O Emmanuele

NOVENA DI NATALE

8° giorno

 

Venite, adoriamo il Re nostro Signore che sta per venire! 

Lettura

 Is 7,10-14

In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto».

Ma Àcaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore».

Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele».


Meditazione


Il brano che meditiamo oggi ruota intorno alla parola segno. Il profeta Isaia invita il re Acaz a chiedere a Dio un segno a conferma della sua promessa di difenderlo dai nemici che assediano il suo regno. Il re non vuole chiedere tale segno perchè vuole agire secondo il suo istinto di combattere i nemici che Dio vuole sgominare per lui. Isaia deve allora annunciargli che il segno gli sarà comunque dato e non potrebbe essere più sconcertante: una giovane donna darà alla luce un figlio il cui nome simbolico è Emmanuele: “Dio con noi”. La versione alessandrina della Bibbia e la tradizione cristiana hanno sempre visto in questo segno una genuina profezia messianica: l’Emmanuele è il Cristo, il Messia promesso. Se prescindessimo dai capitoli seguenti, difficilmente potremmo giungere a questa conclusione. Dato il contorno storico dell’oracolo, è fuori dubbio che ci troviamo di fronte a elementi propri delle promesse dinastiche. Tanto il bambino quanto il suo nome sono un segno della continuità delle promesse davidiche. Gli attributi e le qualità che lo accompagnano fin dalla nascita sono un ideale messianico piuttosto che una possibile realtà concreta. Quando, all’inizio della nostra era, una giovane chiamata Maria resterà incinta senza concorso di uomo e darà alla luce un figlio, sintesi dell’umano e del divino, si compiranno tutti gli annunzi di Isaia in questi capitoli noti come il “Libro dell’Emmanuele”.

Solo in Cristo di adempì pienamente l’oracolo pronunziato dal profeta Isaia alla presenza del re Acaz e dei suoi cortigiani, come segno della provvidenza e garanzia della fedeltà divina. Mantre attendiamo con fede il Natale, apriamo il nostro cuore alla beatitudine dell’ascolto perchè, come la Vergina Maria, modello di chi accoglie la parola di Dio e la mette in pratica, possiamo anche noi diventare luogo santo in cui la Parola -Gesù stesso- oggi si compie. Amen.

O Emmanuele, nostro re e legislatore,

speranza e salvezza dei popoli,

vieni e salvaci, Signore nostro Dio.