Quanto è difficile amare i nemici….!

 La forza del cristiano è la sua capacità di amare. Soprattutto amare chi gli fa del male, chi lo odia, chi gli è nemico. Non è certo un istinto naturale farlo, ma è quello che Gesù chiede per essere quanto più vicino a Lui che non si è vendicato di chi lo ha tradito o lo ha inchiodato sulla Croce.

Da questa riflessione si è sviluppata  l’omelia di Papa Francesco nella Messa mattutina a Santa Marta, celebrata mercoledì 19 giugno.

Amare i nemici è molto difficile, ha affermato il Santo Padre. Non si tratta di amare solo chi ci ha fatto una ‘scaramuccia’. Quasi basterebbero le nostre forze per quello. Gesù ci chiede di amare quelli che “prendono la decisione di fare un bombardamento e ammazzare tante persone”, ha detto il Papa, quelli che “per amore dei soldi non lasciano che le medicine arrivino agli anziani e li lasciano morire” e quelli che cercano soltanto “il proprio interesse, il proprio potere e fanno tanto male”. Come è possibile amare questa gente? si è chiesto Bergoglio.

“Sembra una cosa difficile da fare amare il nemico” ha aggiunto. È una grazia che solo Dio può concederci, con la forza che viene dal pregare per loro, affinché “il Signore cambi il loro cuore” e converta il nostro. Perché, ha precisato Bergoglio, “tutti noi abbiamo nemici”, ma “anche noi tante volte diventiamo nemici di altri, non vogliamo loro bene”.

Questo comando di Gesù sembra più faticoso da compiere rispetto ad altri, ha proseguito il Papa: “Pensiamo che Gesù ci chiede troppo! Lasciamo questo per le suore di clausura, che sono sante; lasciamo questo per qualche anima santa, ma per la vita comune questo non va. E questo deve andare! Gesù dice: No, dobbiamo fare questo! Perché al contrario voi siete come i pubblicani, come i pagani. Non siete cristiani”.

In particolare, Gesù Cristo – ha ricordato Papa Francesco – “ci dice due cose”: innanzitutto guardare al Padre che “ha amore per tutti” e “fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni” e “fa piovere sui giusti e gli ingiusti”. E poi cercare di essere “perfetti come è perfetto il Padre Celeste”, “imitare il Padre con quella perfezione dell’amore”.

Gesù, ha ribadito il Santo Padre, “perdona i suoi nemici”, “fa tutto per perdonarli”, perché il cristiano non si vendica, la sua arma è la preghiera. “Pregare!”, ha esclamato Papa Francesco, “è quello che Gesù ci consiglia: Pregate per i vostri nemici! Pregate per quelli che vi perseguitano! Pregate! E dite a Dio: Cambiagli il cuore. Ha un cuore di pietra, ma cambialo, dagli un cuore di carne, che senta bene e che ami”.  “Quando uno prega per quello che ci fa soffrire – ha soggiunto il Pontefice – è come se il Signore viene con l’olio e prepara i nostri cuori alla pace”.

Il Santo Padre ha quindi invitato ognuno dei presenti a porsi una domanda nel proprio cuore: “Io prego per i miei nemici? Io prego per quelli che non mi vogliono bene?”. “Se noi diciamo di sì – ha soggiunto – io dirò: Vai avanti, prega di più, quella è una buona strada. Se la risposta è no, il Signore dice: Poveretto. Anche tu sei nemico degli altri!”.

Amare anche chi “me ne ha fatta una grossa” o chi compie azioni cattive “impoverisce le persone”, ha poi affermato il Papa, “e con questo argomento vogliamo portare avanti la vendetta o quell’occhio per occhio, dente per dente”. Non solo: “secondo i criteri del mondo non è un buon affare” amare chi ti fa soffrire, se questo oltre ad essere difficile, anche ti impoverisce.

L’amore al nemico però – ha spiegato Papa Francesco – “ci fa poveri” allo stesso modo in cui Gesù si è fatto povero “quando è venuto da noi, si è abbassato”. Lui da ricco si è fatto povero, e “in quell’abbassamento – ha detto – c’è la grazia che ci ha giustificati tutti, ci ha fatto ricchi”, c’è il “mistero di salvezza”. “L’amore ci impoverisce ma quella povertà è seme di fecondità e di amore per gli altri” ha rimarcato il Papa.

“Sarebbe bello che offrissimo la Messa, il sacrificio di Gesù per loro che non ci amano” ha detto infine. Sarebbe bello per loro, ma anche per noi, perché  – ha concluso – “il Signore ci insegni questa saggezza tanto difficile, ma tanto bella perché ci fa assomigliare al nostro Padre e fa uscire il sole per tutti, buoni e cattivi”.

Di Salvatore Cernuzio