La brama di denaro fa perdere la fede

L’idolatria del denaro è una minaccia per la nostra fede e può portare l’uomo alla rovina e alla perdizione. Lo ha detto papa Francesco nell’omelia durante la messa a Santa Marta.

“Gesù – ha detto il Santo Padre – ci aveva detto chiaramente, e anche definitivamente, che non si possono servire due signori: non si può servire Dio e il denaro.

C’è qualcosa tra questi due che non va. C’è qualcosa nell’atteggiamento di amore verso il denaro che ci allontana da Dio”.

Citando San Paolo (cfr. 1Tm 6,2-12), il Pontefice ha quindi stigmatizzato il desiderio di arricchirsi, cadendo nella “tentazione dell’inganno di molti desideri insensati e dannosi”, definendo l’avidità come “la radice di tutti i mali” e, in ultima analisi, fonte di “molti tormenti”.

Il “potere del denaro”, quindi, “fa deviare dalla fede pura” e la distrugge. Inoltre, se non si segue coerentemente la parola di Gesù Cristo, si può cadere nelle “invidie”, nei “litigi”, nelle maldicenze”, nei “sospetti cattivi”, diventando “uomini corrotti nella mente e privi della verità che considerano la religione come fonte di guadagno”.

Papa Francesco ha anche criticato il bigottismo di coloro che si proclamano cattolici, perché vanno a messa ma poi “sotto sotto si fanno gli affari loro”.

La “via del denaro” porta inevitabilmente alla corruzione e alla perdizione e, in questo, Gesù è assai chiaro: “non puoi servire Dio e il denaro, non si può: o l’uno o l’altro. E questo non è comunismo, questo è Vangelo puro”, ha ricordato Bergoglio.

Sebbene il denaro possa inizialmente offrire “un certo benessere”, alla fine “sopraggiunge la vanità”, che ti fa sentire “una persona importante”.

Tuttavia, ha spiegato il Papa, “nessuno può riscattare se stesso, né pagare a Dio il proprio prezzo. Troppo caro sarebbe il riscatto di una vita. Nessuno può salvarsi con il denaro”.

L’idolatria del denaro, per giunta, è un peccato contro il primo Comandamento, in quanto il denaro viene messo al posto di Dio e ad esso si rende culto.

In tal senso i Padri della Chiesa erano particolarmente radicali e definivano il denaro “lo sterco del diavolo”. Esso “ammala la nostra mente con l’orgoglio e ci fa maniaci di questioni oziose”, ha detto ancora Francesco.

Qual è dunque l’antidoto a tale corruzione? San Paolo lo indica nella “giustizia”, nella “pietà”, nella “fede”, nella “carità” e nella “pazienza”. “È la strada dell’umiltà di Cristo Gesù che essendo ricco si è fatto povero per arricchirci proprio con la sua povertà. Questa è la strada per servire Dio. E che il Signore aiuti tutti noi a non cadere nella trappola dell’idolatria del denaro”, ha quindi concluso il Pontefice.

Di Luca Marcolivio  tratto da Zenit