La curiosità genera confusione e allontana dalla sapienza e dalla pace di Dio

La curiosità, manifestazione umana generalmente considerata ‘lodevole’ dalla cultura moderna, caratterizzata da un surplus di comunicazione e di socialità (spesso di molto forma e poco di sostanza), è una qualità con i suoi lati oscuri.

Ne è più che mai convinto Papa Francesco che, nell’omelia durante la messa di questa mattina a Santa Marta, ha definito lo spirito di curiosità come un’attitudine che genera confusione e allontana dalla sapienza e dalla pace di Dio.

La prima lettura odierna (Sap 7,22-30.8,1), del resto, descrive “lo stato d’animo dell’uomo e della donna spirituale” che vivono “nella sapienza dello Spirito Santo” che aiuta “a giudicare, a prendere decisioni secondo il cuore di Dio”, infondendo sempre “pace”.

La santità è “quello che Dio chiede ad Abramo”: “cammina nella mia presenza e sii irreprensibile”. Gli uomini e le donne che seguono questo cammino sono saggi “perché si muovono sotto la mozione della pazienza di Dio”, ha spiegato il Papa.

L’atteggiamento opposto è, per l’appunto, quello della curiosità e nel Vangelo di oggi (Lc 17,20-25) lo si riscontra nei farisei che incalzano Gesù: “Quando verrà il Regno di Dio?”. Questa domanda è animata da un puro spirito di curiosità che però “ci allontana dallo Spirito della sapienza, perché soltanto interessano i dettagli, le notizie, le piccole notizie di ogni giorno”.

Non solo la curiosità allontana da Dio ma induce a “parlare troppo”, è un atteggiamento “mondano”, che “porta alla confusione” e ci spinge a voler sentire che “il Signore è qua oppure è là” o dire: “Ma io conosco un veggente, una veggente, che riceve lettere della Madonna, messaggi dalla Madonna”. Tuttavia, ha ammonito il Papa, “la Madonna è Madre” e non “un capoufficio della Posta, per inviare messaggi tutti i giorni”.

Lo spirito di curiosità, in definitiva, allontana “dal Vangelo”, “dallo Spirito Santo”, “dalla pace e dalla sapienza, dalla gloria di Dio, dalla bellezza di Dio”.

Gesù, al contrario, ci ricorda che “il Regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione: viene nella saggezza”, non certo “nella confusione”. È emblematico che Dio “non parlò al profeta Elia nel vento, nella tormenta” ma “parlò nella soave brezza, la brezza della sapienza”

Anche Santa Teresina del Gesù Bambino diceva a se stessa di “fermarsi sempre davanti allo spirito di curiosità” e, quando apprendeva storie altrui, pur desiderandole conoscere fino in fondo, riconosceva che “quello non era lo spirito di Dio, perché era uno spirito di dispersione, di curiosità”.

Il Regno di Dio è “in mezzo a noi”, ha aggiunto il Santo Padre, quindi non serve cercare “cose strane” o “novità” con “curiosità mondana”. È lo Spirito Santo che deve portarci avanti “con quella saggezza che è una soave brezza”, ha poi concluso.

Di Luca Marcolivio