Celebrare la Santa Messa con i santi Angeli – SECONDA PARTE –

Passiamo quindi alla Liturgia della Parola.

Come celebriamo questa parte della santa Messa con i santi Angeli? Bene, sappiamo che i santi Angeli sono messaggeri; questo è proprio del suo nome generico: angelos (in greco) o, nel plurale, angeloi, cioè messaggero o messaggeri: ci parlano nel nome di Dio, ci trasmettono la parola di Dio, ci fanno conoscere la volontà di Dio.  Ma loro possono essere messaggere fedeli di Dio perché ascoltano perfettamente la parola di Dio, cioè sono – per così dire – tutto orecchio, hanno un’apertura totale alla luce divina. Dico luce divina perché Dio parla loro con la luce.

Che cosa significa quindi celebrare la liturgia della parola con i santi Angeli? Significa che ci uniamo a loro, imitando il loro atteggiamento di apertura concentrata alla parola di Dio, alla luce divina.

Nella liturgia della Parola, infatti, è Dio che ci parla, che ci fa dono della Sua parola. Adesso Lui si comunica a noi, non siamo noi che diamo qualcosa a Dio. Da parte nostra ci vuole, quindi, l’apertura, l’atteggiamento di accogliere il dono divino della parola, il dono divino della luce per il nostro cuore, dell’impulso a mettere in pratica la parola sentita e compresa. E’ l’atteggiamento dei santi Angeli, come lo presenta il Salmo 103, versetto 20: “Benedite il Signore, Angeli Suoi, voi prodi, esecutori dei Suoi comandi, sempre pronti al cenno della Sua parola”.

Con i santi Angeli e come loro, sforziamoci di partecipare con attenzione interiore ed esteriore alla liturgia della Parola! E’ un atteggiamento di riverenza davanti alla santità della parola divina. E’ parola di Dio, non semplicemente parola umana; è parola divina in parole umane. Possiamo dire: la parola divina si è fatta parola umana. Se siamo aperti alla loro influenza illuminatrice, gli Angeli ci aiutano ad accogliere la parola di Dio con riverenza e perciò con attenzione.

Dov’è il nostro cuore durante le letture, durante la proclamazione del Vangelo? E’ pienamente aperto per accogliere il dono divino? O è colmo di noi stessi, delle preoccupazioni della vita quotidiana, dei nostri desideri che si rivolgono alle cose di questo mondo? Che cosa abbiamo in cima ai nostri pensieri?

Magari fosse ciò che Dio ci vuole dare! Cioè il dono della Sua parola, la luce che ci fa riconoscere il Suo amore, il Suo progetto sapiente e misericordioso per tutti noi e anche per tutte le creature.

Come all’inizio della Preghiera Eucaristica il Sacerdote celebrante invita, ammonisce: “Sursum corda!” In alto i cuori!, così pure dovremmo sentire, all’inizio della liturgia della parola, l’invito o l’ammonimento, che nessuno ci dise, ma che i santi Angeli ci dicono senza parole:

“Aprite i vostri cuori!
Avete i cuori svuotati di voi stessi, di tante cose di questo mondo, e lasciate invece entrare la parola di Dio, la luce divina, che così possa colmare i cuori e trasformarli!”.

“Cuori aperti”, “orecchi attenti!” questa è per così dire, la massima che dobbiamo seguire se veramente vogliamo prendere i santi Angeli come modelli da imitare e se davvero vogliamo celebrare la liturgia della parola in unione con loro e con il potente loro aiuto, a gloria di Dio e per la nostra salvezza.

Qui è il posto per dire pure una parola sul silenzio nella liturgia.

Nell’Opera dei santi Angeli conosciamo questa trilogia: silenziando, ascoltando, obbedendo.

Per essere in grado di ascoltare  e ascoltare bene, ci vuole il silenzio; il silenzio esteriore poiché, in caso contrario non si sente la parola detta; e anche il silenzio interiore poiché senza il silenzio del cuore, sebbene la parola arrivi acusticamente all’orecchio,  non può – o appena con difficoltà – penetrare nel cuore, cioè nella mente.

Ma udiamo ciò che dice l’Ordinamento Generale del Messale Romano (n. 55): “Il popolo fa propria questa Parola divina con il silenzio e i canti”. E poi, il n. 56 dell’Ordinamento è dedicato interamente al silenzio:

La Liturgia della Parola deve essere celebrata in modo da favorire la meditazione; quindi si deve assolutamente evitare ogni forma di fretta che impedisca il raccoglimento. In essa sono opportuni anche brevi momenti di silenzio, adatti all’assemblea radunata, per mezzo dei quali, con l’aiuto della Spirito Santo, la Parola di Dio venga accolta nel cuore e si prepari la risposta con la preghiera. Questi momenti di silenzio, si possono osservare, ad esempio, prima che inizi la stessa Liturgia della Parola, dopo  la prima e la seconda lettura e terminata l’omelia.

“Meditazione”, “raccoglimento”, “silenzio” sono come parole chiave che richiamano l’attenzione su elementi che sono necessari per celebrare bene, fruttuosamente la Liturgia della Parola, cioè per poter accogliere nel cuore la Parola di Dio ed essere preparati a dare la risposta alla parola con la preghiera.

Abbiamo detto che vogliamo celebrare o partecipare alla Santa Messa con i santi Angeli. Bene, i santi Angeli sono molti, moltissimi, non milioni, ma miliardi e miliardi; ma non sono affatto una massa di Angeli, no, niente di massa, ma sono veramente e perfettamente personalità singolari; ognuno ha una personalità propria, inconfondibile con qualsiasi altro Angelo. Tra le persone umane a volte succede che si confonde una con l’altra. Casa impossibile tra gli Angeli!

Tanti, tanti Angeli, personalità uniche, luminose, belle, sante, ognuno con le sue caratteristiche personali e la sua missione propria, personale, nei riguardi degli uomini e/o del creato materiale! Ma non li vediamo; solo con gli occhi della fede possiamo riconoscere la loro presenza e azione potente e nei riguardi degli Angeli siamo davvero comparabili ai ciechi. Come i ciechi non vedono gli altri uomini, ma loro sanno che ci sono, quando qualcuno parla con loro e dice loro che ci sono altre persone e chi sono queste, così anche noi non vediamo i santi Angeli, ma crediamo in ciò che ci è stato detto da Dio; crediamo che certamente c’è il nostro Angelo Custode, che ci sono anche altri Angeli, che siamo costantemente sotto l’influenza benevole dei santi Angeli, ma non sappiamo quali sono concretamente questi santi Angeli, solo sappiamo che ci sono e che agiscono. L’importante, il decisivo, è in fin dei conti che viviamo coscienti delle presenza e attuazione dei santi Angeli e così abbiamo un’apertura consapevole alla loro presenza e azione.

Però nella Sacra Scrittura, che ci parla di molti Angeli, ci sono tre di cui trasmette i nomi: i tre Arcangeli san Michele, san Gabriele e san Raffaele.

Possiamo dire – non in modo totalmente arbitrario, sebbene non in modo assoluto – che, nella santa Messa, questi tre Arcangeli, conforme le loro caratteristiche personali, ci possono aiutare particolarmente in una o altra parte della santa Messa, cioè:

  san Michele particolarmente nei riti introduttori, mettendo il fondamento per tutta la celebrazione, fondamento che, perciò, deve essere presente nella celebrazione intera

    san Gabriele particolarmente nella liturgia della Parola

    san Raffaele particolarmente nella liturgia Eucaristica.

Perché posso affermarlo? Vediamolo passo a passo.

San Michele è particolarmente l’Angelo della fede e dell’umiltà. Nella Supplica ardente ai santi Angeli ci rivolgiamo a san Michele con queste parole:

“Hai ricevuto da Dio la forza e il potere di annientare con l’umiltà la superbia delle potenze delle tenebre! Ti supplichiamo, aiutaci ad avere una vera umiltà di cuore”.

Sappiamo che il suo nome significa “Chi-come-Dio”, “Chi è come Dio?”. Per questo, san Michele può aiutarci particolarmente  ad avere l’atteggiamento fondamentale per tutta la celebrazione della santissima Eucaristia e che dobbiamo avere – o almeno sforzarci di avere – fin dall’inizio della santa Messa, cioè il riconoscimento, nella fede, dell’infinita maestà di Dio e, dall’altra parte, il riconoscimento della nostra piccolezza, della nostra dipendenza assoluta da Dio, del nostro obbligo santo di rendere culto di adorazione all’unico e vero Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.

Solo Dio si deve adorare, solo a Dio si deve dare il primo posto nella nostra vita. Dio sopra tutto!

Così san Michele – Chi come Dio? – può aiutarci, come modello e con la sua influenza su di noi, ad avere quell’atteggiamento profondo di consapevolezza della grandezza infinita di Dio, l’atteggiamento di profonda riverenza e di fiduciosa umiltà.

Oh sì, chi come Dio? Oh sì, Dio, il Dio Santissimo è il Signore, io sono alla Sua presenza! Questa deve essere la coscienza che dovrà plasmare i miei atteggiamenti fin dall’inizio della santa Messa! Che san Michele ci aiuti in tutto questo! Anche nella purificazione del cuore, nel raccoglimento attento alla presenza di Dio.

    San Gabriele ci può aiutare particolarmente nella liturgia della Parola, poiché è il “fedele messaggero di Dio” (Supplica ardente); è l’Angelo dell’Incarnazione. Come tale, può aiutare particolarmente quelli che devono proclamare la Parola di Dio; ma non solamente, perché può aiutare anche quelli che ascoltano la Parola di Dio. Nella Supplica ardente, perciò, chiediamo:

“Sii sempre davanti ai nostri occhi, ti supplichiamo, affinché comprendiamo bene la Parola di Dio, la seguiamo, le ubbidiamo e portiamo a termine ciò che Dio vuole da noi!”.

Come Angelo dell’Incarnazione, san Gabriele è in modo particolare, anche un Angelo della Madonna. Lei, la purissima Vergine, Madre di Dio e Madre nostra, è il modello supremo dell’accoglienza della Parola di Dio, dell’ascolto dell’annuncio dell’Angelo santo come messaggero di Dio e della risposta giusta, chiara, autentica, impegnativa non fino a un certo punto, ma fino alle ultime conseguenze.

Per questo preghiamo la nostra Madre Celeste che ci aiuti, con la Sua potente intercessione materna,

* a partecipare fruttuosamente della santa Messa, in unione con i santi Angeli, dall’inizio alla fine;

* ad adorare e amare con tutto il cuore, in umiltà e con quella riverenza profonda di chi è pervaso dalla consapevolezza della grandezza infinita di Dio, di Dio presente e operante nella celebrazione dell’Eucaristia;

* ad accogliere con un cuore spalancato, per così dire, svuotato di ciò che è terreno, creaturale, per essere capaci di ricevere il dono divino, che nella liturgia della Parola è il dono della Parola di Dio.

Finiamo ora la nostra meditazione e lasciamo la considerazione della Liturgia Eucaristica per un’altra opportunità.

Per conoscere meglio la spiritualità dell’Opera dei Santi Angeli vi consigliamo il sito www.operadeisantiangeli.org