Con gli occhi della fede – Testimonianza di fr. Stefano LC

Thornwood, 16 Settembre 2011

Venga il Tuo Regno!

Carissimi amici in Cristo,

eccomi qui dopo la lunga pausa estiva. Spero stiate tutti bene, pronti ad iniziare il nuovo anno lavorativo con grande entusiasmo.

Io, grazie alle vostre preghiere e al sostegno del Signore, proseguo con grande serenità e fiducia.

Le ultime radiografie a cui sono stato sottoposto evidenziano che il cancro non è pù presente e questo ridimennsiona la mia malattia e mi proietta in una nuova prospettiva di guarigione.

Dovrò continuare la chemioterapia fino a Novembre perchè nel mio corpo potrebbero essere presenti ancora piccole cellule maligne (che la radiografia non può detettare) e che, se non vengono distrutte ora, si potrebbero moltiplicare facilmente, riportandomi alla situazione iniziale.

Ho da pochi giorni concluso gli Esercizi Spirituali: otto giorni di preghiera e meditazione, di riflessione e ringraziamento per tutto quello che Lui mi ha donato e tolto quest’anno; un incontro con la misericordia di Dio e soprattutto una nuova occasione di crescita nella preghiera.

 Tra le varie riflessioni che il predicatore ci ha offerto, mi ha colpito in modo particolare quella sulla FEDE. Attraverso le sue parole ho ripercorso il cammino dalla scoperta della malattia fino ad oggi.  Ho riscoperto l’invito di Gesù che mi chiamava a crescere nella fede. Sì, perchè solo attraverso la fede possiamo penetrare il mistero, i disegni di Dio sulla nostra vita.  Per questo non dobbiamo stancarci di supplicarlo che aumenti la nostra fede, dono più importante della vita stessa.

 Credere non è facile. Molte volte ci sentiamo confusi… non è mancanza di fede ma la naturale difficoltà che incontriamo nel passare dalla visione materiale del mondo – con gli occhi della ragione –  a quella soprannaturale e divina – per imparare a vedere con gli occhi della fede.

Non è facile “vedere” Dio e comprenderlo, soprattutto quando viviamo situazioni di sofferenza, quando il Signore ci invita a considerare qualcosa di negativo – una croce che non comprendiamo – come dono positivo. Sembra che possiamo udire, ma non capire – il cuore è chiuso.

Ma è proprio in questa situazione che dobbiamo abbandonarci a Lui, lasciando che la fede ci parli attraverso il suo “oscuro” linguaggio. Abbiamo bisogno di questa luce differente.

E’ come quando entiamo in una cattedrale gotica:  dalle vetrate colorate il raggio di sole viene filtrato per essere poi diffuso sotto un nuovo aspetto. Quello che sperimentiamo è  assieme una senzazione di luce e buio, che ci avvolge in un’atmosfera di raccoglimento e preghiera.

Proprio nella preghiera, in questo dialogo semplice e sincero con Dio, Egli ci prende per mano e ci eleva, ci porta alla luce vera e impariamo a guardare con gli occhi della fede.

Allora non sarà più il bisogno di capire, la risposta razionale ai nostri problemi ciò che cercheremo: sarà invece un affidarsi a Lui, mettere tutto nelle sue mani, credere in Lui.

Ma per questo abbiamo bisogno di umiltà, imparare da Gesù che è “mite e umile di cuore”.

Un fortissimo abbraccio, in Cristo,

                                                                                    Fr. Stefano, LC

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