Una vita trasfigurata Le clarisse raccontano…

Siamo Sorelle povere di santa Chiara.

È ad Assisi che siamo nate, nel convento di san Damiano

dove i cuori credenti e innamorati di Francesco e Chiara si appassionarono al Crocifisso povero.

Era l’inizio del secolo XIII e da ormai 800 anni continua la nostra avventura,

quella di riscoprire ogni giorno la gioia e la bellezza di vivere insieme il Vangelo del Signore Gesù.

Il nome Sorelle Povere esprime il carisma che ci è

stato donato e che custodiamo come tesoro prezioso:

vivere in fraternità, senza alcun possesso.

UNA VITA… TRASFIGURATA

Colloca la tua mente, colloca la tua anima, colloca il tuo cuore in Colui che è figura della divina sostanza, e trasformati interamente, per mezzo della contemplazione, nell’immagine della divinità di Lui. Con tutta te stessa ama Colui che, per amor tuo, tutto si è donato! 

Stupisce sempre questa profonda unità interiore che emerge dalle lettere della madre santa Chiara; stupisce perché, nella semplicità del suo dirsi, rivela la grandezza di una creatura che, totalmente “espropriata” e abbandonata allo Spirito del Signore e alla sua santa operazione, ha compreso come “stare” davanti al suo Dio e Signore. 

Ci svela anche un poco il segreto della sua preghiera, che è la vera preghiera cristiana, in cui non c’è principalmente qualcosa da dire o da fare, ma un rapporto da costruire e da alimentare. Si tratta allora di “essere”, meglio, di “esserci tutta”, con tutte le facoltà, le sensibilità dell’anima e del corpo, le emozioni… e, perché no?, gli occhi! 

L’errore di traduzione dal testo latino ci offre lo spunto per immaginare Chiara che, mentre scrive, è intenta a contemplare, anche visivamente, il crocifisso di san Damiano: su quella tavola è proprio ritratto il Cristo glorioso, lo splendore della gloria, la figura della divina sostanza; Lui è lo specchio senza macchia di cui parla! Ed allora: colloca “gli occhi della tua mente”, stabilisciti, poniti, imprimiti, innestati in Lui, così come sei, tutta! Nulla deve rimanere fuori da questo rapporto d’amore, ma tutto convergere a Lui e trovare in Lui la sua autentica dimensione e vocazione. 

Egli purificherà la mente, sanerà le ferite del cuore, sostituirà le molte, vane parole con l’unica sua Parola… 

Le sorelle ci testimoniano questa unificazione interiore della madre Chiara divenuta lei stessa preghiera, perché ha fatto della preghiera la sua essenza, il suo respiro vitale o, se preferiamo, l’humus che nutre i sensi, la mente ed il cuore; l’ambiente, il “luogo” che tutto avvolge e che fa esistere, pensare, agire e amare all’unisono con Dio. 

È una “dulcis memoria”, un ricordo dolce e odoroso dell’Amato che impregna tutta l’esistenza e fa tacere ogni rumore, ogni voce che non sia la sua. 

Non cada mai dalla tua mente il ricordo di Lui. Quel ricordo che brilla dolce alla memoria, al di là di ogni sterile sentimentalismo, è la lucida, commossa, stupita e grata consapevolezza di essere amata, inabitata, fatta dimora divina! Perché altro non è, la preghiera, che una progressiva presa di coscienza della vita divina in noi, dell’opera paziente dello Spirito, l’Ospite dolce dell’anima. 

Con questa purità di cuore il solo esistere è già ricordare: portare dagli occhi alla mente e dalla mente al cuore, la beata povertà, la santa umiltà e l’ineffabile carità del più bello tra i figli degli uomini, per amare con tutte le fibre del cuore colui che per amore tutto si è donato; è un considerare interiormente, con lo sguardo illuminato dalla grazia, cose e avvenimenti; contemplare in ogni sorella e in tutto il creato un riflesso luminoso del volto di Dio. Sono proprio loro, le sorelle, lo specchio dello Sposo crocifisso e glorioso! 

Solo dopo aver scrutato in esse per tutta la vita il volto amato e desiderato, dopo aver servito in ciascuna di esse il suo Signore, Chiara, durante il beato transito, può domandare a chi le sta accanto : Vedi tu il re della gloria che io vedo? Chiediamo anche noi questa grazia di essere totalmente e integralmente perse in Dio, per vivere fedeli alla terra, alle sorelle che Lui ci ha donato e ci sarà dato di vedere, anche in questa vita, il Re della gloria che già dimora nel nostro cuore.