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Medjugorje 25 aprile 1990

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§  Invochiamo la Vergine Maria, sede della Sapienza: Ave, stella del mare (vedi domenica)

GIOVEDI

Maria Madre della Chiesa

§  Invochiamo la luce dello Spirito Santo: Litanie dello Spirito Santo (vedi domenica)

§  Chiediamo il frutto di essere pietre vive nell’edificazione della Chiesa di Gesù

Nessuno di noi è fatto per la solitudine! Questo è vero anche per la nostra esperienza di discepoli del Signore: il Vangelo suscita il desiderio di fare comunione, di edificare la Chiesa e di vivere all’altezza di questa vocazione. Ed è ancora la fede di Maria che genera nella vita della Chiesa e ne è l’energia e la forza. È Madre che forma nel cuore dei cristiani sentimenti e desideri nuovi, progetti e potenzialità nuove. Apre al soffio dello Spirito Santo per essere apostoli intrepidi, capaci di accendere il fuoco della carità e la luce della verità.

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Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato. Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano. C’erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelòta e Giuda di Giacomo. Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui. […]

Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi. (Atti degli Apostoli  1,12-14.2,21-4)

Maria è lì, con la nuova Chiesa nascente, con coloro che sono stati trovati fedeli dopo la prova della croce. La forza della sua fede e la sua tenerezza di Madre sono di grande conforto per tutti, Lei è maestra di perseveranza, punto di riferimento nella preghiera! E’ anche colei che continuamente riconduce alle parole, ai gesti, agli eventi di suo Figlio, perché la nuova Chiesa non smarrisca mai le sue radici e trovi qui la possibilità di un futuro sempre nuovo.

Maria è colei che è chiamata a suscitare ancora oggi uomini e donne, pieni di Spirito Santo e servi del Vangelo. Li sprona con il suo esempio, li infiamma con il suo amore, li sostiene con la sua perseveranza. Con la forza dello Spirito, Maria forma Gesù in noi e noi in Gesù, membra vive del corpo di Cristo che è la Chiesa.

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Cari figli! Anche oggi sono con voi e vi guardo, vi benedico e non perdo la speranza che questo mondo cambierà in bene e che la pace regnerà nei cuori degli uomini. La gioia regnerà nel mondo perché vi siete aperti alla mia chiamata e all’amore di Dio. Lo Spirito Santo cambia la moltitudine di coloro che hanno detto si. Perciò desidero dirvi: grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Medjugorje 25 gennaio 2011

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§  Invochiamo la Vergine Maria, sede della Sapienza: Ave, stella del mare (vedi domenica)

VENERDI

Maria, Donna del vino nuovo

§  Invochiamo la luce dello Spirito Santo:   Litanie dello Spirito Santo (vedi domenica)

§  Chiediamo il frutto di obbedire all’invito di Maria: “Fate quello che Gesù vi dirà”.

Tante realtà della vita non sono gridate, sono appena sussurrate e solo l’occhio del cuore le sa cogliere e trasformare in suoni di speranza.  Occorre affinare lo sguardo per riconoscere l’Invisibile che si è fatto visibile, tendere l’orecchio per percepire le parole che vengono dal cielo, ritirare il proprio “io” per ospitare Dio nello spazio del cuore lasciato libero per Lui.

Dio non si rende presente nel vento impetuoso e gagliardo, neppure nel terremoto che scuote il deserto e nemmeno nel fuoco divampante sul monte.

Al contrario, si fa vicino nel mormorio di un vento leggero! Dio è così: nella sua novità ci raggiunge esile come un vento leggero, come la brezza del mattino!

Maria è colei che vede con il cuore: dietro la gioia si può nascondere una sete; dietro una parola e un volto umano, può essere che Dio stesso si offra come vita.

E quando si vede con il cuore, si ama, ossia si desidera che l’acqua sia cambiata in vino.

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Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà».

Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le giare»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono». Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

Dopo questo fatto, discese a Cafarnao insieme con sua madre, i fratelli e i suoi discepoli e si fermarono colà solo pochi giorni. (Giovanni 2,1-12)

Leggendo il brano del Vangelo rimaniamo colpiti dalla sensibilità di Maria, che intuisce la difficoltà che si sta vivendo a quella festa di nozze: Lei sa vedere oltre se stessa anzi, è capace di precedere, di anticipare. Ma non dobbiamo fermarci qui.

Nel cuore del brano vi è la persona di Gesù Cristo, il mistero della sua morte e risurrezione, il dono nuovo della salvezza, anticipato come segno nel miracolo di Cana. Gesù Cristo è la festa, Lui è il “vino nuovo” che manca al banchetto della vita, il vino della nuova alleanza che Dio stringe con l’umanità! Maria percepisce che l’antico mondo sta scomparendo, che la vecchia alleanza è ormai logora: la novità di Dio si è fatta presente in Gesù Cristo! Intuendo il mistero nascosto nel Figlio, si riconosce chiamata a cooperare nel suscitare la fede dei primi discepoli.

Maria è colei che prega, con confidente apertura e serena disponibilità. E’ colei che intercede perché i suoi figli aprano incessantemente il cuore alla Parola. Il suo compito è di condurre all’obbedienza e all’accoglienza, sollecitando il coraggio di spogliare l’uomo vecchio per rivestire l’uomo nuovo.

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Cari figli, oggi vi invito tutti di nuovo alla preghiera. Solo con la preghiera, cari figli, il vostro cuore cambierà e diventerà migliore e più sensibile alla parola di Dio. Figlioli, non permettete che Satana vi trascini e faccia di voi quello che vuole. Io vi invito a diventare responsabili e decisi e a consacrare a Dio ogni giorno, nella preghiera. La santa Messa non sia per voi un’abitudine, ma vita; vivendo ogni giorno la santa Messa voi sentirete il bisogno della santità e crescerete nella santità. Io vi sono vicina e intercedo presso Dio per ognuno di voi, affinché vi dia la forza per cambiare il vostro cuore. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Medjugorje 25 gennaio 1998

§  Invochiamo la Vergine Maria, sede della Sapienza: Ave, stella del mare (vedi domenica)

SABATO

Al termine di questa seconda settimana pensiamo a tutto quello che abbiamo meditato…

Cosa ti è rimasto di più di questo cammino di conoscenza della Vergine Maria?

Quali ispirazioni ha suscitato in te l’incontro con Lei?

Preghiamo insieme:

O Maria, la luce della tua fede

diradi le tenebre del mio spirito;

la tua profonda umiltà

si sostituisca al mio orgoglio;

la tua sublime contemplazione

ponga freno alle mie distrazioni;

la tua visione ininterrotta di Dio

riempia la mia mente della sua presenza;

l’incendio di carità del tuo cuore

dilati e infiammi il mio, così tiepido e freddo;

le tue virtù prendano il posto dei miei peccati;

i tuoi meriti siano il mio ornamento presso il Signore.

Infine, carissima e diletta Madre,

fa’ che io non abbia altra anima che la tua

per lodare e glorificare il Signore;

che io non abbia altro cuore che il tuo

per amare Dio con puro e ardente amore,

come te. Amen.

(San Luigi Maria Grignon da Montfort )