Ostensione a Torino, Papa Francesco: “Attraverso la sacra Sindone ci giunge la Parola unica ed ultima di Dio”

Ecco il testo del messaggio video che Papa Francesco ha indirizzato ai fedeli per l’Ostensione della Sindone oggi, Sabato Santo 2013

«Cari fratelli e sorelle, mi pongo anch’io con voi davanti alla sacra Sindone, e ringrazio il Signore che ci offre, con gli strumenti di oggi, questa possibilità.

Anche se avviene in questa forma, il nostro non è un semplice osservare, ma è un venerare, è uno sguardo di preghiera. Direi di più: è un lasciarsi guardare. Questo Volto ha gli occhi chiusi, è il volto di un defunto, eppure misteriosamente ci guarda, e nel silenzio ci parla. Come è possibile?

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I sacerdoti: pastori in mezzo al gregge, e non “gestori” o “intermediari”

Alle ore 9.30 di Giovedì Santo, il Santo Padre Francesco ha presieduto, nella Basilica Vaticana, la Santa Messa Crismale, Liturgia che si celebra in questo giorno in tutte le Chiese Cattedrali. La Messa del Crisma è stata concelebrata dal Santo Padre con i Cardinali, i Vescovi ed i Presbiteri – circa 1600, tra diocesani e religiosi – presenti a Roma. Nel corso della Celebrazione Eucaristica, i sacerdoti hanno rinnovato le promesse fatte al momento della Sacra ordinazione; quindi sono stati benedetti con l’olio degli infermi, l’olio dei catecumeni e il crisma. Di seguito l’omelia pronunciata da Papa Francesco dopo la proclamazione del Santo Vangelo.

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La mappa del sacro. Le reliquie del Venerdì Santo (Seconda parte)

Un’altra preziosa reliquia, molto studiata, è quella del titolo della croce, la tavola di legno dove era scritto il motivo della condanna a morte. Il titolo della croce è conservato nella chiesa romana di Santa Croce a Gerusalemme. Aguzzando la vista si può osservare la scritta “Gesù Nazareno Re dei Giudei” scritta in ebraico, greco e latino come riportato dal Vangelo di Giovanni. L’ordine appare invertito visto che nel quarto vangelo leggiamo che la scritta era in ebraico, latino e greco.

Altra differenza col testo evangelico si può trovare nella parola “Nazareno”: nella reliquia sul rigo scritto in greco leggiamo “Nazareno”, mentre nel testo evangelico c’è scritto “Nazoreo” (=l’osservante). Se si osserva poi la “Z” si può notare che è scritta al contrario, questo probabilmente perché chi scriveva era un giudeo, abituato a scrivere da destra verso sinistra.

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Il Pastore è andato a trovare le pecorelle smarrite

Le parole del Papa, brevi, intense, dolci. I suoi gesti umili e amorevoli: inginocchiato a lavare, asciugare, baciare i piedi a dodici ragazzi, tra cui due musulmani e due ragazze, hanno toccato il cuore di tutti i presenti ed anche di quanti hanno seguito la cronaca trasmessa da Radio Vaticana.

Ha raccontato Padre Federico Lombardi che, nessuno ha retto alla commozione, quando il Papa, inginocchiato con entrambe le gambe ha lavato e rivolto uno sguardo di intenso e amorevole affetto ai giovani detenuti.

Durante la cerimonia dello scambio del segno della pace, tutti i ragazzi sono andati ad abbracciare Papa Francesco, e le ragazze erano visibilmente commosse.

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Venerdì Santo

“Siate benedetti per la mano del Padre, voi che avete partecipato e pianto la Mia Passione. Voi che, liberati dall’inferno per gli immensi dolori della Mia Croce, avete avuto pietà di Me; voi che siete stati trovati degni di compatirmi nelle Mie torture.

Voi, la cui fedele memoria ha custodito profondamente il ricordo della Mia Passione…

Benedetti dal Padre, benedetti dallo Spirito Santo, con la benedizione che Io darò all’ultimo giorno: perchè sono venuto da voi  e in luogo di respingermi avete offerto al vostro Dio desolato l’ospitalità del vostro amore…

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La mappa del sacro. Le reliquie del Venerdì Santo (Prima Parte)

Dopo aver parlato delle reliquie del Giovedì Santo, passiamo a parlare di quelle che sono più strettamente legate alla sofferenza di Cristo. Iniziamo con la colonna della flagellazione. Ci raccontano i Vangeli che, fallito il tentativo da parte di Ponzio Pilato di liberare Gesù, il prefetto romano lo consegnò alle guardie perché lo flagellassero. Nell’immaginario comune Gesù venne legato ad una alta colonna e qui iniziò a subire le prime sofferenze. La colonna invece doveva essere piuttosto bassa, come quella che troviamo nella chiesa romana di Santa Prassede.

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La mappa del sacro. Le reliquie del Giovedì Santo

Il culto delle reliquie nella Chiesa Cattolica è antichissimo. Si può dire che esso è diretta emanazione della teologia dell’incarnazione perché, se come noi cristiani crediamo, è vero che il divino ha preso la forma umana nella persona di Gesù di Nazaret, allora è altrettanto vero che tutto ciò che può essere concretamente vicino alla sua persona ci può avvicinare a Lui. Le reliquie non sono prove del Mistero dell’Incarnazione, per di esse è difficile dimostrarne l’autenticità, tuttavia è interessante poterle avvicinare e conoscere perché comunque ci invitano a guardare a Dio come a “qualcosa” di concreto.

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Il coraggio di “uscire” per portare Cristo

Il senso della prima Udienza generale del mercoledì di Papa Francesco è racchiuso in una sola parola: “uscire”. 

Uscire da noi stessi, sempre, da una fede “stanca e abitudinaria”, per andare “verso le periferie dell’esistenza”, dai lontani, dai dimenticati, da chi è nella difficoltà. Perché “c’è tanto bisogno di portare la presenza viva di Gesù misericordioso e ricco di amore” nel mondo. E noi cristiani non dobbiamo stancarci di fare il primo passo, come Cristo ha fatto con noi.

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Il suo trono regale è il legno della Croce!

Un giorno di festa in un clima di gioia. Con questo spirito, stamattina papa Francesco ha inquadrato la celebrazione in piazza San Pietro della Domenica delle Palme e della Passione del Signore, la prima grande solennità liturgica del suo pontificato.

“Non siate mai uomini, donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento!”, ha detto il Santo Padre durante l’omelia, con riferimento alla gioia che accompagna l’ingresso di Gesù in Gerusalemme.

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“Non abbiate paura della bontà e della tenerezza!”

Durante la messa di inaugurazione del pontificato, papa Francesco ricorda che “il vero potere è il servizio”

L’inaugurazione del pontificato di papa Francesco è nel segno di San Giuseppe. Rompendo la consuetudine dei suoi predecessori di celebrare la loro intronizzazione nella domenica successiva all’elezione, il pontefice argentino ha scelto il giorno 19 marzo – quest’anno un martedì – data a lui particolarmente cara per svariati motivi.

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