Vale la pena rispondere con un sì alla chiamata del Signore

Sono già trascorsi alcuni anni da quando ho lasciato il mio paese d’origine, l’Austria, per vivere un anno di esperienza nel Movimento dei Missionari Servi dei Poveri del Terzo Mondo, con la speranza d’incontrare il luogo dove poter realizzare la vocazione ricevuta da Dio.

Già dall’anno del Grande Giubileo del 2000 stavo cercando “il mio posto” nella Chiesa e portavo nel mio cuore, come un’invocazione, questa domanda: “Signore Gesù, dove mi vuoi?”

Era stato in quell’anno, infatti, che mi ero reso realmente conto di quello che era ed è la vita cristiana: rispondere all’immenso amore che Gesù ci ha manifestato durante tutta la sua vita, soprattutto nella dedizione totale sulla croce per noi uomini.

Quale gioia e sentimenti di gratitudine sgorgano dal mio cuore nel prendere i voti perpetui!

Non è un cammino facile e senza croci ma, anche nei momenti più critici, mi ha sempre sostenuto e mi sostiene la convinzione che mi trovo in un posto dove si vive la realtà della Chiesa.

Ringrazio il Signore d’aver sempre visto chiaramente che solo nella Chiesa cattolica Gesù Cristo è pienamente presente.

Portando ai poveri la presenza della Chiesa, e con essa quella di Cristo, si riceve più di quanto si dà. Ringrazio perciò il Signore per tutte le persone che ho potuto incontrare nella vita quotidiana del Movimento: i bambini delle nostre case, la gente indigena nelle diverse missioni realizzate, e tante altre persone che mi hanno ricordato quanto l’amore di Dio manifestato in Cristo sia necessario per il mondo.

A volte mi chiedevo: “Che conforto posso dare a loro? Che soluzione alle loro miserie?”.

Senza fede, senza Dio e senza la convinzione che i poveri hanno un posto privilegiato nel cuore di Cristo, non oserei aprire la bocca di fronte a tante situazioni di miseria e di povertà che ho incontrato. Spero soprattutto di lasciar parlare sempre più Dio in me e attraverso di me, perché so che solamente Dio è la roccia solida e che solo Lui ha parole di vita eterna.

Quante promesse “umane” hanno già distrutto la fiducia tra gli uomini?

I voti perpetui che presto farò sono l’espressione della mia fiducia nel Signore. La loro grandezza sta nel fatto che non sono soltanto promesse “umane”: è Dio che s’impegna a fare di me un autentico Missionario Servo dei poveri.

E’ questo che mi dà pace e gioia.  So che quanto do ai poveri non sono le mie forze limitate, ma è tutto il mio essere, tutto me stesso, perché il Signore mi dà la forza necessaria per realizzare quanto sarebbe per me impossibile.

A tutti coloro che leggeranno questa breve testimonianza voglio dire che vale la pena di rispondere con un “sì” alla chiamata del Signore.

A ciascun giovane, lettore o lettrice, voglio ricordare: “Ti sta aspettando tanta povera gente, affinché tu le porti Cristo!”.

Desidero terminare con una breve preghiera che mi accompagna fin da quando ho conosciuto i Missionari Servi dei Poveri del Terzo Mondo:  

“O Maria, Madre dei poveri, 

ricevici nel Tuo cuore 

e fa’ che la nostra vita 

sia pane spezzato per i poveri”.

Alois Hollwert, msp

(tratto da: Giovani sedotti da Cristo e dai poveri  Ed. Ancilla)