2° PARTE – Consacrati e conformati a Gesù Cristo l’afflitto
«Se questa devozione a Maria rende più facile la via per trovare Gesù Cristo, come mai sono proprio loro i più crocifissi?». (VD 153).
E’ il paradosso della consacrazione: i servi fedeli di Maria sono i più crocifissi, i più afflitti!
Perché? Perché Gesù non lascia marcire nella tiepidezza coloro che hanno la sua amicizia (cf AES 100), non promette i primi posti, ma la prima linea! Consegnandoci a Lui, saranno cose del tutto scontate la sofferenza, lo smarrimento, il senso di impotenza di fronte alle esigenze del Vangelo!
Perché Maria «dà a tutti i suoi figli qualche particella dell’albero della vita, la croce di Gesù» (SM 22).
Tuttavia Maria, per la tenera devozione verso di Lei, fa seguire alla tristezza, la consolazione e la gioia (cf SM 22; SMR 57).
La consacrazione traccia il cammino per conformarci a Gesù l’afflitto e ci dona di sperimentare la consolazione di Dio.
La consacrazione aiuta a giudicare in modo retto e a guardare in modo giusto le creature, nel loro essere ordinate a Dio. Dando tutto di noi al Signore, scopriamo il vero senso delle creature, conosciamo insieme la loro vanità e la loro grandezza, riflesso del volto di Dio che cerchiamo.
Versando nel grembo e nel cuore di Maria tutto quello che siamo (cf VD 177-178), superiamo l’afflizione che ci prende, davanti alla nostra estrema debolezza ed incostanza.
Vivere la consacrazione, in un mondo segnato dal conformismo che livella tutto e tutti, è appartenere alla piccola schiera di coloro che restano fedeli alla Croce e stanno dalla parte di Dio, che è Amore.
La consacrazione porta a confidare a Dio, per le mani di Maria, il proprio dolore e a consegnarlo a Lui (cf VD 199). Questa «consegna» apre alla speranza della conversione, insegna a superare l’egoismo, a distogliere
gli occhi dai nostri mali e dalle nostre tristezze per aprirlo alla carità feconda, alla felicità piena.
Scrive il Montfort «Sei nell’afflizione? Ricorri a Maria che vuol dire: mare amaro, colmo di amarezza quand’era in questo mondo e che attualmente, in cielo, è diventato mare di pura dolcezza. Ella convertirà la tua tristezza in gioia e le tue afflizioni in consolazioni» (SMR 57).
E’ vero: la consacrazione rende partecipi della triplice consolazione di Maria (cf Carlo Maria Martini, La Madonna del Sabato Santo):
– la consolazione della mente.
E’ la capacità di rileggere la propria vita, a volte buia e indecifrabile, nella luce della Parola di Dio, ricevendo in dono un profondo senso di unità e di pace;
– la consolazione del cuore.
E’ il dono di affidarsi a Dio e di sperare sempre, contrastando l’impazienza, la delusione che spesso opprimono il nostro cuore, quando ci sembra che il Signore ritardi nelle sue promesse.
Sostiene l’attesa e la perseveranza nei momenti difficili.
– la consolazione della vita.
E’ una forza interiore che ci spinge ad andare avanti anche nella notte, quando uno si sente un po’ solo, e il giogo di Cristo sembra meno soave, e il suo carico meno leggero.
E’ la certezza che ogni prova, o sofferenza, o croce, o notte, accettata e vissuta per amore, non è vana ma porta frutto, genera vita nuova, non solo in sé ma anche nel fratello!
Nota bene:
VD Trattato della Vera Devozione a Maria
AES Amore all’Eterna Sapienza
SM Il Segreto di Maria